Diane (Virginie Efira) è una donna bella, di successo e affascinante: vive la vita velocemente, forse anche troppo dato che finisce per perdere il telefono in preda alla distrazione di un momento. A ritrovarlo è Alexandre (Jean Dujardin), uomo dalla voce affascinante e dalla conversazione brillante. Ad Alexandre bastano pochi minuti e un paio di battute per convincere Diane ad uscire con lui per un caffè, in cui la restituzione dell'oggetto diventa solo una scusa per un incontro che si rivelerà folgorante. La moralità di Alexandre si dimostra altissima, ma purtroppo non segue il suo fisico: un metro e quaranta sembrano non bastare a Diane, che ha sempre sognato il suo principe azzurro aitante, alto e bello e non sembra dunque voler rinunciare a ciò che la società le ha da sempre imposto.
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Diane vuole Un amore all'altezza, la sua, ma deve scegliere tra ciò che Alexandre ha dentro e ciò che rappresenta al di fuori: un piccolo grande uomo potrebbe infatti non essere abbastanza per un avvocato in carriera. Dopo aver adattato sul grande schermo due fumetti (Le vacanze del piccolo Nicolas e Asterix e Obelix al servizio di sua maestà ) Laurent Tirard si cimenta per la prima volta in un remake. La storia di Diane e Alexandre è infatti raccontata in Corazòn de Leòn, un film argentino di Marcos Carnevale che tuttavia aveva un tono completamente differente: se il film di Carnevale puntava infatti tutto su una vena più drammatica e strappalacrime, Tirard ha al contrario deciso di tingerlo dei colori francesi regalandogli i tratti tipici a cui la commedia oltralpe ci ha abituati.
Piccolo fuori, grande dentro
Abbandonata ogni vena drammatica in favore di un ritmo più veloce e di una sceneggiatura brillante, Un amore all'altezza si ridisegna a misura di Laurent Tirard e prende i suoi connotati, quelli che lo spettatore ha imparato a conoscere anche in Le vacanze del Piccolo Nicolas: Tirard riesce infatti a raccontare la storia con inaspettata delicatezza e con intelligenza, riuscendo pur nella semplicità dei suoi concetti a far emergere un messaggio forte e chiaro, tipico della commedia di genere.
Purtroppo della stessa commedia Un amore all'altezza si porta dietro anche i difetti: una costruzione banale e un finale scontato, che può essere facilmente predetto già nei primi minuti di film e quindi non appassiona particolarmente lo spettatore, già pronto ad arrivare alla fine del suo viaggio senza nessun guizzo o emozione particolare. A Tirard non giova il cambio di target dopo molti film dedicati ad un pubblico più giovane ed eccede nel portare per mano lo spettatore durante la storia, risultando a volte invadente all'interno dello svolgimento di situazioni che, costrette da una guida eccessiva, scivolano nella narrazione in modo un po' forzato.
Dujardin versione Pocket
Se la costruzione narrativa appare eccessivamente semplice, a rendere le cose più frizzanti ci pensano al contrario i due protagonisti: Virginie Efira si adatta perfettamente al ruolo, prendendo le sembianze europee che per genere e fisionomia appartengono in America a Katherine Heigl e riuscendo nell'impresa di rendere la sua Diane delicata e attenta, nonostante il ruolo non le faciliti il compito. Al suo fianco, Jean Dujardin sembra essere perfettamente a suo agio in un ruolo decisamente piccolo, giocato a suon di prospettive falsate e un pizzico di CGI per rimpicciolire un talento che, in questi contesti, riesce ad emergere al suo massimo.
Un amore all'altezza potrà non essere una rivelazione ma si rivela comunque una commedia godibile, fresca, che nasconde dietro la sua apparente semplicità uno dei mali del nostro tempo: il pregiudizio legato all'apparire che sconfigge l'attenzione nei confronti dell'essere. La lotta di Alexandre è semplice quanto disarmante, perché viene combattuta senza armi; egli infatti si offre a Diane con grande rispetto e profonda dedizione, riuscendo a non far pesare né a lei né allo spettatore una condizione diversa ma non per questo all'altezza del mondo.
Movieplayer.it
3.0/5