UFO Robot Goldrake: Il banchetto dei lupi, la recensione del videogioco tripudio di nostalgia

La recensione di UFO Robot Goldrake: Il banchetto dei lupi, il videogioco che ci permette di combattere alla guida del robot che ha cambiato la vita di una generazione.

UFO Robot Goldrake: Il banchetto dei lupi, la recensione del videogioco tripudio di nostalgia

Ci siamo presi il nostro tempo per preparare la recensione di UFO Robot Goldrake, ma forse dovremmo dire che ci siamo presi il nostro tempo per goderci il gioco, per divertirci a guidare il robot che oltre quarant'anni fa ci ha cambiato la vita: chi scrive era uno dei bambini seduti davanti alla TV in quel leggendario 4 aprile del 1978, stupito e stravolto da quelle immagini che venivano dal lontano Giappone. È stata quindi la nostalgia la chiave di lettura con cui abbiamo affrontato il gioco di Microids (lo abbiamo giocato su PS5, ma è disponibile per tutte le principali piattaforme), la stessa che guida le nostre dita mentre digitiamo i caratteri che compongono questo articolo. Ma è una nostalgia al quadrato, perché è un sentimento assecondato sia dall'anime di Go Nagai che il gioco porta su schermo, sia per il modo in cui lo fa, che sa di retrò, di vintage, di un'altra era videoludica. Quella in cui chi scrive è cresciuto.

La trama de Il banchetto dei lupi

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Un videogioco vecchio stile, ma non per questo senza una storia. C'è un filo conduttore che lega le diverse missioni che compongono UFO Robot Goldrake: Il banchetto dei lupi, una linea che parte dal pianeta Vega, dalla guerra che ha portato alla distruzione del mondo da cui proviene Actarus/Duke Fleed, e conduce alla Terra dove il personaggio diventa ultimo baluardo della difesa del nostro pianeta contro gli invasori che l'hanno seguito fin qui, dove trovano un nuovo possibile territorio da far proprio. Una lotta in cui Goldrake non è solo, supportato da Alcor/Koji e il suo TFO, muovendosi tra gli ambienti e i personaggi secondari che conosciamo dalla serie animata, la fattoria Makiba e il Centro Ricerche, Rigel, Mizar e Venusia. Volti noti, location familiari, per una sensazione di calore che avvolge e accompagna per tutta l'esperienza di gioco.

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Un gioco con dei limiti

Diciamolo subito e togliamoci il dente: dal punto di vista del gioco di per sé, UFO Robot Goldrake: Il banchetto dei lupi non è esente da difetti e limiti. Difetti tecnici su cui si può sorvolare (al netto di qualche fastidioso bug), ma anche limiti di concezione, del suo essere volutamente e orgogliosamente vecchio stile. Una caratteristica che emerge con prepotenza nelle sezioni di gioco in cui siamo alla guida del TFO di Alcor o di Goldrake con il suo Spacer, che richiamano i vecchi sparatutto a scorrimento verticale, ma senza particolare mordente, varietà o livello di sfida. Sono disponibili dei potenziamenti, ma aggiungono molto poco alle dinamiche di gameplay.

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Più interessanti, invece, le missioni che ci vedono controllare direttamente il Goldrake al suolo, liberi di muoverci in livelli di gioco ampi e discretamente dettagliati: si tratta per lo più di zone dall'aspetto rurale, fatte di colline, campi e qualche villaggio, o di aree costiere da proteggere o ancora, almeno per una corposa missione, dell'area metropolitana di Tokyo. Qui ci sono task da affrontare e collezionabili da poter raccogliere (puntualmente indicati in numero e tipo nella schermata della mappa), con la possibilità di affrontare i nemici con tutte le armi e i colpi che sono propri dell'amato robot, dai pugni alla mitica Alabarda Spaziale. Colpi che è possibile potenziare in luoghi specifici investendo i consumabili che si trovano in giro e che si ottengono distruggendo i nemici.

Ma un gioco fatto col cuore

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Tutto molto basilare, tutto molto lineare. Ed è bene saperlo. Ma è ugualmente vero che si tratta di un gioco fatto con passione, con il cuore, ed è anche un gioco in cui il cuore stesso si perde e resta ingabbiato. C'è tutto: ci sono i personaggi, c'è il look, ci sono le musiche! Sono giusti i colori, i suoni, i volti dei protagonisti, i testi (tradotti anche in italiano, nomi vecchi compresi, positivo o meno che sia) che appaiono a schermo nei dialoghi di intermezzo delle missioni. Tanti dettagli che fanno l'esperienza di gioco quanto e forse più del limitato gameplay.

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Non è la prima volta in cui il robot che ha reso famosa da noi l'animazione giapponese, e il nome di Go Nagai prima di Mazinga Z e Il grande Mazinga, appare in videogiochi (gli esperti e appassionati conosceranno la serie di Super Robot Wars), ma è la prima volta che succede in questo modo, con questo approccio sentito e ricco del calore della passione. Perché è fatto da questa parte del mondo, in Occidente, da chi ha vissuto l'exploit di Goldrake come noi e cerca di riprodurne quel fascino, che non è lo stesso che possono provare spettatori e giocatori del Sol Levante. Che sia un bene o meno, mai come in questo caso sta a voi deciderlo, valutando anche in base all'affetto che provate per quel magnifico robot che ci ha cambiato la vita. Se siete tra quelli che erano bambini all'epoca, è probabile che sia un gioco che vorrete avere e giocare. Anche più volte, magari regalandoselo per Natale.

Conclusioni

Non è un gioco perfetto quello di cui vi abbiamo parlato nella recensione di UFO Robot Goldrake: Il banchetto dei lupi, ma è un gioco fatto con passione e capace di parlare alla passione di chi lo gioca: è impagabile la sensazione di controllare l'iconico robot di Go Nagai per chi ci è cresciuto e lo ama, ma è inevitabile che i difetti e limiti del gioco emergano per chi non è spinto dalle stesse sensazioni nostalgiche. Mai come in questo caso, la valutazione è soggettiva e risente delle emozioni del singolo, che possono essere solleticate dal look, dagli ambienti e dai dettagli che richiamano l'anime che ha cambiato la vita di una generazione.

Movieplayer.it
3.0/5

Perché ci piace

  • La resa di personaggi, luoghi e dettagli del classico animato.
  • La grafica che supporta adeguatamente la passione con cui il gioco è realizzato.
  • La sensazione di trovarsi alla guida del Goldrake…

Cosa non va

  • … ma con dei limiti nel gameplay, soprattutto nelle sezioni in cui si è alla guida del TFO e lo Spacer.
  • È un gioco dal sapore retrò che può non piacere alle nuovo generazioni.