Twin Peaks corre veloce verso il gran finale così come il SUV nero del Cooper malvagio percorre un sentiero impervio tra le dune, nel ben mezzo della notte, per raggiungere uno dei portali che conducono verso la Black Lodge. Abbiamo visto spesso David Lynch cimentarsi in corse automobilistiche notturne in soggettiva, da Strade perdute a Mulholland Drive, fino al revival di Twin Peaks dove a spostarsi nelle notti color pece sono quasi sempre personaggi connotati negativamente. Non ci stupiamo, dunque, più di tanto quando scopriamo la vera ragione per cui evil Cooper ha trascinato con sé nel deserto Richard Horne. L'uomo mette in mano al ragazzo una specie di bussola e poi lo spedisce in cima a una roccia per scovare la location precisa delle coordinate fornitegli da Diane. Coordinate che si riveleranno una trappola. Giunto nel punto più alto della roccia, Richard viene polverizzato da una scarica elettrica. Ecco il ritorno costante di uno dei letimotiv dello show. La corrente che percorre la terra, l'aria, i boschi e i fiumi di Twin Peaks si rivela un'arma potente contro il male. A farne le spese è il delinquente Richard Horne sotto lo sguardo allucinato dello zio Jerry Horne, che osserva la scena col suo binocolo.
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Agghiaccianti le uniche parole pronunciate da Cooper, "Arrivederci figlio mio", che confermano la teoria secondo cui sarebbe lui il padre di Richard. La sua malvagità non conosce confini e lo spinge a sacrificare il figlio per salvare la pelle sospettando che Diane voglia vendicarsi. Prima del doppio finale che concluderà questo incredibile revival, David Lynch decide di togliersi qualche sassolino dalla scarpa portando a conclusione quei subplot sviluppati in parallelo alla storia centrale per sedici episodi. Nel far ciò, naturalmente Lynch non si accontenta di concludere le storie, ma mette a segno un paio di sequenze gustosissime pervase dal suo inconfondibile humor macabro che ribadiscono il suo eccezionale talento. Il tempo sta per scadere, sussurra l'eccezionale ospite musicale dell'episodio, ma non per questo il vate Lynch ha intenzione di affrettare i tempi o di chiudere in maniera sciatta le sue storie.
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Dougie e il suo vicinato
Mentre Dougie, dopo essersi folgorato infilando una forchetta nella presa di corrente, giace in coma in un letto d'ospedale, intorno a casa sua ferve l'attività. L'FBI ha finalmente localizzato il Dougie Jones giusto, ma tiene d'occhio la casa dopo averla trovata vuota. Stessa attività compiuta dagli sgangherati killer Hutch e Chantal, inviati dal Cooper malvagio per far fuori il suo doppio positivo. Così mentre i fratelli Mitchum approdano nella villetta con tanto di libagioni e conigliette di rosa vestite al seguito per dare una mano alla famiglia di Dougie, che ormai hanno praticamente adottato, David Lynch si scatena confezionando uno dei momenti più gustosi e divertenti dell'intero revival. La sequenza coinvolge Hutch, un'intrattabile Chantal e un vicino di casa infastidito dal furgone dei due killer che gli impedisce di accedere al proprio vialetto. La reazione dell'uomo di fronte alle risposte sguaiate di Chantal non si fa attendere e i due fratelli terminano la loro (poco) gloriosa cavalcata in un bagno di sangue.
La linda periferia residenziale di Las Vegas si trasforma in un inferno di piombo, ma Lynch ci aveva già messo in guardia in Velluto Blu. Sempre meglio diffidare delle apparenze, soprattutto se dimorano in villette a schiera coi prati falciati di fresco. Tra un appostamento e una sparatoria, però, il regista ci regala il momento che attendevamo da 25 anni: il ritorno di Dale Cooper. L'elettricità che incombe su Twin Peaks e che ha fatto fuori diverse presenze maligne è servita a Dougie/Dale per riprendere il pieno possesso delle proprie facoltà e l'agente si risveglia efficiente come un tempo. A sottolineare il suo ritorno è la musica originale di Angelo Badalamenti che entra all'improvviso ad accompagnare le sue mosse. Lynch ci regala una sequenza struggente quando Cooper, dopo aver apparecchiato il suo ritorno a Twin Peaks con l'aiuto dei fratelli Mitchum, è costretto ad accomiatarsi dalla moglie e dal figlio. Seppur in stato catatonico, l'Agente dell'FBI si è rivelato un un marito fedele e un padre affettuoso, tutto ciò che Dougie non era e tutto l'opposto di quanto fa il Cooper malvagio con il suo di figlio. Difficile dirgli addio, anche se Cooper stesso si impegna a fare ritorno. Lo spiraglio di speranza lasciato da David Lynch spinge lo spettatore a illudersi che un futuro sereno sia possibile per Janey-E e la sua famiglia. Non saremo certo noi a confutare questa speranza.
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Il passato ritorna a passo di danza
Anche se Dougie è protagonista assoluto dell'episodio 16, le figure femminili hanno un ruolo preponderante. Dopo Hutch, Chantal e Richard Horne, anche la folle corsa di Diane sembra concludersi in modo enigmatico. In una nevrotica confessione l'assistente dell'Agente Cooper rivela ciò che già sospettavamo, una terribile violenza sessuale subita da evil Cooper che l'ha poi trascinata con sé nella stazione di servizio popolata dai neri fantasmi nucleari. Performance sofferente ed estrema per Laura Dern che si supera trasformando la sua Diane in un'entità pronta a esplodere da un momento all'altro. La donna rivela la sua natura fantasmatica di fronte a Gordon Cole e ai suoi inorriditi agenti per poi scomparire nella Black Lodge dove la sua testa si frantuma lasciando al suo posto una sfera dorata. Il "seme" mostrato poco prima dall'uomo senza un braccio a Dale Cooper? Lynch non sarebbe Lynch se spiegasse tutto e questa dimensione surreale che continua a far capolino ci attrae sempre di più. Dopo 16 episodi di follia possiamo illuderci di conoscere il maestro un po' meglio di prima. Resta da capire, però, se la Diane che abbiamo visto è un simulacro, che fine ha fatto quella vera?
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La musica veicola la nostalgia per il passato - il ritorno dell'Agente Cooper sulle note del tema principale - ma funge anche da commento sonoro agli eventi. A sorpresa David Lynch piazza il colpo gobbo introducendo l'ospite più musicale più importante del revival. Presentato con il nome di battesimo, Edward Louis Severson altri non è che Eddie Vedder, anche lui giunto al Bang Bang Bar per presentare la sua hit Out of Sand, scritta appositamente per lo show. L'incanto creato da Vedder si interrompe solo quando Audrey e il marito fanno il loro ingresso nel roadhouse alla ricerca di Billy. E qui arriva il secondo colpo da maestro in pochi minuti. Alla fine della performance di Vedder il presentatore annuncia la danza di Audrey. I riflettori si accendono sulla donna che non si tira indietro e, dopo aver udito le prime note della musica ipnotica e misteriosa di Badalamenti, si mette a danzare maliziosamente in mezzo alla sala come se il tempo non fosse mai passato. A ridestarla, una rissa tra due uomini esplode all'improvviso. Lynch spezza l'incanto ancora una volta mettendoci in guardia. Nonostante le apparenze, l'ingenuità di un tempo non è più possibile. Le persone muoiono, le porte si chiudono e i personaggi si ritrovano intrappolati in un incubo da cui potrebbe non esistere uscita.
Movieplayer.it
4.5/5