È su Prime Video dal 17 settembre Tutti parlano di Jamie, musical diretto da Jonathan Butterell, già regista dello spettacolo teatrale scritto e musicato da Tom MacRae e Dan Gillespie Sells andato in scena la prima volta a Sheffield nel 2017. A sua volta ispirato al documentario del 2011 realizzato da BBC3 "Jamie: Drag Queen at 16", il film racconta la storia di Jamie New (Jamie Campbell nella vita reale), adolescente inglese che sogna di diventare una drag queen e si presenta vestito da donna al ballo della scuola.
Per interpretare Jamie è stato scelto Max Harwood, al suo primo ruolo cinematografico. Per il film l'attore ha frequentato "il campo di addestramento di Jamie", prendendo lezioni di recitazione, dizione, canto e danza. Sul set i numeri musical venivano registrati impiegando anche dodici ore al giorno.
Abbiamo incontrato Max Harwood su Zoom: ecco come ha fatto a trasformarsi in Jamie, perché era importante rendere giustizia all'arte drag e cosa ha pensato quando ha visto per la prima volta le scarpe dal tacco altissimo rosso scintillante (che ricordano tanto quelle di Dorothy in Il mago di Oz con Judy Garland) con cui ha dovuto camminare su un muro strettissimo.
La video intervista a Max Harwood
Tutti parlano di Jamie, la recensione: su Prime Video il musical sulla rivoluzione drag
Tutti parlano di Jamie e il coraggio di essere se stessi
Pritti dice a Jamie che deve smettere di aspettare il permesso di essere se stesso. Ma non è facile: come si fa?
Non è facile rispondere. Il consiglio migliore che posso dare è di circondarsi di persone che ti vogliono bene. Quando hai amici come Pritti, o una mamma come Margaret, che ti dicono di smettere di aspettare il permesso di essere te stesso, dovresti ascoltarle e fare affidamento su quelle persone. Io ho cominciato a frequentare persone che avevano i miei stessi interessi: altri attori, persone creative. Questo mi ha permesso di essere felice.
Quanto è importante fare la cosa che ti rende felice nella vita?
Molto importante. Se non ti piace ciò che fai non farlo. La vita può essere molto breve e se la pandemia ci ha insegnato qualcosa è che dobbiamo goderci ogni momento che abbiamo. Bisogna fare ciò che ci rende felici.
Tutti parlano di Jamie e l'arte drag
Il tuo personaggio si rende conto che essere una drag queen non è soltanto un reality show, ma una rivoluzione. Quanto era importante rendere giustizia all'arte del drag?
Sono un grande fan del drag. Negli ultimi cinque-dieci anni RuPaul's Drag Race ha reso l'arte drag mainstream, portandolo al centro della cultura pop. Sono un fan da tanto tempo e quindi volevo rappresentarla nel modo giusto. Non volevo che le mie drag queen preferite pensassero che non so fare bene il lip-sync! Quindi ho lavorato molto, anche perché non l'avevo mai fatto prima e volevo farlo bene.
Il personaggio di Richard E. Grant dice a Jamie di "provare, provare provare!". Quanto è importante esercitarsi e quanto hai provato i numeri musicali?
Moltissimo. Provare è molto importante. C'è molto lavoro dietro un film: abbiamo passato 12 ore al giorno a girare le scene di ballo. Quello che vedete è il montaggio di 3 minuti di tutti i momenti migliori che abbiamo girato. Bisogna provare tanto ed essere preparati. Mi sono divertito: abbiamo fatto quello che chiamiamo "il campo di addestramento di Jamie". Ho lavorato con coach di recitazione, accento, canto e danza per essere pronto a girare le scene.
Tutti parlano di Jamie e camminare sui tacchi a spillo
Cosa hai pensato quanto hai visto per la prima volta quelle scarpe che sembrano quelle di Dorothy?
Ho pensato che ero Dorothy pronta a seguire il sentiero dei mattoni gialli fino a Oz!
Era difficile camminarci?
Erano comodissime. Scherzo! Era molto difficile. Sono molto alte e ho dovuto fare molta pratica, soprattutto quando ho dovuto camminarci su quel muro molto stretto. Ho fatto i miei stunt e mi piace dire che sono il Tom Cruise dei musical drag per adolescenti.
Tutti parlano di Jamie e le nuove generazioni
Non farò spoiler sul finale, ma diciamo che la nuova generazione è più aperta della precedente, perché i compagni di classe di Jamie sono più aperti della sua insegnante. Pensi sia davvero così? Possiamo sperare nei più giovani?
Penso ci sia speranza ovunque. Siamo molto fortunati a vivere in questo momento. Non ci siamo ancora arrivati, dobbiamo ancora batterci per i diritti delle persone marginalizzate e che vengono oppresse. Spero che film come questo, che, devo dire, è solo una delle tante storie della nostra comunità, ce ne sono molte altre che devono avere spazio su grandi piattaforme, contribuiscano a un vero cambiamento.