Tutta scena, la recensione: alla ricerca di sè nella serie RaiPlay

Tutta scena ci porta nel mondo dello spettacolo con un gruppo di ragazzi che studia per rendere concreto un sogno grande. La serie con Giorgio Panariello ed Euridice Axen è su RaiPlay.

I protagonisti di Tutta scena

Non è una novità raccontare il mondo dello spettacolo e in particolare quelli che sognano di farne parte. Non è una novità, ma se lo si continua a fare è perché le possibilità sono ampie, intriganti, potenzialmente infinite, perché è un contesto in cui esplorare gli individui che vi si confrontano è particolarmente interessante. Questo fa Tutta scena di Nicola Conversa, una produzione Rai Fiction e One More Pictures realizzata in collaborazione con Trentino Film Commission: la serie disponibile su RaiPlay declina sogni e aspirazioni, fragilità ed emotività in 8 episodi da poco meno di 30 minuti l'uno, per raccontare la quotidianità di un'accademia teatrale e il cammino del gruppo di studenti protagonisti e dei loro insegnanti.

I primi passi nel mondo dello spettacolo

Il teatro non è quello che pensate, è molto di più

Al centro del racconto di Tutta Scena, infatti, c'è un gruppo di studenti di 18/19 anni, originari di diverse regioni italiane ma con un unico comune denominatore: il sogno di riuscire a emergere nel competitivo mondo dello spettacolo. Ci troviamo ad Arco, in Trentino, e seguiamo il gruppo che affronta il difficile percorso di formazione che si chiuderà con l'assegnazione di una borsa di studio per la prestigiosa High Academy Musical School di New York, ma anche la possibilità di recitare in una produzione a Broadway, vero grande sogno di chiunque aspiri a fare questa professione.

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Giorgio Panariello è uno degli insegnanti della serie

A guidarli in questo difficile e articolato cammino, un gruppo di insegnati in cui figura un tormentato regista interpretato da Giorgio Panariello, la vocal coach a cui dà volto e Arianna Mattioli e la brillante insegnante di danza portata su schermo da Anna Favella. Un gruppo eterogeneo a cui si affianca la ex del regista, che con lui intrattiene ancora un complicato rapporto interpersonale.

Gli aspiranti artisti di Tutta scena, tra realtà e finzione

Se c'è spazio per raccontare il mondo degli adulti e degli insegnanti, che sono adeguatamente tratteggiati per definire il contesto accademico di Tutta scena, è ovvio che il cuore del racconto siano i ragazzi, gli studenti, con le loro emozioni e insicurezze da una parte, sogni e aspirazioni dell'altra, esponenti di una generazione formata e cresciuta in un mondo dominato dai social media. Figure che per questo motivo sono divise tra l'essere e l'apparire, ma anche tra la realtà e la finzione che si concretizza nelle loro attività scolastiche quotidiane. Un limbo in cui trovare se stessi e la propria identità può essere ancor più difficile.

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I giovani aspiranti artisti di Tutta scena

Al centro del racconto troviamo Christian e Asia, interpretati rispettivamente da Tommaso Cassissa e Ginevra Francesconi che vanno a confermare con Conversa il team artistico che aveva già lavorato a Un oggi alla volta. Accanto a loro, a formare un delicato triangolo sentimentale, c'è il Riccardo di Emanuele Porzio, mentre gravitano loro intorno gli altri aspiranti artisti, da Giulia (Sabrina Martina) a Sofia (Margherita Morchio), Simon (Seydou Sarr), Vincenzo (Giovanni Scotti) e Beatrice (Alice Maselli). Un gruppo affiatato ed eterogeneo in cui i giovani interpreti si muovono a proprio agio e che fornisce a Conversa adeguato materiale umano da esplorare e indagare, per mettere in scena complesse e interessanti dinamiche interpersonali.

Sul palcoscenico della vita

Le storie di Tutta scena si muovono in un limbo, dicevamo, uno spazio astratto che va a collocarsi a metà strada tra la finzione in cui operano i ragazzi e la realtà delle loro vite, ma anche, parallelamente, tra la facciata pubblica dei social media e le loro intimità da curare, coltivare e mettere a fuoco: se la tarda adolescenza è sempre stata un'età difficile, lo è forse ancor di più oggi per le pressioni a cui la contemporaneità sottopone i ragazzi. Aspetti che Nicola Conversa affronta con onestà e partecipazione, tenendo un buon equilibrio tra il ritmo del racconto e il fuoco sui personaggi e i rispettivi problemi, dando vivacità ma allo stesso tempo soffermandosi laddove necessario per consentire ai singoli di emergere e ritagliarsi un proprio spazio emotivo.

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Un'immagine suggestiva della serie di Nicola Conversa per RaiPlay

In tal senso non possiamo che tornare alla citazione che trovate poco sopra in questa pagina, al riferimento al teatro come "qualcosa di più": ecco, in Tutta scena, il teatro e il palcoscenico su cui i ragazzi sperimentano è una perfetta metafora di una vita in cui, sempre di più, è necessario recitare. Ma senza mai rinunciare a comprendersi realmente e trovare la propria identità.

Conclusioni

La serie firmata da Nicola Conversa convince per come racconta i sogni e le emozioni di un gruppo di ragazzi che studia per entrare a far parte dell'affascinante quanto complesso mondo dello spettacolo. Il ritmo tiene, la freschezza del racconto anche, ma senza rinunciare a soffermarsi maggiormente sui momenti più delicati dei singoli per dare respiro all'emotività che li circonda.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il gruppo di giovani protagonisti, ben costruito ed eterogeneo.
  • Il team di insegnanti che li accompagna.
  • L'equilibrio dato al racconto da Nicola Conversa...

Cosa non va

  • ... al netto del tempo degli otto episodi a disposizione, che impedisce di fare di più sul fronte dell'approfondimento.