1987 prima, 1990 poi. Negli anni del regno di Diego Armando Maradona, quindi in un altro mondo, in un universo parallelo in cui tutto poteva succedere, che rendeva quei successi potenzialmente irripetibili. Poi nulla, appunto, per Trentatré anni, a dispetto di grandi squadre che si sono arrampicate con caparbietà ai piani alti della classifica e una che ha sfiorato il successo (e c'è chi pensa che l'avrebbe meritato).
E non è un caso che sia proprio questo numero, questa parola, a dare il titolo al documentario di Raffaele Murolo e Raffaele Schiattarella prodotto da Persona Film Industri, disponibile dal 20 novembre su Chili e dal 20 dicembre su Prime Video. Non è un caso perché quell'intervallo di tempo è significativo per capire motivazioni ed entità della festa, così come dei presupposti emotivi e culturali che l'hanno accompagnata nella primavera del 2023. Trentatré anni dopo, quando chi scrive dubitava che l'avrebbe mai potuta rivivere.
I passi della cavalcata azzurra
Il documentario racconta la stagione vissuta dai tifosi azzurri tra fine 2022 e inizio 2023, e lo fa ovviamente partendo dal campo, usandolo per scandire i momenti, per segnare i passi e le pietre miliari di questa strada gloriosa e storica. La sconfitta iniziale, i primi successi, i momenti chiave come la duplice vittoria contro la Juventus. Il campo è lì, sullo sfondo, a dettare i tempi, ma non viene mai mostrato. Il calcio giocato viene rappresentato in animazione, con la resa grafica dei gol che hanno segnato l'annata e le partite che accompagnano il racconto. Eppure il calcio c'è, è lì, presente, come è presente in ogni via di Napoli, negli occhi di tanti, quasi tutti, i suoi abitanti. Il calcio è mostrato per ciò che significa per un popolo che in esso trova, o ha trovato, sfogo e rivalsa sociale, identità e rappresentazione.
"Questa è Napoli"
Trentatré ci porta nei club sportivi, nelle strade della città, nell'umanità che le vivono. Dà la parola ai tifosi, lascia che siano loro a parlare della squadra, dei successi, delle speranze e le paure, di un successo che è là ma si ha paura di raggiungere. E non si parla solo di calcio, con i problemi sociali e umani che emergono, come è naturale in una città in cui il calcio accompagna tutto e sempre, non solo nel giorno della partita. "Questa è Napoli" dice uno degli intervistati e scegliamo questa dichiarazione perché è vero che è ciò che il documentario di Murolo e Schiattarella mostra: Napoli, nella sua essenza, che nel Napoli Calcio trova sintesi e rappresentazione.
Nel cuore della città
La camera dei documentaristi ci porta per le strade, nelle piazze, mese dopo mese, giornata dopo giornata, fino a quella primavera in cui tutto è sospeso, in cui tutto è pronto per una festa che non osa iniziare, passando per i timori delle sconfitte contro il Milan, la vittoria a Torino con la Juve, quella Napoli - Salernitana in cui l'urlo è rimasto strozzato in gola, rimandato trascinando il limbo. E poi la gioia, l'esplosione, che solo chi l'aveva già vissuta trentatré anni fa poteva immaginare e capire.
C'è tutto, pur nella sua essenzialità, nel documentario. C'è Napoli e il Napoli in quell'incredibile unità che forse solo nella città partenopea è così indissolubile. C'è un popolo abituato a soffrire ma pronto a gioire a ogni occasione. C'è, e non potrebbe essere altrimenti, Diego Armando Maradona, non solo perché lo stadio in cui tutti si verifica ha ora il suo nome, ma perché ne portano ancora i segni le vie della città e i cuori dei suoi abitanti. Una splendida ferita che non guarirà mai.
Conclusioni
Trentatrè non si limita a raccontare la corsa del Napoli verso il suo terzo scudetto, ma usa quel cammino di successi per scandire quello parallelo e umano dei cuori che battono per la squadra partenopea, dell’umanità del tifo che accompagna la squadra. Gli autori ci portano nelle strade della città campana per incontrare quelle persone che seguono con passione e dedizione, ascoltandone le voci e i problemi che vanno al di là del calcio giocato in una realtà difficile e unica, tra speranze e paure.
Perché ci piace
- Il raccontare l’umanità dei tifosi come riflesso dei successi sportivi.
- La capacità di evocare quell’unicità della passione calcistica in una città come Napoli.
- La scelta dell’animazione per scandire il cammino della squadra e rappresentarne le gesta sportive.
Cosa non va
- Ci sarebbe piaciuto che si andasse ancora più a fondo, con ancora più spazio per le voci del tifo, per completare il quadro di una città complessa e ricca di sfumature.