Fino al 2003, l'anno di apertura del check point tra la zona turca e quella greca, Nicosia, capitale di Cipro, era spaccata in due. In realtà continua a esserlo ancora oggi nonostante quel confine si sia trasformato in una zona cuscinetto sorvegliata dai caschi blu dell'Onu e sia più semplice passare da una parte all'altra dell'isola. Il regista cipriota Marios Piperides parte proprio da qui per raccontare con i toni di una commedia paradossale, Torna a casa Jimi!, l'assurdità di muri che non hanno alcun motivo di esistere.
Le disavventure del protagonista Yanis (Adam Bousdoukos), costretto a fare di tutto per riportare a casa il proprio cane Jimi, che ha accidentalmente attraversato il confine finendo nell'area turca, danno al regista l'occasione per raccontare la quotidianità di chi vive al di qua e al di là della zona cuscinetto.
Abbiamo incontrato regista e attore, che in questa intervista ci hanno raccontato come è andata.
Marios Piperides e il no ai muri
Il film, di cui abbiamo parlato nella recensione di Torna a casa Jimi, riflette sul paradosso di un mondo ancora dominato dalla politica dei muri. La posizione di Piperides è chiara, basta guardare l'insegna del negozio di intimo femminile che apre e chiude il film, su cui campeggia la scritta "No borders":
"Quel negozio, - ci dice il regista - che si trovava nella città vecchia, oggi non esiste più. Quello che conta è il paradosso che c'è dietro a quel nome, attorno al quale si svolge tutto il film. Quell'insegna rappresenta l'assurdità di una capitale spaccata in due. Condividiamo lo stesso spazio ma siamo divisi; guadagneremo tanto solo con la riunificazione, solo quando le frontiere cadranno. È una situazione comune a molti altri luoghi nel mondo, ma Cipro è un microcosmo attraverso il quale parlarne in maniera più ampia e generale".
Adam Bousdoukos, sulle tracce di Jimi
Abbiamo imparato a conoscere Adam Bousdoukos con i film di Fatih Akin. Qui lo ritroviamo nei panni di un rockettaro fallito a inseguire il proprio cane da una parte all'altra dell'isola, nel bel mezzo di situazioni assurde e buffe, che tanto ricordano le atmosfere di Soul Kitchen di Akin: "Sono cresciuto in Germania dove non c'era un problema simile tra greci e turchi. Conoscere Fatih, con cui sono molto amico, mi ha aiutato ad avere uno sguardo più aperto su questi argomenti. In questo immaginario i turchi sono i nemici, ma molti miei amici erano turchi; volevo sapere quale fosse la verità e ho capito che ci sono molte più cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono".
"Non sapevo che Adam parlasse greco. Il suo rapporto con Fatih e con i suoi film precedenti ha avuto un ruolo importante nella definizione della sceneggiatura e del personaggio. Non conoscevo dei turchi e la sua amicizia con Fatih mi ha dato invece la possibilità di conoscerli", gli fa eco Piperides.