Noto al pubblico italiano per il delizioso Le donne del 6° piano, Philippe Le Guay arriva al Torino Film Festival per presentare il nuovo film, Molière in bicicletta (uscita italiana prevista per il prossimo 12 dicembre grazie a Teodora), inserito nella sezione Festa Mobile.
Al suo fianco uno dei due interpreti maschili, Lambert Wilson, e la nostra Maya Sansa che assieme al grande Fabrice Luchini arricchisce il cast di una commedia sorprendente sulla crisi e la rinascita di un attore teatrale. Serge ha abbandonato il palcoscenico per l'eccessiva pressione; passa le sue giornate gironzolando in bicicletta per le strade dell'isola di Ré; quando riceve da un collega molto noto l'offerta del ruolo secondario in una versione rinnovata del Misantropo di Molière, Serge rifiuta con forza, ma decide di accettare una cinque giorni di full immersion in cui provare il primo atto...
Signor Le Guay, com'è nata l'idea del film?
Philippe Le Guay: E' arrivata da una passeggiata in bicicletta con Fabrice. Io lo dico sempre che bisogna diffidare delle passeggiate con gli attori, perché poi rischi di farci un film. A parte gli scherzi, dopo la famosa passeggiata abbiamo girato insieme Le donne del sesto piano, un giorno si è messo a recitare a memoria la scena prima dell'atto primo del Misantropo e l'idea si è concretizzata. Il legame tra lui e il Molière del misantropo era così forte che mi ha ispirato. Una volta che il personaggio è stato impostato, gli ho messo di fianco Lambert e visto che la storia non avrebbe retto senza una donna, ho pensato di aggiungere il personaggio di un'italiana che desse una luce mediterranea ad un film molto 'atlantico'. Oggi posso dire di aver scritto il film sull'onda di un'improvvisazione jazzistica, spero che venga recepito così.
Lei e Luchini siete amici?
Non so se si può dire questa cosa, con Fabrice hai sempre la sensazione di dover passare un provino per dimostrare qualcosa.
Però è un grande attore che recita la parte di un attore...
Certo, la mia ispirazione sono stati proprio gli attori. Ogni regista li ama e li odia, li ama perché prova affetto verso coloro che reputa i portavoce del proprio pensiero, li odia quando fanno i capricciosi.
La parola agli attori
Lambert, è stato difficile recitare la parte di un attore?
Lambert Wilson: Mi sento talmente poco attore che mi sembra di aver interpretato la parte di un re. No, non è stato difficile, anzi è stato piacevole mostrare il cambiamento di Gauthier che prima è un negato e poi via via migliora; difficile semmai è stato accettare lo specchio che ci ha messo di fronte il regista, uno specchio in cui ci vediamo come siamo nella realtà, con tutte le nostre debolezze.
Quanto la vera vita di Molière, che ad un certo punto della carriera cade in una profonda depressione, l'ha aiutata a scrivere il personaggio di Serge?
Philippe Le Guay: Molto, Alceste, come Serge, è un uomo ferito e deluso dalla razza umana, è un uomo che esprime i suoi pensieri con sincerità.
Cherchez la femme
Maya, da attrice italiana come ti trovi a lavorare in Francia?
Maya Sansa: Bene, benissimo. Noi pensiamo erroneamente che gli italiani non siano molto amati, abbiamo la sensazione che i nostri problemi politici e sociali influenzino il punto di vista dei francesi, e in generale degli stranieri, ma non è così. Ci riconoscono l'allegria, la simpatia, l'eleganza, la sincerità, la spontaneità; sono stata ben accolta e questo ruolo in particolare mi ha molto divertito. Francesca è il doppio femminile di Alceste, all'inizio è brusca, ma la sua è onestà intellettuale.
Eppure Francesca dice di non stimare gli attori perché sono dei narcisi...
Tutti gli esseri umani sono narcisi! Quando scattano una foto, non stanno forse ore ed ore a scegliere quella più bella? L'attenzione all'aspetto fisico è intimamente connessa con il nostro lavoro, ma non è una caratteristica dell'attore. Anzi, l'attore deve allontanarsi dal narcisismo per essere generoso con il personaggio che interpreta.