Dopo la sorprendente standing ovation per l'anteprima di Nowhere Boy, la cui calorosissima accoglienza ha toccato anche l'animo londinese della regista Sam Taylor-Wood e le immancabili irruzioni festivaliere di chi, educatamente, richiama l'attenzione del grande pubblico sui problemi sociali locali, che meriterebbero spazi diversi in altre occasioni, il festival continua sulla sua bella e intraprendente strada. Programma molto fitto quello della seconda giornata del 27esimo Torino Film Festival: uno sforzo enorme e pregevole per accontentare il pubblico di tutti i gusti sembra creare un festival interessante e serio, ma non per questo snob. E la mancanza di una bella madrina agghindata con un look all'ultimo grido all'inaugurazione e le giustificazioni sornione di Gianni Amelio, per levarsi dall'impiccio un po' imbarazzante e sdrammatizzare sull'emozione della sua prima volta a Torino, passa già in secondo piano.
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You wont miss me è invece l'opera seconda di Ry Russo-Young: il film affronta la difficile questione del reinserimento sociale di ex pazienti di ospedali psichiatrici. Nel ruolo della protagonista, Stella Schnabel, figlia del pittore e cineasta Julian. Due opere, queste in concorso, che sono accomunate dal tema portante del coraggio al femminile, che viene messo in scena con due timbri e due stili visivi di segno uguale e opposto.
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Spunta nelle lunghe liste di film anche un horror: Record 12, produzione tedesca e regia a quattro mani di Mario Conte e Simone Wendel, che insieme realizzano un film claustrofobico che vede come vittima una donna sola nella propria casa, incipit classico che si concilia poi con un elemento che ricorda la saga di Saw - L'enigmista: qualcuno fuori da quelle mura la sta spiando e controllando. Che abbia anche lui/lei piani diabolici che non avranno mai fine?
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Tra le grandi presenze di oggi Susan Ray, vedova del regista Nicholas, cui Torino rende omaggio con una fitta retrospettiva: la signora Ray presenta In a Lonely Place film ritenuto grande capolavoro del regista. Gli incassi della proiezione serale dell'opera saranno devoluti dalla Ray alla Nicholas Ray Foundation
Rapporto confidenziale, la sezione dedicata al regista Nicolas Winding Refn, continua invece verso la riesplorazione della sua opera omnia: oggi in programma la penultima pellicola di questo controverso autore, Bronson, film iperviolento e molto coraggioso sul sistema carcerario inglese, su cui riflette con un realismo sgombro di attutimenti, e Fear X, la pellicola della sua sfortuna: il film, girato in America e con John Turturro nel cast, segnò per il regista Refn l'inizio di un'aspra e infernale discesa verso il tracollo finanziario. Un vero e proprio caso che collima con il successo strepitoso presso il pubblico giovane della famosa trilogia inaugurata da Pusher, che vedremo in questi giorni nel corso della rassegna.
Uno sguardo anche al mondo dell'animazione, rigorosamente made in Japan, con i Ga-Nime (sezione Onde), prodotti dalla Toei, che celebra quest'anno i 50 anni di attività, e diretti da famosi artisti sulla scia della contaminazione a 360° tra anime, pittura, musica, letteratura e videogame, introdotti oggi da H.P. Lovecraft's The Dunwich Horror And Other Stories di Kyo Shinagawa sulla figura del grande scrittore dell'orrore primordiale che ereditò genio e visionarietà cupa da Edgar Allan Poe.