Dopo la sorprendente standing ovation per l'anteprima di Nowhere Boy, la cui calorosissima accoglienza ha toccato anche l'animo londinese della regista Sam Taylor-Wood e le immancabili irruzioni festivaliere di chi, educatamente, richiama l'attenzione del grande pubblico sui problemi sociali locali, che meriterebbero spazi diversi in altre occasioni, il festival continua sulla sua bella e intraprendente strada. Programma molto fitto quello della seconda giornata del 27esimo Torino Film Festival: uno sforzo enorme e pregevole per accontentare il pubblico di tutti i gusti sembra creare un festival interessante e serio, ma non per questo snob. E la mancanza di una bella madrina agghindata con un look all'ultimo grido all'inaugurazione e le giustificazioni sornione di Gianni Amelio, per levarsi dall'impiccio un po' imbarazzante e sdrammatizzare sull'emozione della sua prima volta a Torino, passa già in secondo piano.
Il concorso apre i battenti ai film: La nana - The Maid è un film cileno del regista Sebastian Silva che declina con umorismo la tematica di un'"immigrazione" domestica: protagonista una cameriera disperata, convinta che dopo vent'anni di servizio presso una famiglia ne sia diventata parte integrante. Ma capirà presto sulla propria pelle che non si può mai dare niente per scontato. Grazie a una potenziale nemica realizzerà che la vita è fuori.You wont miss me è invece l'opera seconda di Ry Russo-Young: il film affronta la difficile questione del reinserimento sociale di ex pazienti di ospedali psichiatrici. Nel ruolo della protagonista, Stella Schnabel, figlia del pittore e cineasta Julian. Due opere, queste in concorso, che sono accomunate dal tema portante del coraggio al femminile, che viene messo in scena con due timbri e due stili visivi di segno uguale e opposto. Fuori concorso, nella sezione Festa Mobile (Figure con paesaggio), invece l'ultima opera del regista francese Francois Ozon, che torna ad affrontare il tema difficile della maternità, recentemente sviluppato nel film Ricky, con un'opera molto interessante dal titolo Le refuge. La pellicola, che vede per la prima volta sullo schermo il musicista pop Louis-Ronan Choisy, al fianco di Isabelle Carré, racconta la storia di due abbandoni e di due genesi, dipana un intreccio drammatico che collega vite all'apparenza molto differenti che però s'incontrano sul binario del dolore familiare. Ancora nel segno della musica e del ritratto artistico la kermesse torinese: presentato oggi al pubblico Neil Young Trunk Show, biopic che segue quarant'anni della carriera e della vita del musicista Neil Young, amico del regista Jonathan Demme, che con quest'opera torna sugli schermi dopo il drammatico Rachel sta per sposarsi, presentato a Venezia 65.
Spunta nelle lunghe liste di film anche un horror: Record 12, produzione tedesca e regia a quattro mani di Mario Conte e Simone Wendel, che insieme realizzano un film claustrofobico che vede come vittima una donna sola nella propria casa, incipit classico che si concilia poi con un elemento che ricorda la saga di Saw - L'enigmista: qualcuno fuori da quelle mura la sta spiando e controllando. Che abbia anche lui/lei piani diabolici che non avranno mai fine? Evento storico della giornata la proiezione integrale del film cult di Emir Kusturica, Underground, che sarà proiettato in una versione di oltre sei ore. Per chi voglia riscoprire e approfondire l'opera di uno dei più bravi cineasti europei e per chi voglia immergersi nello stile e nelle tematiche di un cineasta inconfondibile.
Tra le grandi presenze di oggi Susan Ray, vedova del regista Nicholas, cui Torino rende omaggio con una fitta retrospettiva: la signora Ray presenta In a Lonely Place film ritenuto grande capolavoro del regista. Gli incassi della proiezione serale dell'opera saranno devoluti dalla Ray alla Nicholas Ray Foundation
Rapporto confidenziale, la sezione dedicata al regista Nicolas Winding Refn, continua invece verso la riesplorazione della sua opera omnia: oggi in programma la penultima pellicola di questo controverso autore, Bronson, film iperviolento e molto coraggioso sul sistema carcerario inglese, su cui riflette con un realismo sgombro di attutimenti, e Fear X, la pellicola della sua sfortuna: il film, girato in America e con John Turturro nel cast, segnò per il regista Refn l'inizio di un'aspra e infernale discesa verso il tracollo finanziario. Un vero e proprio caso che collima con il successo strepitoso presso il pubblico giovane della famosa trilogia inaugurata da Pusher, che vedremo in questi giorni nel corso della rassegna.
Uno sguardo anche al mondo dell'animazione, rigorosamente made in Japan, con i Ga-Nime (sezione Onde), prodotti dalla Toei, che celebra quest'anno i 50 anni di attività, e diretti da famosi artisti sulla scia della contaminazione a 360° tra anime, pittura, musica, letteratura e videogame, introdotti oggi da H.P. Lovecraft's The Dunwich Horror And Other Stories di Kyo Shinagawa sulla figura del grande scrittore dell'orrore primordiale che ereditò genio e visionarietà cupa da Edgar Allan Poe.