Timo Tjahjanto non ha dubbi, non sono le scene esplosive né gli effetti speciali a fare la differenza in un film action. Tutto, infatti, si concentra nei personaggi. Sfida non facile quella del regista indonesiano - alle spalle una lunga carriera nel cinema di genere - che ha ereditato il marchio di Io sono nessuno da Il'ja Najšuller. Una sfida vinta, complice il cast - del resto, quando c'è Bob Odenkirk è impossibile sbagliare -, l'umorismo e il sentimento, che parte proprio dalla famiglia del protagonista, Hutch, revisore governativo chiamato a fare "il lavoro sporco", e che in Io sono nessuno 2 avrà a che fare con un traffico di droga organizzato in una piccola cittadina vacanziera. A tirare le fila criminali, una spietata Sharon Stone.

Come spiega Timo Tjahjanto a Movieplayer.it, durante il junket organizzato per l'uscita della pellicola. "Il film affronta il problema delle famiglie moderne, in particolare la difficoltà di conciliare la carriera e la vita personale". E prosegue "Vediamo la lotta del protagonista, che deve gestire la sua vita segreta e al tempo stesso mantenere l'armonia con la moglie e i figli. È una battaglia in cui molti uomini di mezza età possono identificarsi, e il film mostra anche il punto di vista della moglie, rendendo il tutto ancora più riconoscibile".
Io sono nessuno 2: dietro le quinte con Timo Tjahjanto

Parlavamo di azione, e di quanto sia un elemento imprescindibile della saga con Bob Odenkirk. Io sono nessuno 2 dimostra però quanto sia il cuore a fare la differenza, e quanto sia importante una scrittura capace di avere la giusta personalità. Il regista spiega che: "Puoi avere la migliore coreografia d'azione, ma se il pubblico non si connette con i personaggi, il film fallisce. Per questo motivo, quando progettiamo le scene action, ci concentriamo sempre su come l'azione influenza i personaggi, che sia il protagonista o l'antagonista. L'azione diventa quindi un'estensione della loro personalità e serve a spiegare chi sono".

Hutch Mansell, colpo su colpo, è anche il perfetto normal man portato fuori giri. Perfetto per essere declinato al cinema. Secondo Timo Tjahjanto, queste figure "Funzionano perché è facile immedesimarsi in loro. Prendiamo l'esempio di Hutch Mansell: il suo problema è comprensibile. L'idea che un uomo possa essere forte e al tempo stesso imperfetto, con paure e fragilità, lo rende autentico. A differenza dei supereroi, questi personaggi hanno difetti. Hutch, per esempio, oltre alla sua carriera segreta, è come noi: deve buttare la spazzatura e dare il buongiorno alla sua famiglia. Questa normalità lo rende incredibilmente riconoscibile e amato dal pubblico".
Il fattore Bon Odenkirk
Nemmeno a dirlo, ciò che fa la differenza in Io sono nessuno è appunto Bob Odenkirk. Alla fine del nostro slot d'intervista, il regista confida quanto l'attore sia "incredibile". E prosegue: "È un gran lavoratore con un'etica professionale eccezionale: è sempre il primo ad arrivare sul set e l'ultimo ad andarsene. È anche molto divertente, con un senso dell'umorismo unico e un po' oscuro che apprezzo molto. Inoltre, è un ottimo padre e mi racconta spesso della sua vita. Ha costruito la sua carriera da zero, e il suo duro lavoro e la sua umiltà lo rendono una persona che stimo profondamente".