Per la serie, piccoli autori crescono (anche se tanto piccoli, nel senso di importanza, in fondo non sono), anche per Gabriele Pignotta, attore e drammaturgo, una lunga gavetta in televisione come intrattenitore e stand up comedian, è arrivato il momento di debuttare alla regia e lo fa con una commedia romantica, Ti sposo ma non troppo, già presentata con successo a teatro, che è un inno all'amore e soprattutto alla confusione sentimentale che regna sovrana in questi tempi di social network selvaggio.
Protagonisti sono una donna delusa, Vanessa Incontrada, appena mollata all'altare, l'uomo che la fa capitolare, un fisioterapista che finge di essere psicologo per poterla sedurre, interpretato dallo stesso regista, e una coppia che guarda caso entra in crisi alla vigilia delle nozze (Chiara Francini e Fabio Avaro), dilaniata dalla routine e dalle continue ingerenze dei genitori di lei. Cupido ha il suo bel da fare a gestire la situazione, ma in un turbinio di colpi di scena, rivelazioni imbarazzanti, faccia a faccia tormentati, la soluzione si presenterà limpida agli occhi dei quattro.
Identikit di un giovane mattatore
Co-sceneggiatore dell'ultimo film di Carlo Verdone, Sotto una buona stella, Gabriele Pignotta dimostra di conoscere bene i tempi comici e per questo esordio (Teodora distribuisce in 150 copie, finora il numero più alto di copie distribuite dalla casa fondata da Vieri Razzini e Cesare Petrillo) ha cercato di far tesoro degli insegnamenti avuti dai suoi maestri e dalle ispirazioni più o meno inconsapevoli, come la rom-com inglese (Quattro matrimoni e un funerale, Love Actually - l'amore davvero e Notting Hill) e, naturalmente, Woody Allen. Da Ostia, località alle porte di Roma, vicino al mare, al set, il passo non è stato brevissimo. Prima il festival di Castrocaro Terme nel 1995, poi la collaborazione con Raffaella Carrà e Sergio Japino, lo spazio 'autogestito' nel programma di Alda D'Eusanio, Al posto tuo, e i programmi scritti per Sky (Shake.it e The Soup); è il teatro, però, il grande amore di Pignotta che confeziona cinque commedie molto apprezzate dal pubblico. "Se mi chiedono quale delle due cose preferisco tra cinema e teatro rispondo che non saprei scegliere. E non si dovrebbe nemmeno fare - racconta -. Solo in Italia si pensa che possano esserci delle differenze di approccio tra queste due arti, ma non è così. Ad esempio mi sono accorto che il mio modo di scrivere testi è molto più vicino al cinema di quanto si possa pensare. Abbozzavo commedie con diciotto location, immaginavo dissolvenze, una colonna sonora che partiva. Sarà per questo, forse, che ho sempre sognato di dirigere un film; il teatro per me è stato un grande allenamento all'emotività. Spero di continuare a cimentarmi in entrambe le situazioni, con la consapevolezza che pancia e cuore rimangono intatti, anche se gli strumenti sono diversi".
Un sogno che si avvera
Fatica a trattenere la soddisfazione l'autore capitolino, felice di aver potuto realizzare il sogno di firmare un film. "Lavorando e volendolo le cose possono essere cambiate - aggiunge -, in questo mestiere la determinazione conta tantissimo. E' come se stessi corteggiando una donna bellissima che finalmente mi concede le prime uscite. E' un miracolo. Questo film è un esempio di come una cosa fatta con il cuore possa sviluppare un'energia nuova". Di energia ed empatia parla anche il produttore della pellicola, Marco Belardi, che con la sua Lotus ha fatto sì che il progetto si concretizzasse. "Sono sempre andato a teatro e le commedie di Gabriele mi hanno incuriosito da subito - dice -, il pubblico rispondeva in maniera eccezionale. Dovevo e volevo fare un film con lui e abbiamo iniziato la nostra collaborazione". "Evidentemente - continua Pignotta -, con Marco condividiamo l'esperienza comune della gavetta, nessuno ci ha mai regalato niente, proprio per questo la soddisfazione e la voglia di farcela insieme è ancora più grande".
Come nasce una commedia di successo
Spettatore onnivoro, con netta preferenza per le commedie sentimentali, Pignotta racconta così la genesi della storia. "All'inizio le mie commedie non parlavano d'amore, pensavo che fosse una trappola da evitare - spiega -, era il pubblico però che me le chiedeva e allora mi sono messo a tavolino. All'epoca si era appena chiusa una lunga relazione e nel testo ho messo proprio questa sensazione, unita alla leggerezza per un nuovo amore che stava per nascere". Contagiata dalla freschezza del progetto, Vanessa Incontrada ha solo parole d'elogio per il suo nuovo amico Gabriele.
"Ho amato subito la sceneggiatura, così ricca di ritmo, leggerezza, semplicità - afferma l'attrice italo-spagnola -. L'amore viene descritto con comicità ed emozione, mai in maniera sopra le righe e con una grande attenzione ai personaggi femminili. Poi quando ho incontrato Marco e Gabriele è nato subito un grande feeling, una familiarità che non mi aspettavo di certo. Credo fermamente nelle opere prime; con il rispetto per i grandi del nostro cinema, bisogna dare spazio a gente nuova, colleghi che potrebbero spaccare ma che spesso vengono bloccati. E che palle! (ride)Godetevi la vita, aprite un agriturismo, no?".
Mamme come noi
Non potevano mancare nel film due figure materne agli antipodi, quella 'nordica', incarnata da Catherine Spaak, madre della protagonista e quella interpretata dalla bravissima Paola Tiziana Cruciani, mamma impicciona e ingombrante di Chiara Francini. "Quando ho incontrato Gabriele ho subìto il suo fascino, il suo modo sincero di essere - spiega la Spaak -, è nato un rapporto umano di simpatia ed empatia che mi ha spinto a partecipare, anche se in minima parte. Le persone della mia generazione hanno il dovere di mettersi a disposizione dei giovani per aiutarli e contribuire alla buona riuscita delle loro opere prime. Viva i vecchi che sono capaci di credere nei giovani! Quanto al mio personaggio, beh, mi somiglia molto. Noi del nord siamo dell'idea che i figli debbano volare via felici e sereni e questo lo condivido pienamente". Pensiero supportato anche dall'omologa Cruciani che dedica un pensiero al suo regista. "Gabriele lo conosco da tempi non sospetti - dice -, e per lui ho una grande stima, siamo entrambi attori che faticano e partecipo volentieri alle opere prime. La prima è garantita, le altre non si sa".
Cinema e teatro, per Pignotta pari sono
Ormai pronto per il debutto al cinema (e attualmente sta scrivendo il prossimo film di Natale targato De Laurentiis), Pignotta non ha alcuna intenzione di lasciare il teatro. "Sarebbe come rinunciare a una gamba, è impossibile, ci si innamora del teatro e un attore deve avere rapporto con la platea - rivela -, questo è il termometro della carriera ed è un modo per restituire al pubblico quell'energia che altrimenti rimarrebbe inespressa". Eppure è felice di aver scelto il biglietto da visita migliore per presentarsi in sala. "Marco ha voluto farmi iniziare in maniera semplice, con una storia che potesse essere trasversale, non pretestuosa e che divertisse in maniera pulita. Il pubblico ama le storie d'amore, l'amore è il sale della vita, la giornata cambia se il tuo compagno o la tua compagna ti hanno detto ti amo".