La giornata conclusiva del Think Forward Film Festival, dopo l'incontro tra il metereologo e climatologo Luca Mercalli con gli studenti delle scuole superiori, si è aperta con la proiezione del film Il mio amico Nanuk alla presenza del regista Brando Quilici, che ha introdotto la storia del simpatico orsetto e dell'avventuroso viaggio compiuto dal giovane protagonista per riunire il cucciolo con la madre, dando vita a una straordinaria amicizia.
L'atmosfera si è mantenuta un po' leggera e aperta a un possibile lieto fine con il documentario canadese Living on the Edge in cui la regista Susan Woodfine racconta i cambiamenti climatici in atto nell'area est del Québec attraverso la vita quotidiana della fotografa Joan Sullivan che ha deciso di impegnarsi come artista e al tempo stesso in modo più pratico coltivando e vendendo i prodotti della sua terra in un mercato locale, andando incontro anche a grandi problemi economici e a imprevedibili problemi ambientali che possono portare alla distruzione di buona parte del raccolto. Un atteggiamento, quello di Joan, positivo e proattivo nei confronti dei cambiamenti climatici che tutti possono prendere ad esempio.
Una tavola rotonda dedicata all'alimentazione e ai piccoli errori quotidiani
I contenuti di Living on the Edge sono stati un ottimo spunto pr iniziare la tavola rotonda dedicata all'Alimentazione e cambiamenti climatici a cui hanno partecipato le giurate Cristiana Pulcinelli e Isabella Ragonese, e Nadia Mirabella di Eniscuola, che venerdì ha discusso con i bambini delle scuole elementari di cibo, acqua ed energia. L'incontro ha permesso di offrire un ottimo spunto di riflessione sull'impatto emotivo che il cinema può avere sulle persone, aspetto che, a lungo andare, può condurre a compiere delle scelte critiche e a provare a rimediare agli errori compiuti in campo alimentari, fatti prevalentemente per pigrizia e in base a una valutazione non del tutto corretta del prezzo. Il dibattito ha poi permesso di regalare un po' di leggerezza e ironia parlando di cibo e cinema, attraverso gli interventi dei direttori artistici del festival, Alberto Crespi e Rocco Giurato, e dell'attrice Isabella Ragonese che ha condiviso qualche curiosità e aneddoto su quello che accade sul set.
La commovente storia dell'importanza di una fotografia
Ottimismo e un pizzico di commozione contraddistinguono poi il documentario One in a million in cui la telecamera di Toby Richards segue il tentativo, apparentemente impossibile, di ritrovare la bambina keniota ritratta in una foto pubblicata sul quotidiano The Guardian scattata dal fotografo Marco Longari nella più grande baraccopoli d'Africa, Kibera, che ritraeva il dramma vissuto da chi non ha accesso all'acqua potabile. Uno scatto che ha cambiato per sempre la vita di Duncan Doose che, vedendolo, ha deciso di impegnarsi attivamente fondendo la One Foundation. La ricerca, inaspettatamente, ha un esito postivo ma al tempo stesso fa emergere la tragedia vissuta dalla ragazza durante un incontro emozionante che punta il riflettore sulla situazione di chi vive in povertà in ogni angolo del mondo.
Premi ufficiali e una speciale anteprima
Dopo una replica di alcuni dei cortometraggi in concorso, è giunto quindi il momento del gran finale con le premiazioni di questa quarta edizione del Think Forward Film Festival. La giuria ha assegnato il premio come Miglior Film a Fosca Liebre diretto da Victoria Karmin, e due menzioni speciali a The Most Important Drop of Water di Abdel Filòs, e Matress firmato dalla regista canadese Michelle Kee. Il pubblico ha invece preferito assegnare la propria preferenza a Chasquis, il breve documentario proveniente del Perù. A chiudere la due giorni all'insegna di cinema e scienza è stata infine l'anteprima dei due mediometraggi di Jonathan Nossiter, che ha inviato uno speciale saluto al pubblico non potendo essere presente a Venezia, che verranno inseriti tra i contenuti extra del dvd di Resistenza naturale: Resistenza Alsaziana e Desistenza a Milano, che approfondiscono i temi al centro del lungometraggio dedicato a quattro vignaioli decisi a seguire metodi più naturali per coltivare la propria uva.