The White Princess: intrighi politici e passioni per una miniserie imperfetta ma intrigante

I romanzi scritti da Philippa Gregory ritornano in tv dopo The White Queen con un progetto sequel non all'altezza del precedente.

The White Princess riporta sul piccolo schermo le storie dei personaggi storici al centro dei romanzi scritti da Philippa Gregory, dopo la buona accoglienza riservata a The White Queen.
La trama della miniserie in arrivo su TIMVision, tecnicamente un sequel pur non potendo contare sullo stesso cast, ruota infatti intorno a Lizzie, la principessa di York che è stata promessa in sposa nel 1485 al re Enrico VII nel tentativo di porre fine alla lotta che vedeva contrapposte la casata dei Lancaster e quella degli York.
Il libro pubblicato nel 2013 segue quindi la vita della giovane, ruolo affidato all'attrice Jodie Comer, proponendo questa volta un approccio molto libero ai fatti storici e dando spazio agli intrighi politici e sentimentali ambientati a corte.

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Un matrimonio non voluto

The White Princess: una foto della serie
The White Princess: una foto della serie

Gli eventi riprendono da dove si era interrotta la serie precedente con protagonista Rebecca Ferguson: Riccardo III è stato battuto a Bosworth ed Elizabeth di York (Comer) viene portata a corte per sposare Henry Tudor (Jacob Collins-Levy). Il matrimonio combinato per questioni politiche porta la giovane ad odiare il sovrano, riponendo le sue speranze nel giovane fratello Richard che si era nascosto con l'ordine di fuggire e fingersi il figlio di una coppia povera e umile, nella speranza di riunire i propri alleati e rivendicare il trono che gli spetta di diritto. Margaret Beaufort (Michelle Fairley), madre di Henry, si rende conto che l'unione potrebbe essere rischiosa, considerando il carattere della giovane e i piani di sua madre Elizabeth Woodville (Essie Davis), tuttavia la ritiene l'unica soluzione possibile.
Lizzie, inoltre, viene costretta a rimanere incinta prima di arrivare all'altare per dimostrare la propria capacità di dare al re un erede, situazione che alimenta il suo odio per la famiglia "nemica". Sua madre scopre poi che Lady Margaret ha fatto sterminare tutti i bambini dell'età di suo fratello Richard per assicurarsi che nessuno potesse reclamare il trono, e la ragazza sembra quindi determinata a fare tutto il possibile per sostenere la causa degli York. Dopo la nascita di suo figlio Arthur, tuttavia, la giovane regina inizia ad avere dei dubbi, mentre la madre continua a cercare un modo per sostenere la ribellione e togliere il potere a Henry.

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Una protagonista poco convincente

The White Princess: Jodie Comer in una foto della serie
The White Princess: Jodie Comer in una foto della serie

L'adattamento in otto puntate del romanzo scritto dalla Gregory, per sua stessa natura, non propone una ricostruzione storica accurata del regno di Enrico VII, dando maggiore spazio alle vicende personali delle pedine coinvolte nella lotta per il potere. Freya Mavor non riprende il ruolo di Elizabeth di York, passando il testimone a Jodie Comer che, purtroppo, non riesce a convincere del tutto con la sua interpretazione che rimane emotivamente poco espressiva e incapace di attribuire al personaggio le sfumature necessarie a giustificarne il quasi totale cambiamento che avviene nella seconda parte della miniserie. Se la determinazione di Lizzie nelle prime puntate appare credibile e sincera, la sua successiva devozione e freddezza appaiono artefatte e quasi improvvise, lasciando il compito a quello che la circonda di spiegarne le motivazioni alla base.
L'attrice, che aveva invece invece dimostrato il proprio talento in Thirteen e My Mad Fat Diary, non viene nemmeno aiutata dalla sceneggiatura che decide, quasi inspiegabilmente, di compiere dei salti temporali che penalizzano in modo significativo la possibile evoluzione dei protagonisti. Il confronto con le performance di Rebecca Ferguson e di Freya Mavor risulta così a sfavore di Jodie, penalizzata da un adattamento poco curato e meno avvincente rispetto a The White Queen. L'intero cast, con l'eccezione di Michelle Fairley, Vincent Regan e Rebecca Benson, appaiono comunque in difficoltà nel dover gestire una storia che non trova l'equilibrio tra approccio storico e quello quasi dai toni di soap opera a sfumature dark.
L'ex Catelyn Stark de Il trono di spade emerge così come la reale protagonista della miniserie, delineando la sua Margaret Beaufort come una donna che ha sacrificato molto a livello personale, e non solo, pur di far diventare re il figlio, grazie all'interpretazione mai sopra le righe dell'attrice, pur essendo alle prese con l'astuzia, il cinismo e la disperazione che contraddistinguono la madre di Henry.

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Personaggi fin troppo secondari

The White Princess: Suki Waterhouse e Michelle Fairley in una foto della serie
The White Princess: Suki Waterhouse e Michelle Fairley in una foto della serie

La produttrice Emma Frost e il suo team di sceneggiatori si avvicinano alla storia di Lizzie e di Henry cercando di creare un contesto coinvolgente per gli spettatori in cui dare spazio ai tanti personaggi secondari, ma importanti, presenti tra le pagine dell'opera letteraria. Il passaggio al piccolo schermo non giova però ad alcune presenze come quella di Cecily, la sorella di Lizzie, interpretata da Suki Waterhouse e sfruttata per alcuni episodi per creare un contrasto caratteriale con la protagonista e rappresentare quasi una "spia" all'interno del nucleo famigliare, facendola poi uscire di scena senza mai averle dato la possibilità di uscire dai limiti di una figura stereotipata.

The White Princess: Patrick Gibson in una foto della miniserie
The White Princess: Patrick Gibson in una foto della miniserie

Attori di talento come Richard Dillane e Vincent Regan non sono stati sfruttati a dovere, mentre Patrick Gibson, nel cast anche di The OA, e Rebecca Benson strappano qualche emozione nelle ultime puntate, nel portare in scena la svolta drammatica degli eventi.
Tra le brevi apparizioni presenti in The White Princess c'è anche quella di Rossy de Palma che recita nell'affettato ruolo di Isabella di Castiglia, lasciando un po' di dispiacere nel non poter assistere a maggiori interazioni tra la regina spagnola e quella inglese.

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Un progetto penalizzato dal budget

The White Princess: un'immagine della serie
The White Princess: un'immagine della serie

A sostenere altri progetti analoghi in passato erano stata la capacità di ricostruire un'epoca tramite i costumi, l'atmosfera e le sequenze di battaglia. The White Princess non eccelle per quanto riguarda lo splendore e l'accuratezza degli abiti o delle scenografie, e nemmeno per i passaggi più ricchi d'azione, situazioni in cui emergono in modo evidente i limiti di un budget non elevato, con scontri tra i due eserciti approssimativi e statici senza alcun possibile paragone con il livello raggiunto ad esempio da Il trono di spade o qualche gradino più sotto da Vikings.
L'elemento più intrigante è invece quello legato al susseguirsi di complotti politici, tra attentati, lettere inviate in segreto, finti e veri pretendenti al trono, passioni sfruttate per ottenere favori, e persino un pizzico di stregoneria. Philippa Gregory arricchisce i suoi romanzi con questi tasselli utilizzati con sapienza per comporre un puzzle ben più ampio e l'adattamento prodotto da Starz riesce a mantenere viva l'attenzione creando un'atmosfera piuttosto densa e dark, in cui l'ambizione personale porta a compiere scelte terribili che minano persino la propria umanità. Quasi nessuno dei personaggi risulta in questo modo innocente, ribadendo con chiarezza le responsabilità e le conseguenze legate al potere, creando ad esempio un netto contrasto tra la Lizzie che si ribella pur di aiutare economicamente la sua popolazione e quella disposta a tutto pur di conservare il controllo sul regno.
The White Princess delude inoltre per la poca attenzione data a quanto vissuto dalla popolazione durante la Guerra delle Rose, non approfondendo mai la visione delle persone comuni nei confronti della guerra politica in corso.

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Tra gli aspetti positivi, invece, c'è l'approccio alla storia dal punto di vista delle donne, facendone emergere l'importanza anche in una società e una situazione politica dominata esteriormente dagli uomini. Lizzie, Margaret ed Elizabeth, senza dimenticare la duchessa di Borgogna o Maggie che compie il cambiamento più significativo, devono sopravvivere in una realtà che le vorrebbe relegate nell'ombra, obbligate a rinunciare all'amore essendo uno strumento utile e necessario per stringere accordi politici ed economici, e incapaci di evadere dalla gabbia non fisica in cui vengono rinchiuse dalle tradizioni. La miniserie sa trasmettere il senso di oppressione e le responsabilità che gravavano sulle spalle delle donne di ogni età messe alla prova costantemente con conflitti interiori e scelte difficili e, nonostante una rappresentazione emotiva piuttosto limitata, ribadisce il ruolo centrale avuto da queste figure storiche nel plasmare l'epoca in cui hanno vissuto e quelle successive.

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Conclusione

Rispetto a The White Queen gli otto episodi che compongono The White Princess rappresentano un passo indietro a livello tecnico e artistico, sotto quasi tutti i punti di vista. La miniserie, tuttavia, riesce a intrattenere e coinvolgere chi non è alla ricerca di una ricostruzione storica verosimile e appezza i racconti al femminile che mescolano molta finzione con un pizzico di realtà. La buona interpretazione di Michelle Fairley mette in secondo piano la performance fin troppo trattenuta emotivamente fatta da Jodie Comer e il risultato è un progetto non privo di fascino che porta in scena conflitti interiori e politici, trascinando lo spettatore in un mondo la cui complessità viene solo sfiorata, lasciando la voglia di scoprire qualche dettaglio in più sulla Guerra delle Rose e sulle conseguenze drammatiche della rivalità che ha segnato delle pagine importanti della storia inglese.

The White Princess: una foto della miniserie
The White Princess: una foto della miniserie