Messa in onda per la prima volta in Gran Bretagna nel novembre del 2006, The State Within - Giochi di potere è una miniserie britannica in 6 puntate in concorso a questa prima edizione del Roma Fiction Fest. Proiettato in anteprima assoluta (escludendo UK e USA) sul grande schermo del festival romano della fiction, il primo episodio della serie prodotta dalla BBC ha mantenuto fede alle attese regalando 50 piacevoli minuti tra le stanze dei bottoni della politica e dell'Intelligence mondiale. L'argomento di grande attualità ha reso The State Within, suo malgrado, una delle serie più attese di questo festival. Il perché lo si capisce immediatamente, dopo soli 5 minuti di proiezione
Le premesse: una linea di volo britannica esplode in aria durante il decollo dall'aeroporto di Washington. Sir Mark Brydon, l'Ambasciatore britannico negli USA, è appena uscito dall'aeroporto e dopo l'esplosione rimane coinvolto in un tamponamento su una delle strade adiacenti. Poche ore più tardi, mentre gli Stati Uniti sono ancora sotto shock e si contano le vittime, scoppia il putiferio tra le rappresentanze diplomatiche dei due Paesi. A quanto pare a causare l'esplosione è stata infatti una bomba, portata a bordo da un terrorista islamico di nazionalità britannica. Proprio mentre Brydon cerca di ricompattare i rapporti istituzionali, il governatore della Virginia dichiara lo stato di massima allerta e mette in atto alcune gravi restrizioni della libertà personale di tutti i cittadini britannici di religione musulmana residenti nei suoi confini.
Ad aggravare la già delicatissima situazione internazionale, l'arrivo negli USA di un ex-ambasciatore inglese che ha deciso di dedicarsi alle battaglie umanitarie. Quando il parà inglese Luke Gardner viene condannato a morte, per un crimine che dice di non aver mai commesso, i suoi commilitoni in Virginia preparano un'azione militare privata che si scoprirà essere una manovra interamente pagata dal governo degli Stati Uniti...
The State Within è nn brillante e concitato action-thriller di spionaggio, contraddistinto da un contesto e da una recitazione molto 'british', ma diretto con il piglio di Hollywood, con uno stile moderno e ritmato che poco ha da invidiare ai migliori blockbuster del genere. Protagonista, nei panni dell'Ambasciatore, un affascinante Jason Isaacs, magistrale nell'interpretare lo smarrimento e il dubbio che si insinua col passare dei minuti nella testa del suo personaggio, un uomo combattuto tra il senso del dovere e il suo ruolo istituzionale, costretto a sacrificare la verità in nome delle aspettative del mondo che lo circonda, condannato - come tutti gli uomini di rappresentanza - a nascondersi costantemente dietro ad una maschera.
La serie si posiziona a metà strada tra 24 e Prison Break e racconta temporalmente 17 giorni di vita quotidiana dell'Ambasciatore britannico negli Stati Uniti, un uomo che scopre di non potersi fidare neanche dei suoi più stretti collaboratori e di essere vittima delle macchinazioni di un sistema troppo marcio per poter essere guidato da uomini per bene.
Non è stato affatto facile accontentarsi della prima puntata, sarebbe stato interessantissimo poter seguire la proiezione integrale di tutti e 6 gli episodi. Le scenografie, gli effetti speciali (in particolar modo quelli riguardanti il disastro aereo) nonché la fotografia, sono a livelli altissimi. Forse qualcosa di simile lo si è raggiunto solo in Lost. Scritto a quattro mani da Lizzie Mickery e Dan Percival, The State Within è un complesso intreccio di relazioni, di personaggi, di passioni e di inganni, capace di tenere lo spettatore incollato al teleschermo senza la minima distrazione. Girato tra Washington, Canada e Londra, The State Within è diretto per metà da Michael Offer (sono suoi i primi 3 episodi) e dallo sceneggiatore Dan Percival. La risposta del pubblico britannico è stata ottima, con ascolti che per la prima puntata hanno sfiorato i 6 milioni di spettatori.