Chi è appassionato di disaster movie guarda ormai da diverso tempo con attenzione alle proposte che provengono dalla Norvegia, dato che negli ultimi anni il Paese scandinavo ha visto i blockbuster locali concentrarsi proprio sul suddetto filone. Basti pensare a due tra i titoli più famosi, ovvero il dittico formato da The Wave (2015) e The Quake - Il terremoto del secolo (2018), entrambi distribuiti anche sui nostri lidi.
Come spesso accade l'assassino torna sul luogo del delitto e dietro la macchina da presa di The North Sea troviamo proprio quel John Andreas Andersen che aveva già firmato lo spettacolare sisma cinematografico: in quest'occasione non è un evento tellurico, ma la vastità dell'oceano che diventa un pericolo sempre più imminente per i destini dei protagonisti, ancora una volta persone comuni alle prese con una situazione più grande di loro.
Le origini del disastro
La vigilia di Natale del 1969 le autorità norvegesi hanno annunciato la prossima realizzazione di una delle piattaforme petrolifere più grandi al mondo, in grado di garantire uno sviluppo energetico sulla carta fondamentale per lo sviluppo della nazione. Ekofisk, questo il nome del progetto, assume così un'importanza capitale e permette al governo di mettere in mostra i muscoli. Ma dietro un'impresa così imponente si nascondono rischi altrettanto prominenti, che puntualmente si verificano proprio a favor di sceneggiatura. Quando infatti un evento imprevisto mina la stabilità della struttura, viene ordinata un'evacuazione di massa in tutti gli impianti, ma in uno di questi uno dei pozzi di contenimento è rimasto aperto, con conseguenze potenzialmente ancor più gravi qualora qualcosa andasse storto. Per cercare di evitare il peggio Stian, uno dei tecnici, decide di occuparsi in solitario della chiusura, salvo ritrovarsi imprigionato in seguito al collasso della piattaforma. Ogni speranza sembra perduta ma la sua compagna e collega Sofia è pronta a tutta pur di riportarlo a casa sano e salvo...
Le regole del gioco
I topoi del relativo genere sono nuovamente consolidati all'ennesima potenza, ma soprattutto nella prima parte di visione si respira una maggior sobrietà nella gestione di quel senso di attesa facente da antipasto alla rocambolesca mezzora finale, apoteosi all'insegna del puro spettacolo visivo. Il mare invaso da fiamme gigantesche che si propagano a una velocità spaventosa regala dei momenti esteticamente avvincenti e mostra la qualità degli effetti speciali, che non hanno nulla da invidiare alle omologhe produzioni hollywoodiane. Proprio nel suo aggrapparsi ad una vicenda più trattenuta e meno schiava dell'emotività, The North Sea paga parzialmente un velato didascalismo, con quanto avvenente nelle stanze del potere - dove politici e uomini d'affari gestiscono il destino della gente comune - che rischia in alcuni di frangenti di prendere eccessivamente il sopravvento, penalizzando un poco il ritmo narrativo. Non è un caso che si citi il caso famoso e realmente accaduto della Deepwater Horizon, già adattato su grande schermo in Deepwater - Inferno sull'oceano (2016) con Mark Wahlberg, per spiegare la gravità del danno ambientale che potrebbe derivare dall'incidente.
Fino all'ultimo secondo
Pur a dispetto di qualche imprecisione in fase di scrittura, il film sa comunque come tenere il pubblico incollato fino ai titoli di coda, anche per via del buon legame empatico che riesce a creare nei confronti dei personaggi principali, con una coppia - e un "terzo incomodo" - a lottare per la salvezza in quella che diventa una lotta contro il tempo sempre più disperata e dalle sfumature claustrofobiche, con le acque dei fondali che rischiano di trasformarsi in un'ipotetica tomba se il fato non dovesse voltare a loro sostegno. The North Sea offre insomma un intrattenimento piacevolmente old school, che sembra sbucare direttamente dagli anni '90 in un'ottica però autoctona, con i rimandi alla relativa cultura che fanno più volte capolino: a inizio film ad una festa non si pasteggia con salsiccia e coca cola, ma deve essere immancabile la birra.
Conclusioni
Un disastro annunciato a bordo di una piattaforma petrolifera rischia di provocare gravi danni all'ambiente ma non è questo il cuore narrativo alla base di The North Sea, che si concentra invece sulla disperata missione di salvataggio intrapresa da una giovane donna nel tentativo di salvare l'uomo che ama, rimasto intrappolato in quella struttura affondata in mezzo al mare. Un disaster movie in piena regola che conferma lo stato di grazia del cinema norvegese nel relativo filone, che negli ultimi anni ci ha regalato titoli meritevoli che guardano ai classici hollywoodiani a tema, con un'ampia dose di sana retorica, emozioni (pre)potenti ed effetti speciali notevoli che non hanno niente da invidiare a produzioni più blasonate.
Perché ci piace
- Effetti speciali di ottima qualità che garantiscono un sano spettacolo a tema.
- Tutti gli archetipi dei disaster movie classici sono garantiti, per un intrattenimento teso ed emozionante.
Cosa non va
- La sceneggiatura paga alcune ovvietà nella gestione di personaggi ed eventi.