Gli amanti dell'approfondimento politico intuiranno il valore di The Looming Tower fin dal primo, lucido episodio diretto da Alex Gibney. Il documentarista è produttore esecutivo della serie disponibile dal 9 marzo su Amazon Prime Video (qui potete iscrivervi e testare la piattaforma streaming, i primi 30 giorni sono gratis), e la sua impronta è presente nell'asciuttezza e nel ritmo spedito con cui viene snocciolata la scia di eventi che hanno condotto all'11 settembre 2001, agli attentati che hanno causato il crollo delle Torri Gemelle e alla strategia del terrore che ha cambiato per sempre il volto dell'Occidente scosso dallo spettro di Al Qaeda.
Grande televisione, antispettacolare al punto giusto, The Looming Tower schiva i vezzi di certa serialità commerciale dando vita a un prodotto di grande qualità che approfondisce i retroscena dei rapporti tra Occidente, Africa e Medio Oriente facendo luce sulla fitta rete di eventi che ha portato all'ascesa di Osama Bin Laden e al crollo delle Torri Gemelle. Lo show, basato sul libro di Lawrence Wright, Premio Pulitzer nel 2006, The Looming Tower: Al-Qaeda and the Road to 9/11, segue due binari paralleli: da una parte offre uno scorcio del panorama internazionale in un collage di luoghi in cui si verificano fatti chiave alla base dell'escalation del terrorismo islamico, dall'altra si focalizza sulla guerra intestina tra CIA ed FBI, entrambe a caccia di informazioni essenziali per la lotta al terrorismo, entrambe poco interessate a condividerle con l'ente rivale per evitare di vedersi sottratto il merito.
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I personaggi tra carisma ed eccessi
L'andamento documentaristico pone al centro della storia i fatti più che i personaggi, ma The Looming Tower non potrebbe funzionare senza la presenza di un grande cast. E i protagonisti Jeff Daniels e Peter Sarsgaard offrono due performance eccelse. Daniels, già al centro di un altro show capace di scardinare la serialità tradizionale, l'ottimo The Newsroom, sa essere tanto ambiguo quanto carismatico nel ruolo del discusso John O'Neill, ossessivo capo dell'FBI primo a intuire la minaccia terroristica che incombe sugli Stati Uniti, ma destinato a non essere preso sul serio. Ligio al dovere, O'Neill nasconde una doppia vita fatta di tradimenti coniugali, amore per il lusso e propensione per l'alcool che lo spingono a tentare la scalata per migliorare la propria posizione sociale grazie all'FBI.
La sua nemesi è l'analista della CIA Martin Schmidt (un immenso Peter Sarksgaard). Ruvido e scostante, Schmidt è convinto di essere l'unico in grado di proteggere la propria nazione e rifiuta di collaborare con O'Neill mettendogli, ove possibile, i bastoni tra le ruote. Attorno a queste due figure ruotano una miriade di colleghi e sottoposti, tra i quali si segnalano l'onnipresente Michael Stuhlbarg nei panni di Richard Clarke, membro del Consiglio di Sicurezza nazionale antiterrorismo, e Alec Baldwin in quelli del direttore della CIA George Tenet, ma a spiccare è soprattutto l'agente dell'FBI libanese-americano Ali Soufan. L'interpretazione sentita di Tahar Rahim nei panni del giovane agente pronto a sacrificare il proprio privato per una causa superiore, la difesa della nazione, va di pari passo con il rispetto dei precetti islamici rendendo Soufan una figura chiave della serie che, ove possibile, prova a scuotere gli americani mostrando la complessità che si cela dietro ogni fatto storico.
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Uno sguardo sul passato che riflette il presente
Non è un caso che Ali Soufan, islamista praticante, sia la figura più positiva emersa nei primi episodi di The Looming Tower. Come spiega il produttore e sceneggiatore Dan Futterman, in tempi di crisi politico-culturale e di crescente diffidenza verso lo straniero, il coraggioso Ali è l'unico a non nascondere scheletri nell'armadio e il suo comportamento dimostra come i precetti del vero Islam si sposino con la legalità, l'ordine e la sicurezza e non col panico diffuso dai terroristi. A dimostrazione che la concatenazione degli eventi che hanno portato all'11 settembre ha un'origine molto lontana, i primi due episodi di The Looming Tower si focalizzano sugli attentati del 1998 alle ambasciate americane di Nairobi, Kenya, e Dar El Salaam, Tanzania, e sulle indagini di CIA ed FBI. La cronaca delle esplosioni rimbalza debolmente sui media invasi dal gossip sul Sexgate che porterà all'impeachment contro Bill Clinton.
The Looming Tower ricostruisce uno scenario complesso con rapidi tocchi, non risparmiando critiche alla politica americana e mettendo in luce meccanismi che si ripetono oggi come ieri. La sottigliezza nella scrittura e l'asciuttezza nello stile delineano con precisione chirurgica gli errori commessi dalla Casa Bianca, dagli enti governativi e dai media sottolineando come il pericolo di Al Quaeda sia stato ampiamente sottovalutato, con l'esito che ben conosciamo. L'America di Trump è figlia delle scelte fatte negli anni in cui The Looming Tower è ambientata e mettono i brividi le immagini di repertorio che si mescolano a quelle fictional mostrando Osama Bin Laden intento a concedere un'intervista esclusiva a un inviato della ABC in un campo di addestramento sull'Hindu Kush. Nell'intervista Bin Laden annuncia l'arrivo di un attacco imminente contro civili americani. Stacco sugli agenti dell'FBI che seguono distrattamente il proclama per poi spegnere distrattamente la tv e dedicarsi ad altro.
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Una serie che fa luce sulla storia recente
L'America anestetizzata da scandali e polemiche viene ricostruita da Alex Gibney e dagli altri registi coinvolti nello show con rapidi tocchi. Il montaggio è veloce, a tratti concitato. L'azione si sposta dal quartier generale della sezione antiterrorismo dell'FBI a New York alla sede della CIA di Alec Station a Washington D.C., dall'Africa all'Albania passando per il Pakistan e Londra. Le scene si susseguono l'una dopo l'altra grazie a un ritmo incalzante che concede allo spettatore solo brevi pause dedicate ad approfondire il carattere dei personaggi.
Le scritte in sovrimpressione indicano con precisione date e luoghi permettendo di ricostruire un intricato puzzle internazionale che fa da sfondo allo scontro tra O'Neill e Schmidt, ai tentativi del capo dell'FBI di convincere i piani alti del pericolo imminente, ma anche alla sua crisi matrimoniale, al suo voler essere 'larger than life', ai sacrifici personali di Ali Soufan e al suo impegno nel conciliare il lavoro nell'FBI con il suo credo religioso. Lo stile rigoroso è funzionale alla creazione del quadro in cui si vanno a innestare le vicende politiche che determineranno il nostro presente. Con un livello di approfondimento politico così elevato, The Looming Tower richiede da parte dello spettatore uno sforzo per ricostruire la concatenazione di eventi riprodotta col maggior realismo possibile, ma in cambio offre un prodotto di elevata qualità che fa luce su alcune pagine chiave della storia recente.
Movieplayer.it
4.0/5