Grazie a Midnight Factory è emerso finalmente in Italia un film estremamente cupo e disturbante del 2014. Perché in effetti, come vedremo nella recensione di The Lonely Hearts Killers, perdersi questa opera del belga Fabrice du Welz sarebbe stato davvero un peccato. L'ispirazione arriva da uno dei fatti di cronaca americani più truculenti, una love story estrema, tossica e mortale, vissuta oltre il confine della pura follia: i due pazzi e allucinati protagonisti erano Raymond Fernandez e Martha Beck, tristemente noti come "assassini dei cuori solitari", che alla fine degli anni Quaranta massacrarono una serie di donne attempate in cerca di affetto e avventure.
Un crescendo di ferocia tra amore e crudeltà
In The lonely hearts killers i nomi dei protagonisti sono diversi da quelli a cui il film si è ispirato: qui troviamo Gloria (Lola Dueñas), una donna che vive con la figlia piccola, lavora in un obitorio ed è reduce da un matrimonio andato in pezzi, che è in cerca di affetto: attraverso chat per cuori solitari conosce Michel (Laurent Lucas), un playboy che utilizza il suo fascino per sedurre e truffare anziane signore e poi lasciarle al loro destino. Ma anche una volta capita l'indole dell'uomo, Gloria è talmente persa di lui che per rimanergli vicina si farà complice delle sue truffe, presentandosi alle vittime come sua sorella. Ma il patto con Michel è chiaro: nessun rapporto intimo con quelle donne. Solo che inevitabilmente il sesso arriva e lei, travolta dalla gelosia, puntualmente interviene massacrando la malcapitata di turno.
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Atmosfere torbide e morbose in uno sporco Super 16
Il belga Fabrice Du Welz non è decisamente uno a cui piacciono le mezze misure: anche in The Lonely Hearts Killers, come nelle sue opere precedenti, non gira mai scene banali, anzi pigia forte l'acceleratore sulle sequenze forti, torbide, morbose, non trascurando un certo senso estetico e un erotismo inquietante, fatto più di istinti sessuali e crudeltà.
Il regista riesce a creare le atmosfere più adatte al narrato girando tra l'altro in Super 16, dando vita a immagini sporche, granulose, che ben si abbinano alle aberrazioni dei protagonisti. Le infarcisce di primissimi piani, cosi da rendere ancora più claustrofobica la follia della coppia, costruendo alcune sequenze che ricordano trip allucinogeni. È così che lo spettatore viene travolto sensorialmente da un amore patologico ed egoistico, sporco e fortemente ancorato alla carnalità.
Un rapporto malato e lo spiazzante capovolgersi dei ruoli
In questo percorso, du Welz non esita a sbattere in faccia allo spettatore raccapriccianti delitti, pieni di furore autentico, e smembramenti di corpi. Eppure più del sangue sparso in abbondanza, a colpire è soprattutto il crescendo malato del rapporto tra i due protagonisti, che vede uno spiazzante capovolgersi dei ruoli.
La Gloria dell'inizio, timida, incerta e spaurita, pur di non restare sola si trasforma in una feroce e spietata assassina senza scrupoli, mentre lui da predatore diventa succube della furiosa gelosia della donna, che lo mette in difficoltà nelle sue truffe. Insomma una parabola di amore, autodistruzione e crudeltà che il regista belga mette in scena in maniera indubbiamente efficace.
Il blu-ray: audio coinvolgente e video fedele al look grintoso
Come si diceva, abbiamo potuto apprezzare The lonely hearts killers grazie al blu-ray della collana Midnight Factory, che Koch Media ha confezionato con la solita cura in un'edizione slipcase con all'interno il consueto booklet illustrato a 12 pagine, che purtroppo però è l'unico extra presente. Sul fronte video, va ricordato che il film è stato girato in Super 16, pertanto le immagini estremamente granulose sono solo la conseguenza della scelta per dare al film un look grintoso e sporco. La rumorosità del quadro a tratti è davvero notevole, con un dettaglio che pur buono ovviamente non può essere incisivo e soprattutto in alcune circostanze estreme, quando si gioca con luci e ombre e con un croma vigoroso, resta un po' impastato, come ad esmepio nelle scene scure.
Ma il blu-ray non fa altro che replicare le volontà dell'autore e la fotografia. Peraltro il video mostra la squa qualità quando in condizione di luiminosità migliore emerge anche un buon dettaglio. Buono anche l'audio, con la traccia DTS-HD Master Audio 5.1 presente sia per l'italiano che l'originale. Anche questo reparto contribuisce alle atmosfere del film: notevole il coinvolgimento nei momenti più efferati, con effetti che sprigionano una cospicua energia grazie anche al buon impatto della musica. Soddisfacenti anche la resa dei dialoghi e l'ambienza dei momenti tranquilli.
Conclusioni
A conclusione della recensione di The Lonely Hearts Killers, non possiamo che ringraziare nuovamente il blu-ray Midnight Factory per averci fatto scoprire un film estremo e disturbante, nel quale il belga Fabrice du Welz riesce a riprodurre con stile originale e indubbia efficacia le atmosfere malsane di una storia torbida, in cui due amanti si trasformano d’improvviso in una coppia di serial killer.
Perché ci piace
- Le sequenze forti e torbide non fanno sconti e hanno comunque un senso estetico.
- Il girato in Super 16 è perfettamente abbinato alle aberrazioni dei protagonisti.
- Il percorso malato della coppia tra erotismo e feroce crudeltà è ritratto con efficacia.
- Il capovolgersi dei ruoli è spiazzante.
Cosa non va
- Alcune scene non sono certo adatte a tutti i palati.