The Life of Chuck, la recensione: Flanagan adatta King in un film che contiene moltitudini

Dopo Il gioco di Gerald e Doctor Sleep, Flanagan torna ad adattare Stephen King attraverso un lungometraggio poetico e ricco di significati.

Tom Hiddleston in una scena del film

Se c'è un regista che ha compreso più di altri come adattare quel mostro sacro di Stephen King quello è Mike Flanagan. Flanagan adatta il Re dell'horror anche quando non è sua dichiarata intenzione e lo ha dimostrato con quel capolavoro che è la serie Netflix Midnight Mass, oppure sceglie i suoi soggetti in modo da poter raccontare non solo l'orrore ma l'uomo e la vita proprio come lo scrittore che tanto ama.

The Life Of Chuck Tom Hiddleston Annalise Basso Scena
Tom Hiddleston in una scena di The Life of Chuck

È così anche per The Life of Chuck, lungometraggio vincitore del People's Choice Award alToronto International Film Festival dello scorso anno, che traspone su schermo l'omonimo racconto preso dalla raccolta Se scorre il sangue (uscita in Italia nel 2020 per Sperling & Kupfer). Anche se il materiale di partenza è quindi piuttosto esile il regista e sceneggiatore statunitense mette in piedi un film poetico e ispirato, che in tre capitoli riesce a raccontare un'esistenza e l'intero universo che contiene.

Chi è Charles Krantz?

The Life Of Chuck Tom Hiddleston Sequenza
Un momento del film

Charles Krantz è un uomo qualunque, una delle tante esistenze che compiono il loro ciclo vitale su questa Terra eppure, a suo modo, come tutti noi, è speciale. Per raccontare la sua vita sono necessari tre atti che, muovendosi a ritroso, mostrano il suo mondo interiore, il suo modo di essere e un'infanzia piena di lutti e dolori che lo hanno reso l'uomo che pian piano impariamo a conoscere. Ogni elemento della vita di Charles fa parte di lui e di un universo che è suo e solo suo: persone incontrate, passioni a cui dedicarsi, mancanze, gioie, vita e morte unite in una danza che spinge la sua esistenza sempre più avanti e allo stesso tempo lo rendono centro gravitazionale di ogni cosa.

Un film sulla vita

I lettori abituali di King si saranno accorti di come negli ultimi anni allo scrittore piaccia partire da capisaldi della letteratura per poi costruire storie dove orrore, dramma e azione si fondono in un connubio perfetto. Anche nel racconto The Life of Cuck accade la stessa cosa, anche se l'horror viene sostituito da una semplice pennellata di paranormale. Il senso della narrazione, infatti, è racchiuso nella poesia di Walt Whitman e in particolare nei versi "Mi contraddico? Va bene, mi contraddico, sono vasto, contengo moltitudini" presi dall'opera il Canto di me stesso (Song of Myself). Ed è proprio nell'idea che ciascuno di noi possa contenere moltitudini che il film trae la sua forza: il protagonista nella sua breve vita costruisce e porta con sé un universo pulsante, un luogo della mente popolato da ogni cosa, persona o esperienza compiuta negli anni in cui ha vissuto rappresentando un inno potente e allo stesso tempo intimo, all'esistenza e alle sue infinite possibilità.

The Life Of Chuck Mark Hamill
Mark Hamill in una scena

Il film _The Life of Chuck_parla di tutto questo e molto di più attraverso una vicenda tanto semplice quanto straordinaria, sceneggiata con equilibrio e impreziosita dalle meravigliose interpretazioni di Tom Hiddleston, Mark Hamil, Karen Gillan, Chiwetel Ejiofor e molti dei volti ricorrenti nelle opere di Flanagan, attori ai quali qui affida ruoli marginali ma incisivi che fanno parte, in qualche modo, della sua cifra stilistica.

La regia di Mike Flanagan

The Life Of Chuck Chiwetel Ejiofor
Un'immagine con Chiwetel Ejiofor

Questo lungometraggio è infatti Flanagan all'ennesima potenza: un regista che sa adattare il suo stile per metterlo sempre e comunque a servizio dell'opera ma che al contempo riesce a far trasparire un'impronta chiara e personale. Anche se qui sembra abbandonare i suoi caratteristici primi piani e cambi di fuoco ricorrenti a favore di una regia più lineare, ogni inquadratura, come da sua tradizione, contiene una quantità di particolari impressionante, dettagli utili a raccontare la vita di Chuck anche attraverso ciò che lo circonda.

The Life Of Chuck Tom Hiddleston Annalise Basso Ballando Insieme
Una scena di ballo

Se in The Haunting of Hill House le presenze si rivelavano solo allo spettatore più attento, qui gli oggetti assumono la stessa funzione diventando, da meri oggetti di scena, presenze fondamentali per raccontare un'esistenza: un lucchetto, una foto, un mazzo di chiavi, assumono il ruolo di depositari di vita, esperienze e traumi. the Life of Chuck è quindi un adattamento riuscito in grado anch'esso di contenere moltitudini e di comunicare un messaggio petente con apparente semplicità, giungendo al cuore proprio come spesso fanno i versi di una poesia.

Conclusioni

Mike Flanagan torna ad adattare Stephen King e lo fa mantenendo intatto tutto lo spirito della narrativa del Re dell’Horror. The Life of Chuck è infatti un film riuscito che, seppur sfrutti solo minimamente l’elemento paranormale, riesce a condensare con efficacia il senso intero di una vita tanto normale quanto straordinaria. L’ottima scrittura, infatti, si unisce ad una regia attenta e completamente a servizio della storia, dando vita ad un lungometraggio semplice e allo stesso tempo ricco di molteplici significati, proprio come il suo protagonista.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • La scrittura che adatta alla perfezione il racconto di King.
  • Le interpretazioni del cast, tutte di valore.
  • La regia di Flanagan a servizio della storia pur mantenendo comunque un'impronta distintiva.

Cosa non va

  • Potrebbe scontentare chi ricerca un film corposo con una maggiore componente sovrannaturale.