Il mondo è cattivo, ma c'è ancora speranza in The Kindness of Strangers, cupa fiaba newyorkese scritta e diretta da Lone Scherfig che inaugura il Festival di Berlino 2019. Un film corale, ma declinato al femminile visto che il motore della vicenda è nelle mani di due donne, Zoe Kazan, che interpreta una madre e moglie in difficoltà, e Andrea Riseborough, infermiera altruista che aiuta gli altri, ma non trova amore. Un'apertura di festival all'insegna della gentilezza e dei buoni sentimenti che ha portato a Berlino un ricco cast. Ad accompagnare la regista, oltre alle due protagoniste, troviamo l'affascinante Tahar Rahim, il veterano Bill Nighy, portatore sano di humor nel film e nella vita, e Caleb Laundry Jones.
La struttura corale di The Kindness of Strangers ricorda da vicino Italiano per principianti, primo hit di Lone Scherfig. Anche la regista ne conviene: "Sono entrambi film corali. La costruzione è simile e anche i sentimenti veicolati, anche se le tematiche sono diverse. Ma la genesi di The Kindness of Strangers è stata molto più lunga". Il film ruota attorno a Clara, una donna sposata a un uomo violento, che maltratta lei e i figli. "Ho sempre creduto che il ruolo dei personaggi sia coinvolgere lo spettatore nella storia, in questo caso nel dramma" prosegue la Scherfig. "Ho ambientato la storia a New York perché il film è cofinanziato da USA e Canada, e ho fatto ricerche. Sono rimasta impressionata dalla quantità di persone in difficoltà, ma anche dalle organizzazioni di supporto. Sentivo il bisogno di occuparmi di un tema urgente".
Chi ha paura del lieto fine?
C'è chi taccerà The Kindness of Strangers di buonismo, etichetta che oggi va tanto di moda, perché il film è un concentrato di buoni sentimenti impreziosito da un finale positivo. E l'happy end è un marchio di fabbrica del cinema di Lone Scherfig che ammette: "L'happy end mi dà la libertà di parlare di sentimenti, tutti i film che amo danno speranza e infondono un senso di possibilità perciò credo di esserne influenzata. Il messaggio del film? Far del bene è una terapia, aiuta gli altri, ma soprattutto noi stessi. In genere non amo i personaggi che hanno scopi drammatici, non amo i supereroi, ma la mia Clara non si ferma davanti a niente perché è l'amore che la spinge. Lotta per salvare i propri figli".
Al fianco della regista Zoe Kazan, da poco mamma di una bambina avuta col compagno Paul Dano, aggiunge: "Quando si è diretti da una regista che è anche sceneggiatrice, la collaborazione nasce dalla pagina. Ci siamo concentrate sulla struttura sul personaggio, Lone è una fantastica scrittrice perciò molto era già scritto. Abbiamo provato a lungo, ho fatto molta ricerca su donne che fuggono dai mariti e credo di aver capito bene la questione quindi sul set ero tranquilla. Per il mio personaggio è stata un'esperienza tremenda, per me bellissima".
Un angolo di Russia a Manhattan per Bill Nighy
Oggi il mondo cerca di separarci, ma i gruppi che prendono posizione contro altre persone esistono da tempo. Il male è sempre esistito.
La parentesi umoristica di The Kindness of Strangers è determinata dall'ambientazione del film, un folcloristico ristorante russo nel cuore di Manhattan di proprietà di un pianista che simula un accento russo per accattivarsi i clienti. A interpretare questa divertente figura è l'attore inglese Bill Nighy, che del film è anche produttore: "A coinvolgermi è stato l'amore. Leggendo la sceneggiatura, l'ho amata molto. Da qui è stato naturale essere coinvolto anche come produttore. Sul set sono stati tutti fantastici, ho molta nostalgia della tempesta di ghiaccio a Toronto mentre giravamo". Parlando del tema, l'attore aggiunge: "Siamo umani, ci sono cose che ci uniscono e cose che ci dividono, sentimenti universali per noi esseri umani. Oggi il mondo cerca di separarci, ma i gruppi che prendono posizione contro altre persone esistono da tempo, che sia per motivi di etnia, religione, ceto sociale, il male è sempre esistito". Quando gli viene chiesto che sforzo ha richiesto recitare fingendo l'accento russo, Bill Nighy risponde: "Mi sono consultato con un vero russo che mi ha registrato divertenti messaggi audio per insegnarmi l'accento".
Curiosa la scelta della danese Lone Scherfig di ricostruire un piccolo pezzo di Russia, con sguardo parodistico, a New York. Il motivo ce lo spiega lei stessa divertita: "Ammetto di aver calcato la mano mostrando una versione kitsch della Russia. Volevo ambientare il film in una città internazionale come New York, ma io ho un forte legame con la Russia, con il suo folclore, ho un'idea romantica della vecchia cultura russa, mondo che conoscevo quando ero piccola. Alla fine è solo un gioco, non vi era alcun intento politico anche se il background della mia storia mette a confronto il lusso dell'alta società newyorkese con la povertà assoluta. Ma giuro che la band che vedete suonare nel film è davvero russa".