Il plot
I due musicisti che hanno suonato al party natalizio della Florrick/ Agos chiedono l'aiuto di Alicia e Cary per la causa che vogliono intentare a un network televisivo che si è impossessato, per uno show di cover musicali, del loro arrangiamento di un successo rap. Quando l'avvocato del network, Burl Preston (F. Murray Abraham) si precipita a Chicago per affrontare Alicia, nel comunicargli che Mrs. Florrick ha lasciato la Lockhart/ Gardner, Will gli propone un'alleanza inedita che rientra nei suoi piani di acquisire una clientela losangelina. Nel frattempo Eli, dopo aver saputo che il nome del padre del bambino di Marilyn è effettivamente Peter, implora Kalinda di indagare sulla sua identità per escludere che si tratti del Governatore Peter Florrick.
Cosa ci è piaciuto di questo episodio
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L'argomento non ha certo l'impatto di tanti temi toccati dal legal drama di Michelle King e Robert King, ma contiene un'interessante riflessione sulla creatività e sui limiti della definizione di copyright. In un mondo globalizzato in cui tutto è derivativo, come rivendica in Goliath and David lo pseudo-Ryan Murphy trascinato il tribunale, come proteggere le idee, poco o molto originali che siano? Inoltre la vicenda legale, tra negoziati, litigi, garbugli, colpi bassi e parentesi decisamente divertenti prodotte soprattutto da quel buontempone di Matthew Lillard, che riesce con la sua stazza e la sua maschera a conquistarsi una ragion d'essere in un episodio in cui non mancano certamente le guest star di lusso, è gestita con ottimo senso del ritmo.
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Papà Peter non è Peter Florrick (che è comunque nei guai, e fino al collo), né Peter Weber, ex boyfriend scolastico della Garbanza, ma il regista de L'ultimo spettacolo e Luna di carta Peter Bogdanovich, che, chiamato dalla CBS a interpretare questo cameo a sorpresa nei panni di sé stesso, ha dichiarato candidamente di aver approfittato della scena per baciare a più riprese la voluttuosa Melissa George: "Non hanno usato molto, alla fine. Ma io ho chiesto di girare e rigirare!"
Cosa, invece, non ci ha convinto
No Guts, no Glee. Rispetto a un'altra occasione in cui gli autori di The Good Wife avevano chiamato in causa nemmeno troppo velatamente un collega, ovvero quella in cui avevano attaccato senza pietà Aaron Sorkin (nell'episodio Cause perse della seconda stagione), Ryan Murphy e il suo show - che, diciamolo, ha stufato un po' tutti, e la vicenda con Jonathan Coulton non ha aiutato - hanno ricevuto un trattamento un po' all'acqua di rose.
Kalinda/ Damian/ Jenna. Damian che "pilota" Howard e cerca di manovrare i partner per assecondare i deliri di onnipotenza di Will ci ha fatto sorridere, e ci è piaciuto vedere Kalinda di nuovo impegnata in una vera indagine, ma per il resto, questo triangolo continua ad essere infruttuoso e implausibile, con la poliziotta bionda che passa le giornate a pedinare la detective della L/G cercando di portarsela a letto dopo averle reso il lavoro impossibile a rappresentare il culmine del fastidio.
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Movieplayer.it
3.0/5