10 serie TV poco conosciute ma belle che vale la pena guardare

Ecco le serie tv poco conosciute ma molto interessanti: da Enlightened ad Appunti di un giovane medico, le serie poco note che vale la pena guardare anche se quasi del tutto ignorate.

The Good Place: Kristen Bell e Ted Danson in una foto della serie
The Good Place: Kristen Bell e Ted Danson in una foto della serie

È fisiologico: non sempre la qualità si trascina dietro successo e popolarità, e non tutte le serie meritevoli sopravvivono al setaccio del tempo, a maggior ragione se si considera la modalità alluvionale con cui vengono immesse nel mercato da qualche anno a questa parte e che a fronte di un'offerta assidua e eterogenea impone una selezione che giocoforza è sinonimo di esclusione. E che in alcuni casi è una vera perdita.

Sebbene "lasciare che si perdano nel tempo come lacrime nella pioggia" sia un esercizio di elegante distacco con un suo fascino romantico, agli atti si dimostra incompatibile con il sacrosanto e inalienabile diritto di avere più gente possibile con cui condividere e commentare le proprie serie preferite. Se poi è vero che ad ogni diritto corrisponde un dovere, il nostro è quello di consigliarvi fortemente di dare un'occasione ad alcune serie tv, piccole perle che per un motivo o per l'altro sono state quasi completamente ignorate, perlomeno da noi in Italia.

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35 serie TV da recuperare perfette per il binge-watching

Qui di seguito c'è una selezione di alcune serie poco note ma più meritevoli, a nostro parere: ecco le serie TV poco conosciute ma che vale la pena di guardare.

1. Enlightened (2011 - 2013)

Diane Ladd e Laura Dern nella nuova serie Enlightened
Diane Ladd e Laura Dern nella nuova serie Enlightened

Per i cinefili è una delle attrici feticcio di David Lynch. Per il grande pubblico è stata soprattutto la bionda paleobotanica di Jurassic Park. Per (troppe) poche persone è anche la straordinaria attrice protagonista di Enlightened, nonché creatrice e produttrice della serie insieme a Mark White, altro interprete e personaggio degno di nota. Nonostante il plauso della critica, la HBO decise di cancellarla dopo le prime due stagioni a causa degli scarsi ascolti. Nessuna interruzione improvvisa o forzatura nella trama, però: gli autori hanno infatti sviluppato e concluso lo show in modo appagante e più che convincente nei tempi previsti (due stagioni per un totale di 18 episodi). La serie segue le vicende della quarantenne in carriera Amy Jellicoe al suo ritorno dal soggiorno in un centro molto costoso e molto new age delle Hawaii, per riprendersi dal crollo nervoso dovuto al tradimento dell'amante-capo e alla perdita del lavoro. Quelli a cui assistiamo sono i suoi implacabili sforzi per affrontare la vecchia realtà col nuovo bagaglio (a mano) di filosofia new age, con risultati spesso esilaranti e quasi sempre frustranti.

Laura Dern nella nuova serie HBO Enlightened
Laura Dern nella nuova serie HBO Enlightened

La Dern tratteggia splendidamente un personaggio che non si può non odiare, per tutte le volte che ci costringe a sentirsi in imbarazzo per lei, ma che nemmeno si può fare a meno di amare: perché nonostante tutto crede fermamente nelle sue convinzioni e agisce di conseguenza, in un ciclo di continue cadute e risalite. E lo fa così bene da far venire il dubbio che alla fine possa anche avere ragione, e che non sempre le cose, e le scelte, siano così nettamente etichettabili. Un pò come questa serie, che è molto più di una comedy e non è solo un drama. Da segnalare anche la partecipazione di Robin Wright in uno dei migliori episodi della prima stagione, dove interpreta una vecchia amica della Dern: giusto per avere conferma che alle volte il tempo invece di scalfire deposita strati di carisma. Gli episodi sono brevi (poco più di 20 minuti ognuno) e la seconda stagione serra il ritmo e coinvolge ancora di più della prima.

Consigliata a: gli amanti della Dern, che in questa serie di cui è regina assoluta ha il coraggio di proporre un prodotto diverso e che ci ricorda tutti i motivi per cui è un'attrice fenomenale. Ma soprattutto a chi ancora non la conosce.

Sconsigliata a: chi ha idee troppo rigide (in un senso e in un altro) sugli effetti delle modaiole filosofie olistiche. Che è anche il motivo per cui dovrebbe guardarla.

2. You're the Worst (2014 - 2019)

You're the Worst: Chris Greere con Aya Cash nel pilot
You're the Worst: Chris Greere con Aya Cash nel pilot

Se non avete ben chiaro cosa si intenda per relazione disfunzionale, You're the Worst ve ne mostrerà una esemplare (in realtà ben più di una), e senza oscurare niente. Lui, Jimmy, è un brillante quanto egotico aspirante scrittore inglese, lei, Gretchen, una instabile e svogliata pr di Los Angeles. Entrambi non credono nelle relazioni di coppia. E infatti ne cominciano una, in cui ognuno dei due sembra impegnarsi seriamente nel garantire all'altro la peggiore (ma anche più autentica) versione di sé, giusto per sbarrare il campo a ogni possibile aspettativa.

Il grado zero del romanticismo quindi, o quantomeno di quello classico, e nonostante questo il legame fra i due si instaura, e a suo modo evolve, insieme a quello degli altri protagonisti che ruotano intorno alla vita della coppia (fra tutte, impagabile la voce e il personaggio di Lindsay, migliore amica di Gretchen). Dialoghi bizzarri e reazioni anticonvenzionali, un'ironia cinica che non fa sconti e rapporti di coppia dal taglio molto diverso da quello delle abituali commedie romantiche. Azzeccatissima la canzone scelta come opening theme (7.30 degli Slothrus), che cala perfettamente nel mood della serie. Andate ad ascoltarla e capirete perché. Ancora meglio, andate a recuperare le passate 3 stagioni e aspettate con noi l'uscita della quarta.

Consigliato a: i diversamente romantici.

Sconsigliato a: i puristi del romanticismo.

3. Appunti di un giovane medico (2012 - 2013)

A Young Doctor's Notebook: Jon Hamm e Daniel Radcliffe in una foto della serie
A Young Doctor's Notebook: Jon Hamm e Daniel Radcliffe in una foto della serie

Uno, Daniel Radcliffe, aveva da poco dismesso l'ingombrante mantello da mago, l'altro, Jon Hamm, era (e continua ad essere) uno dei più carismatici e raffinati attori televisivi del momento, quando decidono di vestire i panni dello stesso personaggio: quelli del dottor Vladmir "Nika" Bomgar, Radcliffe nella versione giovane, Hamm in quella più matura. Appunti di un giovane medico è un piccolo gioiello suddiviso in 8 episodi (per un totale di due stagioni), basato sull'omonima opera di ispirazione autobiografica dello scrittore Michail Bulgakov, il celebre autore de Il Maestro e Margherita. I racconti sono infatti la trasposizione letteraria delle vicende vissute dallo stesso Bulgakov all'inizio della sua carriera di medico, quando, giovane e inesperto neolaureato, venne mandato a dirigere uno sperduto quanto fuori dal tempo ospedale nella campagna russa dei primi del '900.

A Young Doctor's Notebook: Jon Hamm e Daniel Radcliffe in una scena della serie
A Young Doctor's Notebook: Jon Hamm e Daniel Radcliffe in una scena della serie

Nell'affrontare i casi clinici più disperati e disparati, sarà costretto a confrontarsi anche con una mentalità retriva e ostile al progresso, nonché con l'ombra onnipresente del defunto e idolatrato medico di cui ha preso il posto. Il filo della narrazione prende le mosse dai flashback del medico ormai adulto e affermato, che nel suo ricordo interagisce e commenta le scelte del suo sé più giovane con inclemenza e sarcasmo. Le due versioni, quella tetra e beffarda di Hamm e quella comica e impacciata di Radcliffe, creano un contrasto di situazioni a cavallo fra il grottesco e il drammatico, in cui entrambi gli attori riescono al meglio a rendere la complessità del personaggio senza mai rinunciare a un umorismo dark british e regalandoci una serie assolutamente da recuperare. Insieme al libro che l'ha ispirata.

Consigliata a: tutti, specie agli appassionati di Bulgakov, a chi è curioso di vedere lo sforzo (riuscito) con cui Radcliffe si mette alla prova dopo i fasti di Harry Potter, e a chi vuole vedere Hamm in vesti meno impeccabili di quelle a cui ci ha abituato in Mad Men.

Sconsigliata a: L'ambientazione della sala operatoria nella Russia rurale del primo '900. Non c'è bisogno di aggiungere altro.

4. Crazy Ex-Girlfriend (2015 - 2019)

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Rebecca Bunch (una brava e versatile Rachel Bloom, co-autrice di Crazy Ex-Girlfriend), è una giovane e insoddisfatta avvocatessa che lavora per un prestigioso studio legale newyorkese. Incontra per caso Chan, suo primo amore adolescenziale, che la informa del suo prossimo trasferimento a West Covina, California.
Da lì a mollare tutto e decidere di seguirlo è un attimo. Da allora si impegnerà in due cose: convincere tutti, soprattutto se stessa, di non essere una crazy ex-girlfriend, e riconquistare l'ignaro Chan con ogni irragionevole mezzo e con una determinazione che nel concreto assumerà la forma di uno stalkeraggio emotivamente pianificato, e quindi disastroso.

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La serie, che è stata rinnovata per una terza stagione e che vanta un'ottima accoglienza di critica, è un'atipica commedia sentimentale costellata da numeri musicali fuori di testa (che in realtà sono parodie del genere). E sì, è tutto sopra le righe, eccessivo e bizzarro come la sua protagonista, ma se si sta al gioco, funziona, diverte e si fa amare, anche (e forse soprattutto) se non si apprezza il genere musical. Nota di merito alla Bloom, che scrive e interpreta un ruolo impermeabile a ogni possibile forma di imbarazzo e che le è valso il Golden Globe come migliore attrice di serie nella categoria comedy-musical. Il consiglio è quello di andare oltre al titolo (di per sè forse un pò penalizzante) e alla prima impressione: lo show ha trovate esilaranti ed è più intelligente di quanto possa sembrare.

Consigliato a: chi vuole ridere e a chi vuole conferma che quello di prendere pessime decisioni dopo una rottura sentimentale è un vizio comune a tanti.

Sconsigliato a: gli estimatori di sobrietà e moderazione.

5. The Path (2016 - 2018)

The Path: Michelle Monaghan e Aaron Paul interpretano Sarah ed Eddie
The Path: Michelle Monaghan e Aaron Paul interpretano Sarah ed Eddie

Non ha l'impatto folgorante di un colpo di fulmine ma seduce con lentezza The Path, serie statunitense del 2016 di cui è in corso la seconda stagione in streaming su Hulu. La storia segue le vicende degli adepti del movimento Mayerista - un'immaginaria quanto verosimile setta americana che prende il nome dal fondatore Steven Meyer - e in particolare del suo travagliato e carismatico leader Cal Roberts (interpretato dall'ottimo Hugh Dancy) e della famiglia Lane. Il primo è alle prese con una battaglia in cui il desiderio autentico di mostrarsi all'altezza degli ideali di cui si fa portavoce si scontra con l'incapacità di gestire i suoi demoni interni. La seconda, la famiglia composta dai coniugi Sarah (Michelle Monaghan) e Eddie Lane (Aaron Paul), si trova a dover gestire i dubbi e la progressiva perdita di fede di lui, ex-tossicomane che ha trovato nella setta e nel credo incrollabile di lei la spinta per ricominciare.

The Path: Hugh Dancy è il leader del movimento religioso in una foto della serie
The Path: Hugh Dancy è il leader del movimento religioso in una foto della serie

I rapporti e le dinamiche fra i vari protagonisti vengono apparecchiati nel corso dei primi episodi e si prendono il loro tempo per emergere senza puntare su grossi colpi di scena, ma, se si ha la pazienza di aspettare, la seconda parte della prima stagione accelera la marcia e decolla con una trama intrigante e ben giocata. Ne viene fuori una serie completa e di alto livello, che porta alla luce la problematicità e le contraddizioni della natura umana senza schierarsi apertamente sulla questione spirituale. Il merito va anche e soprattutto alla scelta di un ottimo cast, in cui gli orfani di Breaking Bad potranno ritrovare e apprezzare Aaron Paul nelle vesti insolite di marito e padre di famiglia, ruolo che riesce a rendere perfettamente verosimile nonostante il figlio adolescente somigli di più a un fratello maggiore.

Consigliato a: chi cerca una serie ben fatta in cui i grandi e sempiterni temi di fede e spiritualità servono da occasione per approfondire l'universo psicologico di chi ci ruota intorno, senza rinunciare a una trama fitta di mistero.

Sconsigliato a: chi è in cerca di serie dai ritmi adrenalinici alla 24.

Better Call Saul: tutte le citazioni di Breaking Bad

6. The Good Place (2016 - 2020)

The Good Place: Kristen Bell e Ted Danson in una foto della seconda stagione
The Good Place: Kristen Bell e Ted Danson in una foto della seconda stagione

Kristen Bell, diventata famosa per l'iconico ruolo di Veronica Mars, ritorna in tv con The Good Place in cui ha la parte di Eleanor. Nella prima stagione la protagonista era convinta di ritrovarsi per errore in paradiso nonostante una vita di eccessi e comportamenti sbagliati ed egoisti. La giovane ha deciso quindi di provare a ingannare Michael, a capo della dimensione esistente dopo la morte, chiedendo l'aiuto di Chidi, un esperto di etica e filosofia che sembra la persona perfetta per insegnarle come essere una persona migliore. La situazione si è rivelata ancora più complicata dopo la scoperta che anche Jianyu, apparentemente un monaco buddista, stava cercando di celare la propria identità, essendo stato un dj prima di morire. Al termine del primo ciclo di puntate una rivelazione ha ribaltato totalmente le carte in tavola. La vita di Eleanor, Chidi, Atahni, Jianyu e persino di Michael e di Janet, l'assistente personale e virtuale, deve ora fare i conti con una nuova minaccia e la loro vera natura emergerà progressivamente, fino a un ulteriore colpo di scena destinato a stupire e ad alimentare l'attesa per il debutto della terza stagione.
The Good Place è una comedy che possiede la capacità di far divertire con intelligenza, spingendo inoltre a riflettere su questioni e tematiche morali e sociali con garbo. Il cast di alto livello, ben equilibrato tra leggerezza e impegno, riesce inoltre a rendere comprensibili anche i passaggi costruiti sulle opere di famosi filosofi. La determinazione di Eleanor, l'innocenza quasi surreale di Jianyu, la saggezza di Chidi e la ricerca della perfezione di Tahani, senza dimenticare la presenza a tratti quasi surreale di Janet e i piani di Michael, compongono una formula davvero vincente che strappa risate e obbliga a pensare alle scelte compiute nella propria vita.

Consigliata a: chi ama le comedy che affrontano tematiche importanti in modo divertente e con molta ironia.

Sconsigliato a: chi preferisce storie senza alcun impegno che non richiedano l'attenzione degli spettatori.

7. Counterpart (2017 - 2019)

Counterpart: J.K. Simmons in una foto della serie
Counterpart: J.K. Simmons in una foto della serie

La serie Counterpart, tuttora inedita in Italia e da inserire nella lista dei titoli da tenere d'occhio, ha a suo favore la capacità di unire due mondi solo apparentemente distanti come quelli dello spionaggio e della fantascienza.
E' stata Starz a ordinare la produzione della prima stagione del progetto che vede protagonista il premio Oscar J.K. Simmons in un doppio ruolo. Al centro della trama c'è Howard Silk: un uomo tranquillo che lavora in un'agenzia burocratica a Berlino da oltre trenta anni, con un incarico poco importante. Una serie di eventi inaspettati lo portano però a scoprire l'esistenza di una dimensione parallela che ha preso una svolta diversa, rispetto a quella in cui vive, durante la Guerra Fredda, a causa di un esperimento avvenuto nella Germania dell'Est, e in cui esiste una sua versione particolarmente determinata e impegnata in missioni rischiose. L'entrata in scena di un'assassina costringe però i "due Howard" a collaborare.
Justin Marks, che ha firmato la sceneggiatura della versione live action del film Il libro della giungla, ha ideato il progetto che sfrutta nel migliore dei modi il talento camaleontico di Simmons, in grado di dare vita a due personaggi quasi opposti e ugualmente credibili. L'idea che un solo momento in una vita possa modificare per sempre il percorso di un individuo si intreccia con gli elementi più tradizionali di un thriller in cui non mancano sequenze d'azione e sfumature politiche. Oltre all'atmosfera davvero suggestiva creata grazie al lavoro compiuto dal regista Morten Tyldum che ha firmato il pilot, a rendere Counterpart una serie da non perdere è la capacità di addentrarsi nell'animo dei suoi personaggi mentre si segue l'evoluzione degli intrighi di spie e assassini. Nel cast dello show, girato in parte anche in Italia, ci sono inoltre Sara Serraiocco e, nei flashback, la giovanissima Alessandra Reggiani con il ruolo di Nadia.

Consigliata a: chi ama storie in cui l'elemento legato alla fantascienza non limita in nessun modo l'approfondimento psicologico dei personaggi e il ritratto della società contemporanea.

Sconsigliato a: chi si attende scene d'azione adrenaliniche e scenari visivamente futuristici.

8. The Expanse (2015 - )

The Expanse: una foto dei protagonisti
The Expanse: una foto dei protagonisti

I romanzi scritti da Daniel Abraham e Ty Franck, con lo pseudonimo James S. A. Corey, sono alla base della serie The Expanse, prodotta per Syfy e disponibile in Italia su Netflix con le prime due stagioni.
La storia è ambientata in un futuro distante circa duecento anni, quando il sistema solare è stato completamente colonizzato e alle prese con pericolose tensioni politiche. Un detective, Josephus Miller (Thomas Jane), riceve l'incarico di rintracciare una ragazza scomparsa, Juliette Andromeda Mao (Florence Faivre). A bordo del cargo porta ghiaccio Canterbury, invece, si trova il secondo ufficiale James Holden (Steven Strait) che intraprende una missione di soccorso insieme all'ingegnere Naomi Negata (Dominique Tipper), al meccanico Amos Burton (Wes Chatham), al pilota Alex Kamal (Cas Anvar) e al medico Shed Garvey (Paulo Costanzo). I protagonisti, per una serie di eventi inaspettati, si ritroveranno al centro di un possibile conflitto interplanetario.
Realizzare un buon progetto fantascientifico per il piccolo schermo rappresenta sempre un potenziale rischio a causa della necessità di costruire un mondo credibile, in particolare a livello visivo dopo la ovvia fase di post-produzione in cui devono intervenire gli effetti speciali. La serie è però riuscita a evitare di compiere troppi errori estetici e di tono grazie a scenografie e location scelte attentamente. A occuparsi della sceneggiatura sono stati Mark Fergus e Hawk Ostby che, ritornando a tratti all'atmosfera cupa de I figli degli uomini nella rappresentazione di una società in crisi e contraddistinte da profonde divisioni sociali, confezionano un progetto intrigante e adatto al binge watching nel seguire i due filoni narrativi e scoprire in che modo si uniranno verso l'epilogo della prima stagione. Pur non reggendo il confronto con show del calibro di Star Trek: Discovery, The Expanse si inserisce sulla scia di Battlestar Galactica e, dopo un primo ciclo di episodi a tratti confusi, verso il finale della prima stagione e nella seconda, la serie inizia a trovare la propria identità e a risultare maggiormente solida ed equilibrata, inserendo nella narrazione, ricca di oscurità basata sulla paura e legata in modo intelligente alla società contemporanea, anche un pizzico di umorismo. Il materiale su cui si basa lo show potrebbe permettere di creare numerose stagioni se la buona qualità sostenuta dagli script, anche dal punto di vista scientifico, e da un cast non indimenticabile, ma di buon livello (in particolare grazie alle due interpretazioni di Jane e Strait), si manterrà costante o, nella più rosea delle ipotesi, migliorerà progressivamente replicando quanto accaduto con la produzione delle prime ventitré puntate.

Consigliata a: chi ama un mix di avventura e scenari politici, elementi inseriti in un contesto fantascientifico spettacolare e coinvolgente grazie a personaggi delineati con attenzione.

Sconsigliato a: chi non ama le serie che mantengono il racconto ancorato a eventi spiegabili dal punto di vista scientifico, senza quindi proporre situazioni sopra le righe o incredibili.

9. I'm Dying Up Here - Chi è di scena (2017 - 2018)

I'm Dying Up Here: una foto del cast
I'm Dying Up Here: una foto del cast

Ha debuttato il 3 gennaio su Sky Atlantic l'interessante serie I'm Dying Up Here - Chi è di scena, dedicata alla storia di un gruppo di comici che negli anni Settanta vanno alla ricerca del successo e della popolarità a Los Angeles, esibendosi nel famoso locale di proprietà di Goldie Herschlag. Il progetto, basato sul libro scritto da William Knoedelseder, è già stato rinnovato da Showtime per una seconda stagione da dieci episodi e può contare sulla presenza nel team di produttori di Jim Carrey.
Il mondo degli aspiranti comici, in questa annata televisiva, è già stato esaminato, ovviamente con un approccio molto diverso e con una storia ambientata in un differente periodo temporale, nell'apprezzato The Marvelous Mrs. Maisel. A differenza dello show creato dai Palladino, I'm Dying Up Here si caratterizza per un'atmosfera più drammatica, fin dal pilot in cui quanto accade a Clay Appuzzo (Sebastian Stan), ex di Cassie e il primo del gruppo a ottenere un'incredibile visibilità in tv, dà il via a una serie di reazioni ed eventi che porteranno alcuni dei protagonisti a far emergere il proprio talento o, al contrario, suscitare alcuni dubbi personali che potrebbero causare degli importanti cambiamenti.

La serie può contare su un cast davvero stellare che comprende Melissa Leo nel ruolo della proprietaria del club che offre una chance alle aspiranti star, Ari Graynor, Michael Angarano, RJ Cyler e Jake Lacy. Ogni episodio della prima stagione permette inoltre di approfondire la storia dei singoli personaggi e al tempo stesso far compiere dei passi in avanti alla narrazione, offrendo così un quadro piuttosto complesso e interessante della società degli anni Settanta e dei tentativi di realizzare sogni e aspirazioni. Chi si attende una serie esilarante e trascinante con un senso dell'umorismo universale rimarrà forse deluso: I'm Dying Up Here si concentra, pur avendo tanti passaggi leggeri, piuttosto sugli ostacoli che i tanti, a tratti davvero troppi, protagonisti devono affrontare nella vita quotidiana. Le buone performance (soprattutto della sempre convincente ed emozionante Melissa Leo) e la cura, anche nella scelta delle musiche, con cui viene ricostruito il periodo storico rendono però la serie un titolo che merita una chance, in particolare grazie alla sua capacità di migliorarsi puntata dopo puntata.

Consigliata a: chi vuole scoprire il lato nascosto della vita dei comici.

Sconsigliato a: chi non ama le serie che non "ingranano" immediatamente la narrazione, richiedendo un po' di pazienza prima che gli spettatori si lascino coinvolgere dal racconto.

10. UnReal (2015 - 2018)

UnREAL: una foto della seconda stagione
UnREAL: una foto della seconda stagione

La terza stagione debutterà sugli schermi americani il 26 febbraio, mentre in Italia le prime due sono state proposte da Rai4, e UnReal dovrà confermare l'alta qualità regalata, quasi inaspettatamente, dai precedenti episodi del progetto targato Lifetime. La serie poco conosciuta con protagoniste Shiri Appleby e Constance Zimmer trasporta gli spettatori nel dietro le quinte di un famoso reality show, Everlasting, dove lavorano le due produttrici Rachel Goldberg e Quinn King che, insieme agli altri membri del team, controllano e manipolano i concorrenti che partecipano alla "competizione" per andare alla ricerca della propria anima gemella e della fama.

Le creatrici Marti Noxon e Sarah Gertrude Shapiro hanno saputo tratteggiare un mondo incredibilmente realistico e cinico in cui le donne, nella vita professionale e privata, devono fare i conti con uomini infantili, egocentrici, traditori e manipolatori, e non mancano nemmeno donne arriviste, spietate, opportuniste e false. La situazione dà vita a momenti di tagliente umorismo (ormai diventate cult alcune delle battute di Quinn) e di grande drammaticità nel rappresentare fin dove sono disposti a spingersi i protagonisti per ottenere il proprio scopo, sfruttando tutte le debolezze e i punti deboli degli altri. Quinn e Rachel, divise tra il muovere le proprie pedine per creare sul set di Everlasting il racconto già deciso a tavolino negli uffici della produzione e una situazione personale piuttosto caotica, devono fare quotidianamente i conti con la propria solitudine e dei desideri, non solo legati alla carriera, che sembrano sempre scivolare lontano, portandole in una spirale negativa dalle conseguenze sempre più incontrollabili. Lo script brillante, ricco di sorprese e critico nei confronti della società e del mondo dei reality, sostiene un progetto che con la sua visione dark del mondo rende difficile non lasciarsi coinvolgere e trascinare in una storia in cui ogni speranza di vero amore viene immediatamente sommersa dall'oscurità che avvolge le due produttrici, personaggi interpretati con grande trasporto e bravura dalla Zimmer e dalla Appleby, per cui, nonostante tutto, non si può che fare il tifo sperando che la vita concedi loro vittorie e un attimo di tregua emotiva.

Consigliata a: chi ama un approccio tagliente e sarcastico alla realtà e ai rapporti umani.

Sconsigliato a: chi non apprezza personaggi che fanno emergere il lato più oscuro e in grado di manipolare gli altri dell'animo umano.