The Gamer su Audible, Rudy Bandiera: “Cinema e videogiochi viaggiano su due binari separati”

La nostra intervista tra cinema e videogiochi a Rudy Bandiera per The Gamer, podcast dedicato al mondo dei giochi al via su Audible dall'11 novembre.

Cover Cofanetto
The Gamer, il podcast di Rudy Bandiera su Audible

Abbiamo sempre dedicato molta attenzione agli aspetti più narrativi del mondo dei videogiochi, a quelle produzioni che enfatizzano un rapporto tra cinema e videogiochi che abbiamo individuato e sottolineato da tempo. L'arrivo su Audible di The Games, podcast di Rudy Bandiera sul mondo dei videogiochi, sui suoi temi e sviluppi, è stata l'occasione per una chiacchierata col suo autore su questo tema a noi caro, partendo ovviamente da questa sua nuova creatura per analizzare limiti ed errori degli adattamenti di giochi per il grande schermo, ma anche di intrattenimento in senso più ampio e serialità, senza rinunciare all'immancabile domanda di questi tempi: binge-watching o visione rilassata?

Una panoramica del mondo dei videogiochi

Prima di tutto ci racconti un po' come è nata l'idea per The Gamer e come hai sviluppato questo progetto?

È stato pensato come un videogame a livelli, quindi sono dodici puntate, di cui la prima è l'entry level mentre l'ultima è più complessa. La prima si intitola "I videogiochi fanno bene o male", mentre l'ultima si concentra sul futuro e il business. È concepito per essere un progetto multistrato, non è per appassionati di videogame, non è per gamer, ma per persone che in qualche modo si vogliono avvicinare e sono incuriosite da questo mondo. Ogni puntata ha un tema e contiene un insieme di interviste. Le interviste sono molto verticali sul tema della puntata, quindi per la prima, per esempio, sono state fatte a degli psicologi, tra cui una che si occupa di genitorialità e un altro che invece è specializzato in ludopatia.

Quindi temi legati al settore, piuttosto che le varie tipologie di gioco?

In realtà c'è anche una puntata sulle tipologie di gioco, andando avanti ce ne sono due dedicate agli export, un'altra dedicata agli youtuber che diventano noti grazie al mondo dei videogame e una sui gamer professionisti, da Fortnite a Fifa, una sui tipi di giochi, sulle differenze tra RPG e FPS, ma anche un'altra sui creatori dei giochi, su chi sono e come ci si lavora. Cerchiamo di toccare tutto il settore ad amplissimo spettro.

E come preferenza personale su quali giochi ti orienti?

Apps37202686311237894990326299Bbb9 6778 40D5 965F 080B552Baa153378Ab76 Bcc8 408F A67D Ae2F786041F4
Gears of War, un'immagine promozionale del gioco

Eccome se sono un videogiocatore! Ho tatuato Quake 3 Arena sul braccio sinistro e Gears of War e il gamepad dell'X-Box sul destro. Per farti capire che stai parlando con un malato di mente! Amo gli sparatutto in prima persona, il gioco per eccellenza per me è Destiny 2, ma ho amato l'ultimo Assassin's Creed, Odissey, diciamo che mi piace o sparare o tagliare con delle lame (ride)

Ti capisco da vecchio appassionato di Assassin's Creed, anche se non ho amato particolarmente l'ultimo...

Infatti chi è un amante della saga non può amare Odissey perché prende una strada diversa che non fa ritrovare ai suoi fan alcuni dei suoi elementi più caratterizzanti.

Racconto d'autore

Noi siamo molto interessati ai giochi con un'impostazione narrativa più forte e un impianto più cinematografico. Tu che ne pensi di questo filone?

Io sono un grande amante di David Cage, per me Detroit: Become Human è uno dei giochi più belli di sempre. Una cosa straordinaria, un gioco maturo, adulto, intelligente, con una variante di storytelling all'interno che è prodigiosa. Amo sparare, ma amo anche un gioco con una componente di questo tipo così esaltata. Ci ho giocato due volte, in una delle due volte mi è morta la ragazzina e ci sono stato malissimo! Non riuscivo a riprendermi. L'etica e lo stile narrativo sono i principali protagonisti.

images/2018/05/15/detroit_alice_05_1524050967.jpg

È appena arrivato Death Stranding che sta dividendo molto per il suo essere estremo nel gameplay. Come ti poni davanti a giochi del genere? Pensi che l'autorialità possa andare a discapito del divertimento più puro?

Questa è una bellissima domanda, perché Kojima è una sorta di deus ex machina del mondo dei videogame. Io penso che il divertimento sia terribilmente relativo e non sia una caratteristica peculiare per un gioco di successo. Per esempio Red Dead Redemption II, altro capolavoro epocale, non lo trovo un gioco divertente in senso classico. La trama è bellissima, ma non è quello che possiamo definire un gioco divertente come Rocket League. Death Stranding potrà impegnare e piacere al di là del suo effettivo divertimento. Prima di dire che un gioco possa aver sacrificato la sua parte ludica a discapito della parte autoriale bisogna sempre provarli, perché abbiamo visto tanti giochi che non reputo divertenti che sono dei capolavori assoluti. In alcuni casi ci si limita a vivere un'esperienza che non si potrebbe vivere altrimenti, magari esplorativa e meno adrenalinica, ma non per questo meno affascinante. Per esempio Mass Effect Andromeda è stato distrutto dalla critica, ma io ci sono impazzito: avevi pianeti interi da esplorare.

Dal gioco al cinema: una storia di fallimenti

Che ne pensi degli adattamenti dei videogiochi per il cinema?

Assassin's Creed: una foto del protagonista Michael Fassbender
Assassin's Creed: una foto del protagonista Michael Fassbender

Ci sono due variabili importanti per me per capire il fenomeno. La prima è che il cinema hollywoodiano ha esaurito le idee. Mi sembra evidente negli ultimi anni, tanto che stanno attingendo a bacini che non sono propriamente cinematografici, quindi videogiochi e fumetti. D'altra parte abbiamo un mondo dei videogame che ha sempre copiato da un certo punto di vista il mondo del cinema e che ora si sta emancipando, diventando una forma d'arte indipendente. Non credo si possa trovare una quadra, è come trasmettere in musica un dipinto, sono due forme di comunicazione e di linguaggi distanti. Molti adattamenti sono risultati terribili, come Doom o Assassin's Creed, perché se una cosa funziona come videogioco, non significa che debba funzionare anche come film. Doom non ha una storia, te la devi inventare per il cinema. Credo che siano due binari separati.

Pensi che la serialità possa essere una strada migliore per adattare un mondo come quello dei videogiochi, come vedremo presto in The Witcher di Netflix?

The Witcher 7
The Witcher: un primo piano di Henry Cavill

Ho sempre dei dubbi su questi adattamenti, ma spero sempre che possa uscire il capolavoro che mi toglie. In un videogioco sei tu il protagonista, in un film no. Basta solo questa enorme discriminante per capire il limite. Magari hanno fatto un lavoro incredibile per The Witcher su Netflix, ma tu spettatore non conti niente, non fai altro che guardarti una serie, mentre in un gioco sei tu che sei dentro questo mondo e fai tutto. Per esempio Guillermo del Toro ha copiato a mani basse da Neon Genesis Evangelion per fare Pacific Rim, ma è lo stesso linguaggio sostanzialmente. Un videogioco in una serie... non lo so.

È vero quello che dicevi riguardo l'interattività. Da questo punto di vista può essere interessante l'esperimento che ha fatto Netflix con l'episodio interattivo di Black Mirror, Bandersnatch?

Sicuramente possono essere interessanti, ma è comunque una promiscuità, è adattare un media di un certo tipo avvicinandolo nel linguaggio a un altro sistema di fruizione. In pratica è il tentativo di avvicinare un film a un videogioco, cosa che in questo momento è del tutto embrionale e dozzinale. Se invece ci fosse la possibilità di entrare nel film attraverso la realtà virtuale, allora sarebbe qualcosa di molto diverso e si potrebbe realizzare il vero connubio videogame/film. Ma non con queste tecnologie. Quindi manca il passo tecnologico successivo per poterlo fare in modo compiuto.

Binge-watching sì o no?

Segui il mondo delle serie TV? Quali sono le tue preferenze?

Lo so che sono banale, ma una delle cose più belle che abbia mai visto in vita mia è Il trono di spade. È un'opera corale, creativa straordinaria da ogni punto di vista. Non amo i film in costume, ma noto tantissimo i costumi nei film e da questo punto di vista oltre che nel trucco quella serie è stata prodigiosa. Mi è piaciuta molto Black Mirror, specie nelle prime stagioni, e poi sono vecchio e amo Friends che fa parte della storia delle sit-com.

E dal punto di vista della fruizione da che parte stai? Sei un binge-watcher o preferisci una visione più rilassata?

Il Trono Di Spade Stagione 8 Episodio 6 Finale 1
Il trono di spade: Emilia Clarke durane il finale di serie

Bingio alla grande! Il mio grande problema è che io e la mia compagna non abbiamo gli stessi gusti, quindi se bingio io, non bingia lei e viceversa. Per fortuna sono spesso via per lavoro e quindi tutta l'ultima stagione de Il trono di spade me la sono vista in camera d'albergo: la sera finisce l'evento verso le sei e mezza, sette e dici "scusate sono a cena con dei clienti" e invece in realtà ti chiudi in stanza e guardi quattro puntate di una serie.

L'ultima che hai bingiato?

Credo che sia proprio Il trono di spade, perché l'ho vista in ritardo qualche mese fa. Poi ho guardato Evangelion, l'ultima in ordine di tempo che ho finito.