Il plot
Ryan Hardy (Kevin Bacon), deciso a mettere finalmente le mani su Joe Carroll (James Purefoy), telefona a Mike Weston (Shawn Ashmore) e lo esorta a raggiungere lui e Max (Jessica Stroup) in Connecticut, portando l'FBI sulle tracce di Lily Gray (Connie Nielsen) e della sua famigerata "famiglia criminale". Insieme, Ryan, Mike e Max riescono a catturare Luke (Sam Underwood) e decidono di usarlo come "merce di scambio" con Lily, allo scopo di farsi consegnare Carroll. Lily, intanto, progetta di fuggire in Venezuela insieme allo scrittore, ma dopo aver scoperto che Luke è prigioniero di Ryan somministra a Carroll una dose di sonnifero e lo rinchiude in una stanza della sua villa; Carroll, però, riesce a liberarsi grazie all'aiuto di Emma Hill (Valorie Curry) e si dà alla fuga insieme a lei e a Mandy (Tiffany Boone). Lily e Mark (Sam Underwood), nel frattempo, si recano nel luogo concordato per lo "scambio dei prigionieri", nel tentativo di ingannare Mike e Max: l'incontro si conclude con una sparatoria, e Luke resta gravemente ferito. Lily, rimasta sola con il figlio Mark, scopre che anche Carroll l'ha abbandonata...
Cosa ci è piaciuto di questo episodio
Una parossistica escalation di colpi di scena, di raggiri e di tradimenti, di scontri a fuoco, ma anche corpo a corpo: Fly Away, sesto episodio della seconda stagione di The Following, brucia selvaggiamente, nel segno di un "tutti contro tutti" talmente inarrestabile e caotico da rasentare la cacofonia. Eppure, per una serie che, in mancanza di sottili sfumature psicologiche o di una lodevole profondità di scrittura, ha sempre puntato tutto sul ritmo e sulla suspense, un'impostazione del genere finisce se non altro per ottenere un risultato soddisfacente, garantendo quella soglia di intrattenimento minima tale da mantenere l'attenzione del pubblico (più o meno, dato che negli USA gli ascolti sono precipitati nuovamente sotto i cinque milioni di spettatori). In Fly Away, in particolare, non c'è un attimo di sosta: in 40 minuti avvengono tantissime cose (troppe, si potrebbe obiettare), e chi ha seguito fin qui i passi del detective Ryan Hardy continuerà ad essere partecipe delle sue indagini assai poco ortodosse.
Cosa non ci è piaciuto di questo episodio
L'orchestrazione della trama, ancora una volta, stenta a convincere del tutto: quella "cacofonia" di cui parlavamo nel paragrafo precedente rappresenta in effetti il sostanziale punto debole di un episodio in cui non sempre gli sceneggiatori dimostrano una perfetta padronanza degli elementi in gioco. L'improvvisa rottura fra Joe Carroll e Lily Gray, ad esempio, appare piuttosto forzata, e non se ne comprendono le reali motivazioni, al di là della "mania del controllo" della bionda leader del team di psicotici di stanza in Connecticut. Un punto di bonus per lo scambio di dialoghi più bislacco della puntata: Carroll che ammette candidamente di fronte a Emma di non essere un valido scrittore (chissà perché, ma avevamo questo sospetto già da un bel po'...).
Note a margine
What's next?
Ora che le strade dei due super-villain di The Following si sono separate drasticamente, aspettiamoci una guerra su più fronti per Ryan Hardy e gli agenti dell'FBI, ma anche una probabile - e, ammettiamolo, alquanto accattivante - sfida all'ultimo sangue fra gli ex-amanti Joe e Lily, ora acerrimi avversari pronti a trasformare la loro effimera passione in una rivalità distruttiva e senza esclusione di colpi.
Movieplayer.it
3.0/5