French e Sue sono due tra i migliori strozzini sulla piazza e non sbagliano mai un incarico, usando anche metodi brutali pur di riscuotere quanto dovuto, rompendo teschi e ossa senza farsi troppi scrupoli morali. La coppia viene convocata a Las Vegas per raccogliere del denaro dalla proprietaria di un casinò notturno, che tra l'altro è anche una vecchia fiamma di uno di loro. Ma nel frattempo un boss della malavita locale è sulle tracce di French e Sue, con l'intenzione di vendicare la morte del fratello.
Come vi raccontiamo nella recensione di The Debt Collector - Il ritorno, i protagonisti si ritroveranno alle prese con una situazione sempre più intricata nella quale dovranno affrontare vecchi e nuovi nemici, con il pericolo potenzialmente dietro ogni angolo. Senza potersi fidare di nessuno, dovranno fare affidamento su loro stessi e sulla loro amicizia, anche se pure questa rischia di essere messa a dura prova dai sempre più concitati eventi.
Here we go again
Squadra che vince non si cambia ed ecco così che il regista Jesse V. Johnson torna a collaborare con Scott Adkins - uno dei suoi attori feticcio, qui anche produttore - e Louis Mandylor per il sequel di un b-movie di qualche anno fa, The Debt Collector (2018), che aveva introdotto la coppia di questi bizzarri protagonisti, più negativi che positivi, che rivestono un ruolo spesso assegnato a figure comprimarie come quello dei moderni usurai, pronti a ottenere con la violenza quanto richiesto dai loro boss. Una nuova (dis)avventura li vede qui in quel di Las Vegas, dove si troveranno in una situazione del classico "solo contro tutti" e la loro abilità nella lotta corpo a corpo e nell'utilizzo delle armi da fuoco risulterà determinante per lo svolgersi degli eventi, fino a quell'epilogo che lascia naturalmente aperte le porte per un prosieguo del franchise.
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Una storia poco interessante
Come nel predecessore ci troviamo davanti a una sceneggiatura che si rivela il vero tallone d'Achille dell'operazione, troppo inutilmente arzigogolata per risultare anche accattivante: dei numerosi personaggi secondari, una sorta di macchiette più o meno volontarie, non importa niente e nessuno e la scena viene come al solito rubata dalle due figure principali, impegnate non soltanto in furiose sequenze d'azione ma anche in dialoghi e scambi di battute tirati a volte troppo per le lunghe, nel tentativo di infondere maggior cura alla caratterizzazione di French e Sue. Ma pur a dispetto della sprezzante ironia e dell'innegabile carisma di genere dei due interpreti, in particolar modo di un Adkins che diventa sempre più abile nel gestire personaggi scomodi, il racconto non possiede mai quel mordente tale da avvincere e convincere per l'abbondante ora e mezzo di visione.
Strade violente
La corsa contro il tempo, i nemici che si moltiplicano, colpi di scena più o meno melodrammatici su questioni private: la trama a tratti si fa anche troppo ridondante senza esplorare appieno nessuno dei versanti introdotti, lasciando alle scene di lotta o d'inseguimento il compito di imprimere maggior verve all'insieme, fino a quella sanguinosa resa dei conti finale dai toni estremi e brutali, con tanto di breve sequenza di tortura abbastanza gratuita. Un passo indietro per il regista e per Adkins, il cui precedente lavoro assieme era stato l'intenso revenge-movie Missione Vendetta (2019), quello sì ricco di sfumature e cliffhanger degni di nota. The Debt Collector - Il ritorno si perde in un bicchier d'acqua, lasciando intravedere le buone potenzialità dietro l'assunto che vengono però annacquate in un racconto più confuso che riuscito.
Conclusioni
Una coppia di strozzini si trova alle prese con un caso più complicato del previsto, tra inaspettati tradimenti e vecchie conoscenze in cerca di vendetta: sarà l'inizio di una disperata lotta per la sopravvivenza senza esclusione di colpi. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di The Debt Collector - Il ritorno, questo sequel arrivato a due anni di distanza dall'originale vede Scott Adkins e Louis Mandylor tornare a rivestire i ruoli dei due protagonisti, in un film che come il prototipo soffre di una sceneggiatura inutilmente complicata che toglie fiato e respiro all'operazione. Le buone scene d'azione e un'ironia tagliente cercano di portare un po' di brio, ma l'ora e mezzo di visione è avara di sorprese e a tratti gratuitamente violenta.
Perché ci piace
- Scott Adkins è ormai una sicurezza come star del cinema action, sia per carisma che per ciò che riguarda le scene di combattimento.
Cosa non va
- Una sceneggiatura inutilmente tirata per le lunghe e artificiosa.
- Violenza eccessiva quando non gratuita.