The Calendar Killer, la recensione: un thriller psicologico sulla violenza contro le donne

Niente indagini di polizia: la caccia all'assassino nel thriller psicologico di Adolfo J. Kolmerer si risolve in una lunga telefonata che focalizza l'attenzione sulla violenza contro le donne in tutti i suoi aspetti. Su Amazon Prime Video.

La protagonista in una scena di The Calendar Killer

Leggi il titolo e ti aspetti indagini serrate e una caccia a un serial killer nel più tipico dei crime, e invece ti ritrovi in mezzo a una riflessione stratificata sul tema della violenza domestica e degli abusi sulle donne. È questo l'aspetto più spiazzante di The Calendar Killer, thriller psicologico tedesco diretto da Adolfo J. Kolmerer e tratto dal bestseller Der Heimweg di Sebastian Fitzek, che è appena uscito in streaming su Amazon Prime Video.

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Un'inquietante scena di The Calendar Killer

Il film si svolge tutto in una drammatica serata a Berlino. È il 6 dicembre, in città da qualche tempo imperversa un assassino che lascia sui muri delle vittime la data della loro morte scritta col sangue, e per questo viene denominato dai media Calendar Killer. Una promessa che poi il misterioso assassino riesce sempre drammaticamente a mantenere.

Il telefonista e la donna in fuga

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Sabin Tambrea interpreta Jules, il telefonista

Al centro di The Calendar Killer ci sono due personaggi: Jules (Sabin Tambrea) lavora per una linea telefonica di assistenza per donne che di sera si trovano in potenziale pericolo e restano al telefono finché non sono tornate a casa sane e salve; Klara (Luise Heyer) è una donna che si è svegliata in un garage con una scritta sul muro fatta col sangue che sinistramente prometteva la morte il 6 dicembre per lei o per suo marito. Klara è convinta di essere la prossima vittima del serial killer, a meno che non faccia prima fuori il coniuge.

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Luise Heyer è Klara in una sequenza con dietro un gruppo di uomini mascherati

Con Jules sempre al telefono, Klara continuerà la sua fuga dal killer, ma soprattutto confesserà l'altro vero dramma della sua vita, ovvero le violenze subite dal marito Martin (Friedrich Mücke), umiliazioni che la portano a un passo dal suicidio, oltre che ad avere ogni tanto una sorta di visioni o incubi onirici. Intanto anche Jules, per intrattenerla, le racconterà i drammi del suo passato. Nel frattempo la mezzanotte si avvicina e la tensione sale perché qualcuno sta effettivamente dando la caccia alla donna.

Focus sulla violenza contro le donne, con alcuni aspetti equivoci

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Friedrich Mücke è Martin, il marito di Klara

L'aspetto principale e in definitiva più curioso di The Calendar Killer, come già accennato, è che sorprende nella strada che ha scelto di prendere. Non ci sono indagini poliziesche, ma un sondaggio delle emozioni più profonde e dei drammi di un'esistenza, la riflessione su profondi dilemmi morali non banali, che obbligano a sondare i lati più oscuri dell'animo umano.

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Luise Heyer in una sequenza di The Calendar Killer

Il focus è infatti soprattutto sulla violenza domestica sulle donne, su quanto siano radicati gli abusi, ma qui si tira in ballo anche l'incapacità di alcune di esse di liberarsi davvero dal giogo del loro uomo. Solo che la positiva volontà di sensibilizzare sul fatto che persino le donne che soffrono per mano dei loro mariti non osano parlare o chiamare la polizia se non vengono aiutate, corre il rischio di trasformarsi quasi in una condanna delle vittime. E senza svelare troppo, vedendo il film capirete il perché.

Corsa contro il tempo e colpi di scena, ma i difetti non mancano

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Sabin Tambrea in una scena di The Calendar Killer

Nel film di Adolfo J. Kolmerer ci sono tutti gli ingredienti necessari per dar vita a un thriller avvincente: una drammatica corsa contro il tempo, un mistero sull'identità del killer, una lotta per la sopravvivenza, un gioco psicologico e alcuni colpi di scena. Ma il meccanismo funziona a metà perché alcuni di questi colpi a sorpresa sono un po' telefonati, tanto che la sensazione di prevedibilità non abbandona mai la visione. Naturalmente le apparenze ingannano, non tutti sono quello che sembrano essere, ma il problema del film è che necessita di troppe trovate artificiose per tenere insieme il tutto e troppo spesso bisogna far ricorso alla sospensione dell'incredulità per digerire alcuni passaggi narrativi.

La telefonata infinita è una lunga seduta di terapia psicologica

Siamo anche di fronte a buone interpretazioni,soprattutto quella dell'intesa Luise Heyer, ma purtroppo prima di arrivare alle sorprese finali il film soffre di una certa carenza di ritmo, anche perché il rimbalzo continuo degli antefatti dei due protagonisti principali alla lunga stanca, oltre che essere un po' confuso tra flashback più datati e alcuni di solo poche ore prima. Insomma non sempre funziona questa telefonata infinita, perché da un'affannosa richiesta di aiuto per sfuggire a un killer in caccia, si trasforma gradatamente in una sessione di terapia psicologica. Certo interessante, ma che mette colpevolmente troppo da parte l'urgenza della situazione.

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Klara e il marito Martin a cena in un momento di relax.

In ongi caso alla resa dei conti, pur con tutti gli evidenti difetti del film che ne fanno forse un'occasione persa, aver sfruttato una narrazione ricca di suspance a tema killer per offrire in realtà un'inquietante anche se a tratti equivoca esplorazione del tormento personale di chi subisce gli abusi domestici, è una scelta che fa di The Calendar Killer un film quantomeno non banale e certamente voglioso di smarcarsi da tanti thriller sempre tutti uguali.

Conclusioni

The Calendar Killer è un film che mette da parte la parte crime e la caccia all’assassino per focalizzarsi sul tema della violenza sulle donne in tutte le sue sfaccettature. Una scelta lodevole non sempre supportata però dalla resa cinematografica, che soffre di passaggi troppo artificiosi oltre che di colpi di scena un po’ prevedibili. Pur ricco di difetti, però, è un film che cerca di smarcarsi dalla sensazione del già visto.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Stimolare riflessioni sul tema della violenza sulle donne è sempre una cosa positiva.
  • Le interpretazioni dei protagonisti sono ottime.
  • La suspense non manca e alcuni colpi di scena sono buoni.

Cosa non va

  • Ma alcuni di questi colpi a sorpresa, a ben vedere, sono prevedibili.
  • Chi si aspetta indagini poliziesche e una caccia al killer resterà deluso.
  • Alcuni passaggi sono artificiosi, altri troppo poco credibili.