Pur se imperfetto e poco approfondito, The App è un film che offre tanti spunti su cui discutere e, per fortuna, abbiamo avuto modo di farlo con i suoi protagonisti in un interessante incontro organizzato da Netflix per noi della stampa a Roma nei giorni precedenti il Natale e l'arrivo in catalogo del 26 dicembre. È stata l'occasione per la video intervista che vedete in questa pagina, ma anche per una chiacchierata molto informale in cui abbiamo potuto passare in rassegna i temi e la realizzazione del film che racconta il percorso di consapevolezza del protagonista Niccolò, un bravo Vincenzo Crea, e della sua ossessione per una donna conosciuta nell'app d'incontri del titolo.
I social e la tecnologia
Primo, inevitabile, punto da approfondire è stato il dating online, così come il rapporto di Elisa Fuksas e Vincenzo Crea con la tecnologia. "Amo la tecnologia" ci ha detto la Fuksas "che trovo anche sacra in un certo senso, profetica a volte. Ma non è una profezia che si autoavvera", ma ciononostante ha ammesso di usare poco i social e di dedicarsi a Instagram solo per i cani, per trovare amici dei bulldog francesi in giro per il mondo. Ha inoltre aggiunto di non aver "mai usato siti per incontri, ma solo perché ne sarei dipendente", per la sua innata curiosità nei confronti del prossimo.
"Sono molto poco ossessivo e molto poco compulsivo" ha detto invece Vincenzo Crea riguardo il suo rapporto con i social, "Mi diverte perché trovo che sia interessante la condivisione, ma non mi va di mettermi troppo in evidenza". Sui siti di incontri, inoltre, appare scettico, almeno a livello personale: "mi manca il sentire il contatto vero, l'avere la persona davanti" anche se capisce che per molti può essere un valido strumento per arrivare a incontrare altre persone.
La video intervista a Vincenzo Crea ed Elisa Fuksas
La nascita di The App
Elisa Fuksas ci ha raccontato anche di come è arrivata a scrivere e dirigere The App, di come tutto sia partito da una mail scritta al Maggio Fiorentino per la voglia di cimentarsi con l'opera, dalla notizia di un sito di dating online hackerato e delle storie di vita vissuta venute fuori da quello scandalo. Due vie confluite nel lavoro per un libretto d'opera, dal quale si è poi arrivati al film che ha debuttato su Netflix il 26 dicembre, che da quell'idea iniziale è cambiato molto, sebbene "la suggestione iniziale sia quella". Una suggestione che la regista ha canalizzato attraverso la musica, fornendo ai suoi interpreti una playlist di canzoni ("120 brani, da Lady Gaga ad Anna Calvi") per guidarli nel mondo narrativo del suo film.
Una guida che ha preteso anche Abel Ferrara sul set, intervenuto per un piccolo ruolo, quello del regista del film a cui sta lavorando il protagonista. "Ha dimostrato grande umiltà" ha raccontato la Fuksas, "continuava a dirmi che dovevo dirgli esattamente cosa volevo da lui". Lo ha confermato Vincenzo Crea, che l'ha descritto come "tranquillissimo, nonostante io fossi abbastanza emozionato di lavorare con lui. Abel è divertente, era stressato di doversi ricordare le battute." Lo spunto alla base del film film ha, inoltre, offerto molti spunti diversi (ne abbiamo parlato nella nostra recensione di The App), "così tanto materiale che si sarebbe potuto fare una serie", e chissà che non si arrivi a farla prima o poi. "Quel che mi piacerebbe" ha ammesso la Fuksas stuzzicata dalle nostre domande "è una serie come Black Mirror, ma ambientata nel presente piuttosto che in un futuro che racconta i nostri giorni di riflesso".