Recensione Take Me Home Tonight (2011)

Il film di Michael Dowse è l'ennesimo esemplare di commedia nostalgica che mitizza la cultura pop degli anni Ottanta e al tempo stesso ritrae la disillusa generazione dei trentenni in crisi, eterni ragazzi incapaci di trovare un loro posto nella società.

That '80s Show

Cosa resterà di quegli anni Ottanta? Forse soltanto un misto di nostalgia, delusione e disincanto, o almeno questo è ciò che sembra suggerire Take Me Home Tonight, ennesima "retro comedy" americana dal tono dolceamaro che tenta di fotografare l'attuale generazione perduta dei thirtysomething, ormai orfani del yuppismo e del rampantismo della loro adolescenza e costretti oggi a fare i conti con crisi e recessione globale. Bastano già i titoli di testa del film a chiarire il concetto: i volti dei protagonisti sono incorniciati nel loro vecchio annuario del liceo, dove appaiono in bella mostra anche le principali icone pop degli anni Ottanta (da Alf su su fino a Ronald Reagan); mentre la colonna sonora si affida a brani di culto dell'epoca come Video Killed The Radio Star. Per questa generazione cresciuta sotto le promesse di benessere e di prosperità del Reaganomics, e che invece si trova a fronteggiare la finanza malata e speculativa di Goldman Sachs, tutti i sogni di gloria sembrano essere ormai svaniti e hanno lasciato il posto solo all'amarezza, alla delusione e all'incertezza.


"Ho avuto così tanta paura della mia vita che mi sono perso la mia vita. Ma sono come voi, abbiamo tutti paura", dice a un certo punto il protagonista del film Matt Franklin (Topher Grace), laureatosi con lode in matematica al celebre MIT, ma finito a lavorare come commesso in un negozio di home video. Il suo migliore amico, lo sboccato e indolente Barry (Dan Fogler) è stato appena licenziato da un autosalone, mentre la sorella gemella di Matt, Wendy (Anna Faris), è impantanata in una relazione senza vie d'uscita con un bellimbusto che sembra curarsi poco di lei e delle sue aspirazioni letterarie. Ma per il timido e frustrato Matt si profila forse un'occasione di riscatto: è appena tornata in città Tori (Teresa Palmer), reginetta di bellezza del liceo nei confronti della quale ha coltivato nel corso degli anni una cotta segreta. Adesso lei lavora in una società finanziaria, e per attirare la sua attenzione il ragazzo decide di fingersi dirigente di Goldman Sachs. Tori lo invita così a prendere parte a una colossale festa, durante la quale Matt e i suoi amici dovranno affrontare situazioni sempre più improbabili e grottesche. Giungerà l'ora per la rivincita del nerd?

Sono molte ormai le commedie che riflettono sull'inadeguatezza dei giovani-adulti americani (in primo luogo quelle realizzate dalla premiata factory di Judd Apatow e Seth Rogen), spesso caratterizzate da una comicità dalla venatura malinconica e nostalgica. Il regista canadese Michael Dowse si ricollega a questo filone, elaborando un soggetto ideato dal protagonista Topher Grace e scritto dagli stessi autori della serie tv che per prima ha lanciato l'attore, That '70s Show, anch'essa carica di nostalgia. Dowse è specializzato in commedie adolescenziali dalla venatura musicale (come il mockumentary FUBAR e It's All Gone Pete Tong) e da un certo punto di vista si può dire che Take Me Home Tonight sia soprattutto un "film - colonna sonora" (a partire dal titolo che rimanda a un successo del 1986 di Eddie Money), riallacciandosi a quel modello insuperabile rappresentato da American Graffiti (omaggiato anche con un poster all'interno di una scena), anche se in questo caso ovviamente la soundtrack è composta prevalentemente dalle più iconiche hit della musica pop anni Ottanta.
La colonna sonora è però forse l'unico aspetto degno di nota di questa romantic-comedy del genere "tutto in una notte", che per il resto si limita a sfruttare situazioni riciclate da moltissimi esemplari del filone, senza arricchirle con gag particolarmente divertenti o in grado di osare (con la sola eccezione di quelle che hanno per protagonista Barry alle prese prima con gli effetti della cocaina e poi con una coppia di pervertiti). Anche gli interpreti non riescono a conferire il giusto mordente al film, nonostante Topher Grace dimostri ancora una volta di calarsi perfettamente in ruoli di questo tipo. Anna Faris, star di parecchie commedie demenziali, qui è invece piuttosto defilata, mentre la spalla comica Dan Fogler non possiede di certo il carisma e la presenza scenica di un Seth Rogen o di un Jonah Hill.
Take Me Home Tonight è, insomma, un film leggero come un aperitivo analcolico e inconsistente come un videoclip degli anni Ottanta: scorre via in maniera a tratti piacevole, ma senza lasciare traccia.