Terkel nei guai
Ha raccolto più di un consenso all'ultima edizione del Future Film Festival di Bologna, Terkel (titolo originale Terkel i knibe, traducibile come Terkel e l'horror), già campione d'incassi in Danimarca, cartone animato in 3D volutamente indirizzato a un pubblico più adulto e preparato di quello che normalmente accorre nelle sale a Natale o a Pasqua per vedere o far vedere una pellicola di animazione.
La sottolineatura in questo caso è d'obbligo, considerando che Terkelmiscela - in modo esasperato ed estremo - situazioni ascrivibili al dramma scolatisco e atmosfere proprie dell'horror-thriller, cariche di venature splatter e cinico-sarcastiche, nella migliore tradizione impartita da I Simpson e South Park. Raccontando i primi disagi adolescenziali di Terkel, che inizia a entrare in rotta di collisione con i compagni delle medie e con la famiglia, il lungometraggio realizzato in computer grafica mette in campo molte delle problematiche che affliggono quest'età di mezzo, sospesa tra l'infanzia e la vita adulta, affrontando di petto temi importanti come il bullismo nelle scuole, l'incapacità di comunicare tra genitori e figli e persino il turismo sessuale. Il tutto funziona sullo schermo grazie al doppiaggio - perfettamente aderente allo spirito della storia - di Elio, Faso, [PEOPLE]Rocco Tanica e Cesareo del gruppo Elio e le storie teseche hanno collaborato anche all'adattamento dei dialoghi e delle canzoni dal danese all'italiano, lavorando con cura soprattutto sulla traduzione culturale dei concetti e dei messaggi veicolati.
Ma veniamo alla trama. Dopo che lo zio di Terkel (doppiato da Simone D'Andrea), il violento e un po' alcolizzato zio Stewart, ha picchiato selvaggiamente i due teppisti della classe, Sten (Tanica) e Saki (Cesareo), l'undicenne protagonista è terrorizzato dalle conseguenze che dovrà subire sulla sua pelle. Vittima dei due bulli è anche Doris (Benedetta Ponticelli), la classica ragazza soprappeso ma sensibile e timida, segretamente innamorata di Terkel, che finirà col togliersi la vita dopo che persino l'amato l'avrà derisa di fronte ai compagni per accattivarsi le simpatie di Sten e Saki ed essere finalmente lasciato in pace. Speranza vana per Terkel che, anzi, inizia a ricevere inquietanti minacce di morte e pericolosi avvertimenti nel letto (esilarante citazione da Il padrinodi Coppola), senza sapere chi ne sia l'autore. Una "provvidenziale" gita scolastica contribuirà a risolvere il mistero...
La voce narrante è affidata a Elio, in un primo istante esterna alla diegesi poi successivamente incarnata nell'irriverente Arne, professore di musica dei ragazzi. A circondare Terkel è poi tutta una serie di personaggi grotteschi e surreali: c'è il migliore amico Jason (Faso), sempre armato di spranga; la madre Beatrix (doppiata da Lella Costa), una fumatrice compulsiva paradossalmente ossessionata dai germi e dalle malattie; il padre Leon (Claudio Bisio) indifferente e distaccato, incapace di esprimersi se non con un ripetuto "NO"; e la sorellina che attenta alla sua incolumità fisica con truculenti incidenti domestici (folgorazioni, cadute, forchettate negli occhi). Anche il supplente di scienze, maniaco della natura e un po' hippy, sotto la sua apparente benevolenza nasconde dei segreti.
Terkel spunta le armi dell'ironia caustica e della comicità grottesca (e triviale) per spingere a fondo il pedale su una riflessione non convenzionale e non a tutti i costi buonista sui temi - anche impegnativi - che la pellicola abbraccia. L'unico neo resta, forse, quello di non aver trattenuto alcune estremizzazioni negli sviluppi narrativi, così come nelle caratterizzazioni dei personaggi, dando più sostanza e contenuto alla satira di costume e della società che il film di fatto attua. Il divertimento è comunque assicurato, titoli di coda compresi.