Te l'avevo detto, la recensione del nuovo film di Ginevra Elkann: sudore, dipendenze e follia

La recensione di Te l'avevo detto, opera seconda dell'autrice di Magari che riunisce un cast di prim'ordine capitanato da Valeria Bruni Tedeschi e Alba Rohrwacher per una riflessione "a fuoco" sulle ferite del corpo, dell'anima e dell'ambiente.

Te l'avevo detto, la recensione del nuovo film di Ginevra Elkann: sudore, dipendenze e follia

Insieme a The End We Start From di Mahalia Belo, c'è un secondo film presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023 interessato alla crisi climatica. Se nella distopia ecologista con protagonista Jodie Comer sono le alluvioni a distruggere i centri cittadini britannici, in Te l'avevo detto di Ginevra Elkann è il caldo a soffocare l'Italia, più precisamente Roma.

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Te l'avevo detto: Valeria Bruni Tedeschi in una foto

Rientra ovviamente nella sfera del surriscaldamento globale, ma esattamente come il collega inglese anche l'opera seconda dell'autrice nostrana sfrutta la tematica in chiave concettuale per raccontare il dramma umano. In contesto, si tratta di un nutrito gruppo di protagonisti che vanno da Valeria Bruni Tedeschi ad Alba Rohrwacher, da Danny Huston a Valeria Golino. Non un film corale, comunque, puntando su situazioni narrative completamente differenti unite sotto il fil rouge dell'elevata temperatura e della fede. Un titolo con interessanti spunti di riflessione che conferma vizi e virtù della regista dopo il suo Magari del 2019, dando un quadro ancora più preciso della sua grammatica cinematografica.

Un torrido inverno

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Te l'avevo detto: Danny Huston e Greta Scacchi in una scena del film

Roma, un non meglio specificato ma più che prossimo futuro. È inizio gennaio nella Capitale italiana ma sembra di essere nella canicola agostana. Come detto, la colpa è del surriscaldamento, ma è comunque paradossale vedere alberi di Natale ancora agghindati baciati da un sole accecante e immersi anch'essi in un clima torrido e irrespirabile. Sono ambientate in questa rovente cornice invernale le storie dei tanti personaggi che popolano la visione della Elkann, co-sceneggiatrice del progetto insieme a Chiara Barzini e Ilaria Bernardini. C'è chi, come Gianna (Tedeschi), tenta ancora di fare i conti con la morte del marito fedifrago e la propria sanità mentale, trascinando con lei anche la figlia Mila (Sofia Panizzi), assalita costantemente da una fame nervosa che la rende persino oggetto di scherno della madre. Gianna sembra fin troppo interessata a una certa Pupa (Valeria Golino), ex pornostar ormai squattrinata che tira avanti con qualche live streaming per i suoi fan e per mantenersi, anche prossima ad esibirsi in un concerto per appassionati. Caterina (Rohrwacher) è invece un mamma alcolizzata che beve per riempire il grande vuoto che ha dentro, che è troppo, opprimente, destabilizzante.

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Te l'avevo detto: una scena del film

La sua dipendenza è anche alla base dei problemi con l'ex-marito Riccardo (Riccardo Scamarcio) e con il figlio Max (Andrea Rossi). Gianna e Chiara hanno in comune la conoscenza di Padre Bill (Danny Houston), religioso americano ormai da tempo in Italia con un passato di tossicodipendenza, esattamente da eroina. Anche Bill deve combattere i propri demoni che non sono però quelli della dipendenza, bensì famigliari, legati alla sorella Frances (Greta Scacchi) e alla defunta madre. Un ventaglio di caratteri differenti che si muovono lungo un tracciato narrativo discretamente dialogato, ognuno di essi centrato e affascinante, dove gran parte dell'attrattiva viene però dalla loro instabilità e imprevedibilità, rendendo il titolo leggermente situazionistico ma comunque ispirato.

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Un film sudatissimo

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Te l'avevo detto: Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher e Andrea Rossi in una scena del film

Te l'avevo detto è un film dove si suda. Si suda davvero tantissimo. Provate voi a non grondare fino ai limiti della disidratazione sotto 30 o 40 gradi e in abiti invernali. A unire nella sofferenza l'intero parterre di personaggi è proprio il sudore, a sottolineare la fatica di un impegno davvero gravoso per i loro corpi e le loro anime, che è però un tentativo. Perché Gianna, Chiara, Pupa e Bill ci provano ad essere migliori, a superare le loro difficoltà, a confrontarsi con i propri cari, ma il grido d'aiuto è quasi sempre strozzato dalla malattia mentale o dalla dipendenza, che prontamente torna a stingere e imprigionare i protagonisti nella sua gelida e impietosa morsa, che è poi l'unica cosa "fresca" del film. Te l'avevo detto parla di problemi comuni e al di là di qualsiasi classe sociale, riuscendo a superare il classico dramma borghese di facciata per scendere nel cuore pulsante del dolore persino capace di trasformarsi in divertimento prima di divenire follia.

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Te l'avevo detto: Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino in una scena del film

Oltre a un'efficace concept che stimola anche la riflessione ambientalista, l'opera seconda della Elkann è forte di ottime interpretazioni guidate dalla bravura di una Valeria Bruni Tedeschi mai così esasperata e irresistibile e da un Danny Houston che sorprende grazie alla sua perfetta pronuncia italiana (con tanto di accento). Intrigante pure la fotografia di Vladan Rodovic che "apre tutto" con criterio e coerenza, immergendo gradualmente Roma e i personaggi in una luce afosa e soffocante tra l'arancione e l'ocra, sfumando solo alla fine insieme alle vite dei protagonisti, alcuni liberi e altri meno ma ancora madidi di sudore in questo strazio sfocato che chiamiamo esistenza.

Conclusioni

Te l'avevo detto è una buona opera seconda, comunque condita da molti più pregi che difetti. Come detto in recensione, il film parla con estrema sincerità di malattia mentale e dipendenze, senza mai giudicare ma mostrando, attraverso la finzione cinematografica, uno spaccato di realtà medio-borghese, la fatica di lottare, fallendo o riuscendo. E infatti si suda, si gronda e si soffoca in una canicola climatica che è anche quella esistenziale, che macchia tutto - è vero - ma ameno lascia qualche segno.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.0/5

Perché ci piace

  • Un'irresistibile Valeria Bruni Tedeschi.
  • Il tema climatico che abbraccia il concept narrativo del film.
  • La parlata italiana di Danny Houston.

Cosa non va

  • Sembra mancare un po' di coesione tra le varie parti del racconto.