Il primo pensiero dopo la visione di Survive, il thriller apocalittico francese disponibile su Amazon Prime Video, va inevitabilmente a Émilie Dequenne. L'attrice belga divenuta famosa per il suo ruolo in Rosetta dei fratelli Dardenne, in questo film sopravvive con incredibile forza di spirito a un cataclisma, mentre nella realtà si è dovuta arrendere a una rara forma di cancro, tanto che il survival diretto da Frédéric Jardin è stato il suo ultimo film.

Quanto a Survive, siamo di fronte a un'apocalisse vissuta in ambito strettamente familiare: è un po' la sua forza (necessaria visto il basso budget) ma anche un po' il suo limite. In ogni caso, come vedremo, alla fine si rivela un prodotto di intrattenimento soddisfacente, assolutamente dignitoso considerati i mezzi a disposizione, cha sa fare di necessità virtù anche se sconta qualche sconfinamento di troppo nell'assurdo se non addirittura nel trash.
La trama di Survive: se i poli magnetici si invertono e l'oceano scompare

La scena iniziale di Survive ci porta su un'elegante imbarcazione in mezzo al Mar dei Caraibi, dove una famiglia composta da Tom (Andreas Pietschmann), il marito oceanografo, Julia (Émilie Dequenne), la moglie medico e i due figli Cassie e Ben, festeggia il compleanno di quest'ultimo, che compie 13 anni. Ma iniziano a succedere cose strane: Julia rischia di annegare per delle correnti impazzite, le balene si comportano in modo anomalo (e danneggiano la barca), fulmini incredibili compaiono in una videochiamata fatta da Cassie al suo fidanzato che poi si interrompe, e infine satelliti che precipitano dallo spazio.

Alla fine arriva una vera e propria tempesta devastante, le cose si mettono male ma all'improvviso ritroviamo la famiglia che si risveglia la mattina seguente con l'acqua che semplicemente non c'è più, l'oceano è scomparso e la barca è incagliata su una roccia in mezzo al deserto. L'unica perosna che riescono a contattare via radio, spiega loro che si sono invertiti i poli magnetici terrestri con conseguenze catastrofiche. Ma proprio lui, su un sottomarino, potrebbe rappresentare una possibile salvezza per la famigliai.
Ecco come fare un dignitoso film apocalittico con basso budget
Di una cosa va sicuramente dato atto al regista Frédéric Jardin: girare con un budget molto risicato un film a sfondo apocalittico, che quindi presumibilmente prevede scene catastrofiche, non è una cosa semplice. Servono idee e inventiva. E sotto questo aspetto bisogna dire che le cose funzionano: Survive ha in pratica solamente sei attori (a parte qualche comparsa che appare per qualche secondo), una manciata di scene in mare e una lunga serie di sequenze nel deserto, non mancano il cattivo di turno e perfino i mostri, sotto forma di granchi giganti che danno un tocco di b-movie al tutto.

E l'impalcatura regge, un po' a fatica ma funziona. Con alcuni escamotage forzati, come quello che sul più bello di un vero caos ansiogeno a bordo, nel quale il pathos sta crescendo a dismisura in mezzo alla tempesta, poi si prende la comoda scorciatoia di ritrovare la famiglia svenuta o addormentata per risparmiarsi il pensiero di rappresentare il ritiro delle acque e l'approdo della barca sull'asciutto. Ma poi si riesce a rendere credibile il paesaggio post apocalittico giocando bene la carta dei campi lunghi su affascinanti distese di sabbia, con tanto di canyon e burroni che caratterizzano il deserto marocchino dove sono state effettuate le riprese.
Svarioni e tante assurdità, ma anche ritmo, tensione e scene forti

Detto questo, va detto che di fronte a Survive, oltre alla necessità di armarsi di una robusta sospensione dell'incredulità, bisogna fare i conti con svolte discutibili, incoerenze di ogni tipo, snodi narrativi a dir poco faciloni ed effetti da budget super ridotto a tratti quasi ridicoli, ma va detto il ritmo tiene botta, il film ha una sua atmosfera di tensione, non disdegnando perfino qualche scena decisamente forte e sanguinosa. Coinvolge molto anche la corsa contro il tempo, perché a quanto pare l'acqua ritornerà al suo posto e bisogna essere preparati, ovvero entrare a tutti i costi in quel sottomarino da scovare nel deserto.
La formidabile Émilie Dequenne e il timido messaggio ambientalista

Anche le interpretazioni sono discrete, ma spicca soprattutto quella della già citata Émilie Dequenne, capace di una performance fisica incredibile tenendo conto che subito dopo sarebbe stata sopraffatta dalla malattia. Riesce a superare ogni insidia e ogni ostacolo per amore dei figli, dallo psicopatico omicida al caldo feroce, dalla fame alla sete, sempre insanguinata, graffiata, ferita ma mai doma.

Insomma la compianta attrice belga è la resilienza fatta persona, fondamentale in un film di questo tipo. Un cenno lo merita anche il messaggio ambientalista, che resta comunque in secondo piano. Il percorso dei protagonisti su quello che sarebbe in realtà il fondo dell'oceano è disseminato di segnali dell'opera nefasta dell'uomo, tra bottiglie e sedie di plastica o barili di rifiuti tossici. Un monito che resta sempre sullo sfondo, ma di cui si avverte pesantemente la presenza.
Conclusioni
Il thriller survival francese disponibile su Prime Video riesce a mantenere una sua dignità nonostante il basso budget, e pur tra esagerazioni, cadute di tono e svarioni narrativi, assicura una costante tensione e una buona gestione degli scenari apocalittici. Grazie soprattutto alla prova della compianta Émilie Dequenne, capace di una performance fisica non da poco in quello che resterà il suo ultimo film.
Perché ci piace
- Aver confezionato un dignitoso film catastrofico con pochissimi mezzi.
- La prova fisica della compianta Émilie Dequenne.
- Le suggestive riprese nel deserto marocchino e la tensione costante.
Cosa non va
- Alcuni effetti sono grossolani.
- Serve una notevole sospensione dell’incredulità.
- Non mancano gli svarioni narrativi.