Ci vogliono dei superpoteri per amarsi una vita intera, perché "una coppia è tale se dura, altrimenti sono solo due persone che stanno insieme". Il regista di Perfetti Sconosciuti torna sul microcosmo delle relazioni di coppia accostandolo questa volta a quello dei supereroi, lo spunto è il suo romanzo omonimo e per adattarlo Paolo Genovese si unisce a Rolando Ravello e Paolo Costella, quest'ultimo suo fidato sodale. "Stare insieme dieci anni è difficile, arrivare ai venti è raro, superarli è da supereroi", dice mentre ci tiene a precisare che Supereroi non è una commedia. Ed effettivamente (come potrete leggere più ampiamente nella recensione di Supereroi in sala dal 23 dicembre) i toni sono tutt'altro che leggeri: siamo dalle parti del dramma sentimentale dove a fare da guida è un montaggio serrato avanti e indietro nel tempo attraverso i venti anni di storia tra i due protagonisti. Una spolverata di immagini animate, un po' di fantasy che irrompe nel reale, una serie di formule alla ricerca dell'amore eterno e del modo migliore per resistere al tempo che passa ed una narrazione che scandaglia la memoria rispolverando non detti e ricordi: il risultato è un film a tratti carico di retorica ed eccessivamente diluito che rischia di rimanere immobile almeno fino ad una seconda parte che invece si rivela più coinvolgente.
Viaggio nel tempo
Venti anni di vita insieme condensati in quasi due ore. Paolo Genovese torna su temi a lui cari e si cimenta in un'operazione già altrove felicemente esplorata dal cinema italiano, basti pensare a Dieci inverni di Valerio Mieli che ci riprova con Ricordi? qualche anno dopo, o a Un amore di Gianluca Maria Tavarelli; le intenzioni di Supereroi sono le medesime: esplorare gli effetti del tempo sulla vita di una coppia ritratta a più riprese in diversi momenti del suo esistere in un convulso su e giù tra passato e presente. Anna (Jasmine Trinca) e Marco (Alessandro Borghi) si incontrano per caso sotto i portici di una piazza milanese, mentre un artista di strada suona il violoncello accompagnato dalla pioggia battente. Le possibilità di rincontrarsi? Così basse da essere irrilevanti. E invece Marco e Anna si rivedono, fanno l'amore, si innamorano, vanno a vivere insieme.
Sullo sfondo Milano, Marrakech, Lucca, Copenaghen e Ponza tra traslochi, litigi, ex e un manipolo di amici che gli ruotano attorno con le loro vite anch'esse fatte di alti e bassi sentimentali. Sullo schermo scorrono i ricordi tra i malconci monolocali condivisi degli anni universitari e le case da adulti, quelle delle prime convivenze, nel mezzo ci sono loro due: Anna, una fumettista impulsiva, allergica alle convenzioni nonché alle lunghe relazioni, spirito ribelle e inquieto che affida sogni e dubbi esistenziali al suo alter ego su carta Drusilla, e Marco, un professore universitario, schivo, meticoloso, romantico, a tratti un po' imbranato, che ha demandato alla fisica il compito di spiegare il perché delle cose, anche delle emozioni. Per lui il tempo non esiste: è solo una formula matematica, un'illusione, almeno fino a quando gli imprevisti non gli faranno cambiare idea.
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I personaggi di una commedia sentimentale
Paolo Genovese ricostruisce le giravolte di un amore lungo un arco narrativo di venti anni affidandosi a un lavoro di montaggio, lo spettatore ne seguirà gli sviluppi tramite un continuo andirivieni di salti temporali. I protagonisti si evolvono, cambiano i volti e i corpi, i sentimenti si trasformano, tutto il mondo attorno muta: cambiano i luoghi, le case, gli amici, qualcuno trova l'anima gemella, qualche altro l'amore della vita lo ha perso per ritrovarlo in un'altra donna o un altro uomo, ci si lascia, arrivano i primi tradimenti, ci si sposa e nascono dei figli. Anna e Marco attraversano questi anni mano nella mano superando le reticenze, le gelosie, i segreti ingombranti, la noia e affrontando un quotidiano che ha il sapore dell'incanto; si lasciano, si tradiscono, si ritrovano.
Sono loro i supereroi del titolo investiti da un tempo che tutto consuma e che esiste, "solo ce ne accorgiamo quando viene a mancare. Abbiatene cura", confesserà lui quando le contingenze della vita lo costringeranno a ricredersi. L'aspirazione ai toni della commedia sentimentale americana è sempre presente come dimostrano alcune sequenze citazioniste (su tutte quella in cui Borghi balla davanti alla tv imitando Hugh Grant mentre in tv scorrono le immagini di Love Actually); dentro ci sono pezzi di vita vera, ma anche la dimensione cartoonistica evocata dalle strisce di Drusilla, la riflessione sul destino e quella sull'amore che resiste al tempo sulle note di "Sei bellissima" o "Disperato erotico stomp". Peccato che spesso quest'immaginario galleggi in superficie, mentre il coinvolgimento emotivo fatica a emergere nonostante i bravi Alessandro Borghi e Jasmine Trinca tratteggino con straordinaria devozione i loro personaggi definendone gesti, sguardi e silenzi.
La coralità dei lavori precedenti viene meno e in questo scenario a farne le spese sono i ruoli marginali (Greta Scarano, Vinicio Marchioni, Linda Caridi) appena accennati, quando avrebbero meritato di essere sfruttati meglio. Nella seconda parte il film sembra però riacquistare senso e finalmente i sentimenti fanno da volano verso un finale in cui reale e magico si fondono.
Conclusioni
Al termine della recensione di Supereroi non ci rimane che assaporare l’immaginario suggerito dal film di Paolo Genovese. Alla fine non potremo che amare Anna e Marco, i protagonisti di questa ordinaria storia d’amore e invidiare il loro superpotere: quello di sopravvivere al tempo che tutto consuma, ai tradimenti, agli strappi, alla malattia, agli inciampi che per venti anni li accompagneranno. Usciti dalla sala rimarrà la sensazione agrodolce e malinconica che appartiene alla dimensione della memoria.
Perché ci piace
- Un dramma sentimentale che scandaglia emozioni, passa al setaccio istantanee e momenti di vita di un amore lungo venti anni.
- Le suggestioni di un racconto che si muove per flashback continui su e giù nel tempo, tra presente e passato, reale e irruzioni magiche.
- Jasmine Trinca e Alessandro Borghi sono un valore aggiunto.
Cosa non va
- L’immaginario evocato dal film rimane spesso in superficie e la dimensione emotiva fatica a emergere. Sacrificare qualche parola di troppo avrebbe forse fatto un favore a un film che vuole essere di emozioni, suggestioni e sguardi, ma ci riesce solo nelle intenzioni.