Sulla terra leggeri, la recensione: l'elaborazione del lutto (e del senso di colpa) in un racconto che fluisce

La natura onirica e intima dell'opera prima di Sara Fgaier. Presentato a Locarno 2024. Al cinema dal 28 novembre.

il bacio tra Andrea Renzi e Maria Fernanda Candido

Esordio d'autore per Sara Fgaier, anche se parlare di esordio dopo un'esperienza ventennale come montatrice suona un po' strano. La collaboratrice di Pietro Marcello, e co-fondatrice della casa di produzione Avventurosa, ha scelto di camminare sulle proprie gambe realizzando un'opera prima sintesi di diverse fonti d'ispirazione che vengono assemblate in modo tale da diventare altro da sé.

Sulla Terra Leggeri Lise Lomi Emilio Scarpa
I giovani Gian e Leila

Il nucleo narrativo di Sulla terra leggeri ruota attorno a una figlia e a un padre. Miriam (sara Serraiocco) deve fare i conti con l'amnesia del genitore, il musicologo e professore Gian (Andrea Renzi) che, in seguito alla morte della moglie, ha rimosso l'esistenza delle due donne e passa il tempo a riguardare foto o leggere un diario nel tentativo di rimettere insieme i pezzi del puzzle che poi è la sua esistenza.

Il ruolo attivo dello spettatore

E lo spettatore è chiamato a rimettere insieme i pezzi, non senza un notevole sforzo. Sulla terra leggeri è un film che opera per suggestioni, ellissi, accostamenti onirici. Non un'opera per tutti, tale è la ricchezza di contributi che intervengono ad alterare il flusso narrativo tradizionale creando un po' di confusione. Con le sue lunghe sequenze di montaggio che mescolano passato e presente, oggettivo e soggettivo, unendo idealmente luoghi lontani nel tempo e nello spazio, il film di Sara Fgaier è paragonabile a un organismo vivente, a un flusso magmatico di immagini impreziosito dalla fotografia chiaroscurale di Alberto Fasulo.

Andrea Renzi Sulla Terra Leggeri
Un primo piano di Andrea Renzi

Non ci sono certezze in una storia che mima il funzionamento selettivo della memoria riproponendo frammenti confusi della relazione tra Gian e la bella Leila. Le immagini, che sembrano emergere dagli abissi dell'inconscio, ricostruiscono il primo incontro della coppia, la nascita del loro amore, i baci, le crisi, le rotture e i continui ritorni, il tutto attraverso una narrazione libera e caotica, in continua evoluzione. Chi è abituato alla lucidità rassicurante del racconto tradizionale faticherà non poco a seguire questa forma frammentaria che contiene depistaggi e svolte impreviste.

Sulla terra leggeri: un film sulla memoria dell'amore

La storia di Gian e Leila è immersa in un magma di sequenze di montaggio e materiali d'archivio organizzati in modo da dare l'illusione di fluire liberamente dall'inconscio. Scritto dalla regista con Sabrina Cusano e Maurizio Buquicchio e distribuito da Cinecittà Luce, in Sulla terra leggeri si identificano tre livelli temporali: il presente in cui Gian lotta per recuperare i propri ricordi con l'aiuto della figlia Miriam, il passato, coi ricordi di gioventù che si intrecciano e si susseguono, e una terza dimensione più astratta e poetica legata al sentimento di dolore per la perdita che permea il film.

Sulla Terra Leggeri Lise Lomi Emilio Scarpa Scogliera
La scogliera di Leila e Gian

Perché a conti fatti Sulla terra leggeri non è altro se non un gigantesco e sofisticato tentativo di elaborazione del lutto. È possibile superare la morte della persona amata e andare avanti? Sara Fgaier si pone il quesito ammantando la sua pellicola di un afflato poetico, ma senza fornire risposte certe e questo squilibrio verso gli aspetti più onirici a lungo andare rischia di mandare in confusione lo spettatore. Un' ancora di salvezza, per chi si sente perso, proviene dalle convincenti prove dei protagonisti, capaci di lasciarsi compenetrare dai loro personaggi con performance sincere. Ad Andrea Renzi viene affidato il compito più difficile, incarnare l'anziano Gian, roso dai rimorsi e dal senso di colpa, e lui ricambia la fiducia della regista con una grande interpretazione. Un plauso anche alle performance di Lise Lomi ed Emilio Scarpa, che sembra un giovane Riccardo Scamarcio, chiamati a interpretare Leila e Gian da giovani.

Conclusioni

Una pellicola raffinata e complessa per l'esordio di Sara Fgaier che, partendo dal montaggio di materiali d'archivio, realizza un viaggio affascinante, ma caotico nel dolore della perdita dell'amata.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Temi importanti, raccontati con grande eleganza da una neoregista coraggiosa.
  • Le interpretazioni convincenti del cast, in primis Andrea Renzi.

Cosa non va

  • Le sequenze di montaggio tendono a offuscare e soffocare la narrazione principale.
  • Troppa ricchezza di materiali e qualche depistaggio rischiano di mandare in confusione lo spettatore.