Il 2021 è stato il centenario della nascita di Giorgio Strehler (14 agosto 1921), uno dei nomi più importanti del teatro italiano in quanto fondatore del Piccolo di Milano. Di questo si parla nella recensione di Strehler, com'è la notte?, documentario che il regista Alessandro Turci ha realizzato in occasione della ricorrenza e che arriva su Rai 3 per inaugurare l'anno nuovo, dopo le proiezioni in sala al Torino Film Festival (che ha dedicato una parte del Fuori Concorso alle opere che riflettono sull'arte scenica) e all'Anteo di Milano, dove si è tenuta un'anteprima speciale per omaggiare Strehler nella città adottiva - lui era di Trieste - che fino all'ultimo, o quasi (negli ultimi anni era solito stare spesso anche a Lugano), gli ha dato le maggiori soddisfazioni umane ed artistiche. Un ritratto che arriva ad arricchire il catalogo di Rai Documentari e che proprio dell'emittente di Stato si è avvalso per gran parte del materiale di repertorio, dato che molte delle rappresentazioni di Strehler sono anche state filmate per il passaggio televisivo.
Un uomo di famiglia
Strehler, com'è la notte? è un ritratto piuttosto completo della figura del grande teatrante, raccontato da collaboratori e amici che facevano parte della sua grande famiglia artistica, famiglia che lui, come spiegato nel documentario, mise su appositamente per poter lavorare ai progetti anche usando un linguaggio a volte duro, ma mai con cattiveria (come dicono i diretti interessati, lui era capace di usare i peggiori epiteti, ma sempre con un fondo di affetto). È la storia di un secolo di teatro italiano, tra princìpi teorici, aneddoti personali e materiale d'archivio tratto dalle rappresentazioni, tra cui gli inizi di Ferruccio Soleri nei panni di Arlecchino, ruolo a cui è legato dal 1959. Tra gli interventi ci sono anche quello di Ornella Vanoni, che a Strehler fu legata sul piano professionale e privato, e di Maurizio Porro, critico cinematografico e teatrale del Corriere della Sera che per l'occasione contestualizza in termini storici l'importanza dell'operato di Strehler, a partire dai primi passi in un teatro che era stato usato dal regime dittatoriale di allora per uccidere le persone.
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Il grande Giorgio
Dal film emerge un affetto sincero per un uomo che, anche nei suoi momenti più duri, era mosso da un grande amore per l'arte scenica e per i suoi collaboratori, come si può vedere anche nei non pochi spezzoni in cui è lo stesso Strehler a parlare, che si tratti delle prove di uno spettacolo o delle difficoltà giudiziarie e politiche negli ultimi anni. Ed è proprio l'ottimo lavoro fatto sull'archivio, proveniente dalle teche Rai, a costituire il fascino principale di un documentario che, per quanto scolastico nell'approccio e nella struttura, si afferma come documento prezioso per familiarizzarsi con una delle figure-chiave della cultura italiana moderna, un artista che ha segnato la storia del teatro tricolore e che aleggia ancora sul panorama scenico meneghino con il suo nome che è simbolo di un teatro rigoroso, preciso, ma anche ricco di vitalità e passione. Ideale per gli studiosi e gli appassionati in cerca di un primo appiglio per conoscere Strehler, come persona e come drammaturgo. Un grande uomo da ammirare sul piccolo schermo.
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Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Strehler, com'è la notte? sottolineando come sia un didascalico ma interessante documentario che racconta una delle figure più importanti del teatro italiano del Novecento.
Perché ci piace
- L'uso dell'archivio è eccezionale.
- Le interviste svelano con passione il lato umano di Strehler.
- Alcuni degli aneddoti sono da antologia.
Cosa non va
- La struttura è molto elementare, in termini narrativi e formali.
- Chi conosce già bene la figura di Strehler difficilmente troverà qualcosa di nuovo nel film.