Con questa recensione di Spie sotto copertura torniamo nel mondo colorato e calibrato per le famiglie che è Blue Sky Studios, divisione della 20th Century Fox (e ora della Disney) che dal 2002 diverte spettatori di tutte le età con una produzione animata che include il franchise de L'era glaciale e il delizioso film dei Peanuts. Questa volta lo studio affronta il tema dello spionaggio, con un'avventura il cui percorso per arrivare sullo schermo è stato lungo: il primo trailer è stato presentato al Festival di Annecy nel giugno del 2018, per poi arrivare in sala e in rete tre mesi dopo, quando l'uscita era ancora fissata a gennaio 2019, successivamente spostata a causa dei cambi di strategia dovuti all'acquisizione della Fox da parte della Disney. Un'attesa tutto sommato ripagata, grazie a un prodotto intelligente, ben curato e strepitoso che rispetta le convenzioni del genere e al contempo le mette alla berlina.
Un nuovo tipo di spia
La premessa di Spie sotto copertura trae liberamente ispirazione da Pigeon: Impossible, cortometraggio realizzato da Lucas Martell. In quel caso (qui il link per vederlo) era un semplice volatile a seminare il caos dopo essersi intrufolato nella valigetta di un agente segreto, mentre questa volta la storia si fa molto più ambiziosa: protagonista della vicenda è Lance Sterling, spia di talento che però ha anche un grande problema di egocentrismo, credendo di essere in grado di fare tutto da solo. Quando la sua ultima missione non va esattamente come previsto, la divisione degli Affari Interni lo accusa di tradimento per un crimine che lui non ha commesso e, per la prima volta, Lance è costretto a fidarsi di un'altra persona per risolvere il caso. Quella persona è Walter, giovane scienziato le cui invenzioni hanno la caratteristica di optare per un approccio privo di violenza. La sua nuova trovata: un siero che trasforma gli esseri umani in piccioni, strumento ideale di spionaggio dato che gli uccelli in questione proliferano ovunque e nessuno ci fa caso. Quando Sterling ingerisce il siero per sbaglio ha la strategia perfetta per trovare le prove che lo scagioneranno, ma deve anche chiedere aiuto a Walter perché l'antidoto non è ancora pronto e dovrà essere preparato strada facendo...
Le dimensioni (non) contano: 10 cortometraggi adattati per il grande schermo
Un salto di qualità
Il film segna l'esordio alla regia tout court per Nick Bruno, che si è fatto le ossa come animatore proprio in seno alla Blue Sky, e il debutto nel lungometraggio per Troy Quane, che per lo studio ha firmato soprattutto storyboard e ha lavorato nel reparto animazione per major come Disney e Universal, mentre per la Sony ha diretto un corto ambientato nell'universo de I Puffi. L'esperienza doppia accumulata nel corso degli anni si manifesta pienamente sullo schermo, con i due registi che creano un mondo stilizzato ma al contempo riconoscibile (per il pubblico italiano c'è la chicca della sezione ambientata a Venezia), e mettono in evidenza un gusto cinefilo per il genere spionistico, di cui riproducono ritmo e adrenalina mettendoli al servizio di un racconto che trae pienamente vantaggio del medium dell'animazione: al di là della semplice premessa, molte delle sequenze più belle e ricche sul piano visivo, con un lavoro stupefacente soprattutto a livello di luci, non avrebbero la stessa efficacia in un mondo in carne e ossa.
Questo è evidente anche nella realizzazione dei personaggi, in particolare Lance e Walter che, pur riprendendo in maniera generale la fisicità dei doppiatori americani (rispettivamente Will Smith e Tom Holland), la esasperano e la deformano - a volte letteralmente - in chiave comica, generando un cocktail esplosivo di intrigo e slapstick che trasforma in macchina umoristica anche i più banali fatti scientifici (vedi la resa della visione a 360 gradi dei piccioni, fonte di una delle battute più spassose di Sterling).
Personaggi all'altezza
Anche se inevitabilmente il film sarà disponibile soprattutto in italiano, consigliamo caldamente la visione in lingua originale per godere delle performance vocali dei già citati Smith e Holland, con l'aggiunta di un cast di contorno che include Rashida Jones, Karen Gillan e, nei panni del cattivo, Ben Mendelsohn, tutti all'origine di un design che tiene conto delle vere fattezze dei doppiatori ma va oltre la mimesi che in altri casi (pensando a Smith viene in mente Shark Tale) annacquava l'efficacia del mondo immaginato dagli autori. E in ogni caso - e qui entra in gioco nel modo più fondamentale l'esperienza di Bruno e Quane con personaggi animati di ogni tipo - a rubare la scena sono i volatili, nella migliore tradizione delle spalle comiche animalesche nel canone disneyano o, ripensando al catalogo Blue Sky, al mitico Scrat de L'era glaciale, divenuto col tempo la mascotte ufficiale dello studio. Senza dire una parola dominano ogni singola inquadratura in cui appaiono, elevando a grande commedia quella che sulla carta poteva essere una semplice spy story riletta in chiave semiparodistica.
Conclusioni
Chiudendo questa recensione di Spie sotto copertura siamo felici di aver ritrovato i professionisti di Blue Sky Studios, che tornano a deliziare il pubblico in occasione delle feste. L'intrigo spionistico sposa la comicità fisica legata al mondo animale in un'avventura che mescola maestria tecnica, un copione solido e un ottimo lavoro sui personaggi, umani o meno. Divertimento garantito per tutte le età.
Perché ci piace
- La premessa è gustosamente folle.
- Le gag e l'azione vanno a braccetto in ottima armonia.
- I personaggi sono ben realizzati e strepitosi.
Cosa non va
- Alcuni passaggi potrebbero risultare meno efficaci nel doppiaggio italiano.