Skins 3: la rivoluzione del cast, una scelta vincente

La terza stagione del teen drama inglese propone una clamorosa novità, il rinnovamento completo del cast. Nuovi personaggi per nuove appassionanti storie di adolescenti problematici, così Skins ha conquistato ancora una volta il pubblico.

C'erano molte perplessità attorno alla scelta di E4 di licenziare il cast delle prime due stagioni di Skins, il teen drama ambientato a Bristol che ha portato in tv il peggio degli adolescenti inglesi con i loro relativi problemi quotidiani, per far posto a un nuovo gruppo di personaggi che mantenesse il range d'età che gli autori della serie erano ancora interessati ad esplorare. Una decisione che non ha mancato di suscitare numerose polemiche, soprattutto tra i fan più accaniti, disorientati dall'allontanamento di quel gruppo al quale si erano ormai affezionati, ma a conti fatti non si può certo dire che i creatori della serie, Bryan Elsley e suo figlio Jamie Brittain, non ci abbiano visto giusto. La rivoluzione del cast si è rivelata infatti una mossa azzeccata che ha portato una significativa freschezza a Skins, proponendo attraverso le nuove leve inedite tematiche e affrontando vecchi conflitti in maniera differente rispetto al passato. Si sono forse fatte meno epiche le 'imprese' dei ragazzacci di Bristol rispetto a quelle dei loro predecessori, ma a giovarne è una maggior attenzione alla loro personalità e a quella di chi li circonda, una ricerca interiore che le due precedenti stagioni affrontavano solo in maniera periferica. Non è stato facile separarsi da Cassie e Sid, da Anwar e Tony, eppure episodio dopo episodio, la terza stagione della serie ha saputo conquistare il pubblico. Non tantissimo in verità, con un ascolto medio in Inghilterra che si è aggirato sul milione di spettatori per episodio. Eppure Skins è diventato un vero e proprio fenomeno mediatico, promosso da una formidabile campagna di marketing virale indirizzata fondamentalmente al target principale del prodotto, quegli adolescenti chiamati in prima persona a partecipare alla sua realizzazione e che ne hanno poi decretato il successo.

La struttura della terza stagione di Skins resta identica a quella delle precedenti: in ognuno dei dieci episodi viene focalizzata l'attenzione su un singolo personaggio al quale è legato un argomento più o meno complesso che lo caratterizza e ne spiega le azioni, mentre attorno ad esso vanno sviluppandosi o precisandosi le varie sottotrame che abbracciano l'intero arco della stagione. La scrittura della serie, affidata anche stavolta a un team creativo formato da sceneggiatori giovanissimi che della quotidianità degli adolescenti ancora si nutrono, mantiene l'originalità e il disordine tipici della tradizione inglese, muovendosi tra episodi sballati dominati da un caos narrativo o da una superficialità piuttosto frastornanti, e stupefacenti sintesi di dramma e commedia che sfiorano la poesia generazionale. A far da sfondo alle vicende dei personaggi è ancora una volta Bristol e un college fittizio che mette insieme il gruppo di protagonisti. Ad assicurare un minimo di continuità con le prime stagioni, la presenza di due personaggi già noti al pubblico della serie, come Effy Stonem (Kaya Scodelario) e Pandora Moon (Lisa Backwell), che qui vengono promosse tra i ruoli principali della seconda generazione di Skins.
Sorella minore di Tony, Effy è un prodigio di bellezza glaciale che fa perdere la testa a tutti i ragazzi del gruppo, che per lei non esiteranno a mettere in discussione la loro amicizia, mentre la stralunata Pandora, la sua migliore amica, si lascia conquistare dalla tenerezza di Thomas Tomone (Merveille Lukeba), arrivato in Inghilterra dal Congo. I tre 'moschettieri' che si contendono il cuore di Effy sono il carismatico James Cook (Jack O'Connell), casanova impenitente e buontempone del gruppo, Freddie Mclair (Luke Pasqualino), uno skater un po' sognatore destinato a struggersi nel tormentato sentimento che nutre per la ragazza, e JJ Jones (Ollie Barbieri), ragazzo affetto da una leggera forma di autismo e appassionato di magia che si ritroverà in un vero e proprio fuoco incrociato nella lotta tra Cook e Freddie per la conquista di Effy.
Tra i nuovi personaggi, anche le gemelle Katie Fitch (Megan Prescott) ed Emily Fitch (Kathryn Prescott) dai caratteri opposti, così come dalle differenti tendenze sessuali. La dolce Emily si innamora infatti di una sua compagna di classe, Naomi Campbell (Lily Loveless), un'ambiziosa ragazza che inizialmente farà di tutto per evitare la corte di Emily, negando a sé stessa quei sentimenti che vanno facendosi strada nel suo cuore e che tanto la terrorizzano. Sono tanti gli argomenti spinosi che Skins affronta in questa terza stagione, dalla promiscuità alle famiglie disfuzionali, alla diffusa inquietudine giovanile che contribuisce al disordine della personalità, ma è nella sua capacità di trattare con delicatezza e sincerità la questione omosessuale, nel caso specifico un amore lesbico, che viene fuori il potenziale di una serie che sa commuovere e far riflettere facendo passare un messaggio importante per quegli adolescenti ai quali si rivolge: non siete soli. Non solo lacrime però in questo teen drama al quale le generazioni più giovani si stanno appassionando pur senza necessariamente riconoscersi in esso, considerati tutti gli eccessi che lo contraddistinguono, ma anche un umorismo di chiaro stampo british che lavora a un minor grado di sensibilità per un impatto più immediato e diretto con il pubblico più smaliziato e imperturbabile. A racchiudere in sé tutte le anime di Skins è sicuramente il personaggio di Cook, un monster all'apparenza insensibile e interessato solo al sesso e alla baldoria, ma capace di rivelare nei momenti più inaspettati una profondità e una ricchezza di sentimenti che non trova paragone in nessun altro dei suoi amici.
Ad interpretare Cook, l'unico attore con una certa esperienza tra le nuove leve di Skins, quel Jack O'Connell già apprezzato nello spendido This is England di Shane Meadows. Dopo l'exploit di Dev Patel (l'Anwar delle prime due stagioni), protagonista del film premio Oscar The Millionaire di Danny Boyle, e dopo la messa in onda della terza stagione in Inghilterra, dal gennaio al marzo del 2009, l'attenzione verso l'intero ensemble della serie si è fatta sempre più consistente, esaltata dal massiccio sfruttamento del cast da parte della produzione in termini di promozione: blog, videodiary, twitter e interviste a go go su qualsiasi piattaforma per far conoscere i nuovi personaggi. Ne sono nate piccole star, da Kaya Scodelario, con una carriera emergente anche come modella, a Klariza Klayton, che nonostante il ruolo marginale che assume nella serie (dove interpreta la sorella di Freddie e il suo utilizzo è limitato essenzialmente a un unico episodio) ha conquistato il premio come Miglior attrice all'ultimo Roma Fiction Fest. Ognuno degli attori, comunque, ha saputo calarsi in maniera davvero convincente nei personaggi che erano chiamati a interpretare, sposando al meglio quello slang e quelle personalità che li caratterizzavano. Li rivedremo tutti anche nella prossima stagione, la quarta, le cui riprese sono iniziate lo scorso luglio e che sarà composta da soli otto episodi. Nel futuro di Skins però pare acquistare credito la possibilità di un film che si configuri come spin-off della serie e una versione americana che sarà ambientata a Baltimora. In effetti, il passo dalla tv al cinema per la serie creata da Elsley e Brittain sembra essere breve:
l'impianto di Skins è infatti già fortemente cinematografico, con una regia (in alta definizione) dei diversi episodi che rivela continuamente soluzioni originali e visivamente esaltanti, caratterizzata da una fotografia dai colori che contribuisce ad accentuare il carattere eccentrico e provocatorio della serie. Tra gli altri punti di forza del fenomeno-Skins, si riconferma anche una colonna sonora di qualità che mette insieme il meglio della musica indie del momento, facendo scoprire allo stesso tempo gemme nascoste e le next big things destinate al successo. E' giunto ora il momento anche per l'Italia di scoprire i volti nuovi dei ragazzi terribili di Bristol pronti ad abbattere le barriere geografiche: nelle loro gesta, nei piccoli drammi e nelle sconfitte, nel coraggio e negli azzardi per ritagliarsi un brivido di felicità, c'è la chiave per capire fino in fondo il mondo degli adolescenti.