Diamond, Ryder, Ezra e Daisy sono quattro amiche di buona famiglia e di agiate condizioni economiche, che decidono di organizzare un viaggio in Thailandia a bordo di un aereo privato. Il loro piano è quello di ubriacarsi, sniffare cocaina e fare sesso a più non posso, per una vacanza senza limiti. Peccato che poco dopo il loro arrivo, Daisy - con cui Ryder ha fra l'altro una relazione - viene rapita da un cartello locale per motivi loro ignoti.
Le tre compagne restanti decidono allora di organizzare una missione disperata per salvarla prima che sia troppo tardi, sfidando la potente criminalità cittadina e trasformandosi nelle Sheroes del titolo. A dar loro manforte un altro occidentale da tempo residente nel Paese asiatico, il muscoloso Jasper, con il quale Diamond vive una passionale avventura. La loro impresa si rivelerà più complicata del previsto, ma le protagoniste sono pronte a tutto in nome di quell'amicizia che lega così profondamente.
Sheroes: non chiamatele sesso debole
Se non portasse il marchio di Original Netflix verrebbe quasi da pensare di trovarsi di fronte ad una produzione Asylum, tanto che il principale termine di paragone risulta essere paradossalmente proprio Mercenarie (2014), mockbuster tutto al femminile della saga ideata da Sylvester Stallone, che tra le interpreti principali vedeva tra l'altro anche la sua ex moglie Brigitte Nielsen. Qui l'ora e mezzo di visione sembra un ripetuto insulto allo spettatore, che ciò nonostante sembra aver apprezzato dato che Sheroes è entrato nella top 10 dei film più visti in Italia: misteri dello streaming, che non ci metteremo qui ad analizzare. Poco di misterioso vi è invece in una sceneggiatura e relativa messa in scena che travalicano il ridicolo in più occasioni, con il termine cringe che raramente ha trovato corrispettivo più adatto.
Le ladre, la recensione: una spy story tutta al femminile
Stereotipi a go-go
Già dal prologo che introduce brevemente le quattro protagoniste, che rompono gratuitamente la quarta parete dialogando con la camera, viene fuori una spropositata anima trash che si esaspera sempre di più nello scorrere dei minuti. A bordo dell'aereo scopriamo come le ragazze pensino esclusivamente al sesso e al divertimento e da lì si comprende la cura al minimo sindacale per le relative caratterizzazioni. Ognuna di loro è modellata su un prototipo: dalla sprovveduta ragazza che funge da potenziale vittima sacrificale e infatti viene rapita alla bionda femme fatale, dalla finta timida pronta a trasformarsi per l'occasione fino alla punk il cui look sembra, capelli blu in primis, la fotocopia di uno dei personaggi simbolo del popolare videogioco Life is Strange, ovvero Chloe Price. Figure fortemente derivative e prive di effettive motivazioni, che si improvvisano Charlie's Angels dei poveri quando non addirittura vendicatrici alla Liam Neeeson di Io vi troverò, che viene letteralmente citato in una telefonata scult.
Un recipiente trash
Videochiamate di gruppo e simboli che compaiono sullo schermo provano a variare una regia del tutto impalpabile, che si "scatena" nel finale in un'improbabile scorribanda action in un'improvvisata giungla thailandese, dove tra esplosioni e inseguimenti ha infine luogo la resa dei conti con dei villain di poco conto, semplici scagnozzi da eliminare nel completamento della missione prestabilita. I novanta minuti di visione vengono inoltre accompagnati da un'opprimente colonna sonora a marchio pop, che si fa sentire anche nei momenti meno adatti. I continui primi piani e le diverse sequenze hot che fanno capolino senza un reale perché servono da veicolo per la sensualità del cast e almeno in quello è difficile discutere sulla bellezza di alcune delle protagoniste (se pensiamo a Sasha Luss e Wallis Day). Ma è soltanto un inutile orpello estetico, pensato per di più per un target principalmente maschile, nel tentativo di nascondere il vuoto pneumatico che prova a nascondersi, senza riuscirvi, sotto la superficie.
Conclusioni
Il girl-power qui è totalmente svuotato di senso e logica e non è forse un caso che dietro la macchina da presa vi sia un uomo. Il regista Jordan Gertner, al suo esordio assoluto, sessualizza le quattro affascinanti protagoniste, tra scene hot gratuite e risvolti assurdi, in una vacanza che si trasforma in una missione di salvataggio quando una di loro viene rapita, senza un reale perché, da dei narcotrafficanti thailandesi. Sheroes è un film irricevibile e ridicolo, uno scult che non fa nemmeno ridere, trascinandosi per novanta minuti tra gag e battute idiote e scene d'azione a dir poco dozzinali.
Perché ci piace
- Il fascino eterogeneo delle quattro protagoniste...
Cosa non va
- ...alle prese con personaggi monodimensionali e stupidi.
- Sceneggiatura ridicola e improbabile.
- Scene hot gratuite e citazioni senza nesso logico.
- Sequenze d'azione ai minimi storici.