Valentine ha rapito Jace, dopo aver svelato che lui sarebbe il fratello di Clary, e mette continuamente alla prova la lealtà del giovane al fine di reclutarlo nella sua armata. Il nuovo direttore del New York Institute, che sospetta che Jace sia stato in combutta con Valentine fin dall'inizio, impone nuove misure di sicurezza. Mentre cerca di trovare un modo per salvare il suo amico, Clary deve anche fare i conti con il risveglio della madre, sorpresa dopo aver scoperto che Jonathan/Jace sarebbe ancora in vita...
Buona la seconda?
La prima stagione di Shadowhunters, nuova serie fantasy basata sui romanzi di Cassandra Clare, è stata una scommessa ambiziosa da parte di Freeform, nuovo canale televisivo americano nato dalle ceneri di ABC Family (un nome che non corrispondeva più da tempo all'offerta del network, almeno per quanto riguarda le serie originali). Una scelta di palinsesto che, insieme al nuovo dramma Beyond, in onda dal 2 gennaio, vuole segnalare una maggiore diversificazione rispetto ai programmi tipicamente associati alla versione precedente del brand, in primis il moribondo Pretty Little Liars (nel senso che i prossimi dieci episodi, in onda in America a partire dal 18 aprile, saranno gli ultimi).
Un'iniziativa lodevole sul piano puramente teorico, ma che ha lasciato un po' a desiderare a livello pratico: i primi tredici episodi di Shadowhunters sono infatti (quasi) riusciti a farci rimpiangere la non eccelsa versione cinematografica del 2013, soprattutto nel reparto visivo che ha confermato molti pregiudizi che lo spettatore distratto può avere sulle serie di genere non realizzate da emittenti via cavo o piattaforme di streaming (ironia della sorte, Shadowhunters fa parte del catalogo di Netflix per la messa in onda internazionale). Detto ciò, il finale della prima annata prometteva un minimo di progresso per quanto concerne l'epicità della storyline, ed eccoci dinanzi alla seconda stagione, che su almeno un piano - quello del numero di episodi, aumentati da tredici a venti - è indubbiamente più imponente.
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Drammi senza vita
Nel giro di pochi minuti diventa dolorosamente palese che, almeno in questa prima ora, non ci sarà nulla di radicalmente diverso da quanto già visto nei tredici episodi precedenti: la componente epica rimane sottotono (per usare un eufemismo), la trama orizzontale è ancora piuttosto inerte, e i vari drammi privati dei protagonisti, che si tratti del rapporto di coppia tra Alec e Magnus o del presunto amore incestuoso tra Clary e Jace, sono emotivamente statici. Solo Simon Lewis (Alberto Rosende), neovampiro alla scoperta dei propri poteri, è al centro di qualcosa che si possa considerare minimamente appassionante, con un po' di aiuto da parte di Valentine il cui interprete Alan Van Sprang fa del suo meglio con materiale che creerebbe problemi anche per Jonathan Rhys Meyers (il Valentine cinematografico).
Un problema che, se non risolto, sarà ancora più difficilmente sopportabile dell'anno scorso per via del numero espanso di puntate. Forse riuscirà a risollevare le sorti della serie l'imminente debutto di Sebastian Verlac, un personaggio molto importante nell'universo letterario di Cassandra Clare che apparirà sullo schermo a partire dal settimo episodio. Sarà sufficiente per giustificare un'esistenza continuata per lo show?
Non ci resta che vedere come si evolverà la situazione nei prossimi mesi...
Movieplayer.it
2.0/5