Sguardi d'amore
Sensazioni, emozioni, odori, colori. E' il cinema di Frédéric Fonteyne, è il cinema delle liaisons pornographique e degli amori folli e intensi, densi di quegli elementi sottili che si insinuano sotto la pelle raccontate da immagini silenti e comunicative.
In una piccola cittadina del Belgio negli anni '30, Elisa in attesa di un figlio accudisce i bambini mentre Gilles lavora come turnista negli altiforni. Nulla è certo se non la vita insieme.
Quando la sorella di Elisa, Victorine, entra pesantemente nella vita di coppia di entrambi, qualche dubbio nasce. Ma forse è più di un dubbio, è qualcosa di nascosto, fra le giornate e le camminate. Ha il tempo un uomo come Gilles di vivere un'altra relazione?
La donna di Gilles è un cinema che entra dentro, sotto la pelle, esattamente come Una relazione privata. E' la gelosia sentita, mai vista, a volte immaginata. Fonteyne ce la racconta con le immagini come nella magistrale sequenza all'interno della casa. Un tavolo, lui, lei e l'altra che si giocano le parti lasciandoci intravedere qualcosa che probabilmente accadrà.
E' ancora un cinema che fa toccare l'impalpabile e costruisce personaggi che hanno fra loro una grande familiarità, legati da una parentela ma non solo, vincolati da legami superiori che si spezzano e si rinforzano. E' il potere dell'amore tradito.
Emmanuelle Devos e Laura Smet, nuove regine del cinema francese, sono molto convincenti nell'impersonare le due sorelle protagoniste della storia. Il film è in mano a loro sebbene il fulcro della vita di entrambe, idealmente, sia lo stesso uomo. La Devos, in particolare, fa parlare gli occhi, e la macchina da presa si concentra sui dettagli del suo viso continuamente.
Come scritto all'inizio, l'anima de La donna di Gilles è nelle sensazioni dell'amore non detto, che sebbene doloroso, ha il poter di far vivere una persona, di farla sentire viva. Elisa-Devos, in questo suo ruolo, conduce lo spettatore a scoprire i dettagli e le regole di questo gioco a tre, come se fosse un thriller, un'indagine in cui tutti sono vittime e carnefici.