La montagna dà, la montagna toglie. Ed è proprio intorno a una drammatica perdita che ruota Separazioni, pellicola di Stefano Chiantini presentata al Torino Film Festival 2025, nella sezione Zibaldone. Quella composta da Mara (Barbora Bobulova), Pietro (Adriano Giannini) e dai figli adolescenti Laura e Agostino è una famiglia giovane, dinamica, unita, almeno in apparenza. Ma solo finché un incidente occorso a Laura in alta montagna non lacera questa unione.
"Quelle a cui fa riferimento il titolo del mio film sono le separazioni non volute. Le fratture che si creano tra i personaggi, ma anche all'interno del loro animo" ci spiega Stefano Chiantini, che non è nuovo a storie intime, intente a scavare nell'animo nei personaggi per raccontarne i drammi. E in Separazioni lo sguardo del regista si concentra sulla reazioni dei membri di un nucleo familiare di fronte all'imprevisto e sul loro disperato tentativo di trovare un nuovo equilibrio.
La bellezza e la ferocia della montagna
In Separazioni la montagna, fotografata in un elegante bianco e nero da Paolo Carnera, diventa protagonista assoluta con il suo candore, la sua solitudine imponente e la sua ferocia. "La volontà di dare centralità alla montagna è il motivo principale per cui ho scelto di girare in bianco e nero" confessa Chiantini. "Sono abruzzese, sono cresciuto a contatto con la montagna e volevo mostrarla in tutta la sua imponenza. Ma la storia del film è ispirata a un fatto realmente accaduto nel mio paese. Durante un'escursione domenicale quattro persone sono rimaste sotto una valanga. Ricordo l'attesa straziante delle famiglie, l'affievolirsi delle loro speranze col passare dei giorni".
Quella della famiglia composta da Barbora Bobulova, Adriano Giannini e da loro figli (interpretati da Giordano Fochetti e Ludovica Rubino), non è, però, la reazione scomposta che ci si aspetterebbe da una tipica famiglia italiana. Urla e lacrime lasciano il posto a un dolore controllato, "un modo per non mancare di rispetto a chi ha dovuto affrontare questo tipo di tragedie" chiarisce il regista. "Affronto il dolore di questa famiglia in punta di piedi. Come si vede nel film, Mara e Pietro dimostrano grande compostezza e cedono al dolore solo quando si trovano da soli".
Reazioni umane di fronte a una tragedia
Per una storia così drammatica e umana, Stefano Chiantini aveva bisogno non sono di trovare interpreti in grado di entrare in sintonia coi loro personaggi, ma anche dotati del necessario spirito di adattamento per girare in location così impervie. "Avevo già in mente i nomi di Barbora e Adriano, così mi sono confrontato con la casting director Laura Muccino" spiega Stefano Chiantini. "Loro hanno dato tanto alla storia, la loro partecipazione è stata totale anche perché le difficoltà sono state tante. Abbiamo girato a 3000 metri, a volte era troppo freddo per salire, altre volte saliva il vento e ci costringeva a interrompere. Stavamo 15 ore di seguito all'aperto, ma loro non si non mai lamentati, sono entrati nella storia".
Ed entrare in una storia come quella narrata in Separazioni è tutt'altro che semplice visto che il film indaga le molteplici reazioni umane di fronte a una perdita. "Io non so se se riuscirei ad andare avanti" confessa candidamente Chiantini. "Ed è su questo aspetto che mi sono concentrato, cercando di riproporre le reazioni di persone realmente coinvolte in una tragedia simile che ho incontrato. C'è chi si chiude nel dolore, chi si affida alla fede, chi preferisce credere a medium o coltivale speranze irrazionali. Il padre interpretato da Adriano Giannini trova nel figlio la forza per andare, mentre la moglie crolla e torna sulla montagna".