Il commissario Ricciardi, Mina Settembre, I bastardi di Pizzofalcone. Era solo questione di tempo prima che un'altra saga letteraria di Maurizio De Giovanni venisse adattata per il piccolo schermo. Stiamo parlando di Sara - La donna nell'ombra, serie crime in sei episodi scritta da Donatella Diamanti, Mario Cristiani e Giovanni Galassi e diretta da Carmine Elia per Netflix.
Una protagonista divisa tra istinto e solitudine

La Sara del titolo ha il volto di Teresa Saponangelo che torna davanti la macchina da presa per interpretare un'ex agente dei servizi segreti interni. La incontriamo per la prima volta nel cuore della notte quando una telefonata l'avvisa che il suo unico figlio, con il quale non aveva più rapporti da quando era ancora un ragazzino, è morto in un apparente incidente stradale. Un evento tragico che rimette in moto il suo istinto da agente.
Una manciata di minuti che ci permettono di capire con chi abbiamo a che fare. Una professionista con un intuito e delle doti fuori dal comune. Ma, al tempo stesso, una donna che ha permesso alla solitudine di avvolgerla creando una frazione tra se e il resto del mondo. Una scelta dettata anche dal dolore per un'altra perdita che ha segnato la sua vita.
Per capire meglio cosa sia successo la notte dell'incidente, Sara chiede aiuto a Teresa (Claudia Gerini), amica e collega con la quale per anni ha condiviso indagini segrete e ad alto rischio. Quel favore, però, segna l'inizio di un non ritorno. La donna si ritrova nuovamente coinvolta nella sua vecchia vita, tra pedinamenti, investigazioni, pericoli e un puzzle che si compone, pezzo dopo pezzo, sotto i suoi occhi. Ma va detto che la parte crime è la meno coinvolgente del racconto.
Il cuore della narrazione
Quello che davvero funziona di Sara - La donna nell'ombra è la componente umana e relazionale. Teresa Saponangelo, sempre bravissima, infonde il suo personaggio di un dolore composto, trattenuto, taciuto. Eppure palpabile. Così come di una vena di ironia e un temperamento impetuoso. Tante diverse sfaccettature che vengono a galla nel suo relazionarsi con gli altri protagonisti della storia.

Dalla già citata Teresa, con la quale ha un rapporto schietto e a tratti conflittuale, a quello con Pardo (Flavio Furno), ispettore che sceglie come sua spalla e che è spesso vittima del suo sarcasmo, fino a Viola (Chiara Celotto), compagna del figlio con la quale instaura un lento rapporto di fiducia e tenerezza. La componente crime e investigativa è presente e anche di un peso narrativo non indifferente. Ma non è quella, sebbene attenta all'attualità nei suoi risvolti tematici legati alla politica e all'influenza dell'opinione pubblica, a sorprendere o affascinare maggiormente lo spettatore.
Carmine Elia, da regista della prima stagione di Mare fuori, sceglie di lavorare con molti dei suoi interpreti (Carmine Recano, Giacomo Giorgio, Agostino Chiummariello e Carmen Pommella). Volti noti per i quali il pubblico prova affetto e che puntellano la narrazione, divisa tra il presente e una serie di flashback. Ma, sebbene sia Netflix la piattaforma per la quale è stata pensata la serie, il risultato è quello di un titolo più affine ad altri generalisti, sia nella forma che nel contenuto.
Conclusioni
Ultima trasposizione televisiva di un'opera di Maurizio de Giovanni, Sara – La donna nell’ombra vede Teresa Saponangelo nei panni di un'ex agente dei servizi segreti la cui vita viene sconvolta dalla morte del figlio con il quale non aveva più rapporti da anni. Un evento che la riporta alla sua vecchia professione. Sebbene la componente crime sia presente e costituisca una colonna narrativa fondante, il vero punto di forza della serie risiede nel racconto dei rapporti umani. L'interpretazione di Saponangelo infonde al personaggio un dolore composto ma palpabile, arricchito da una vena di ironia, che innesca le dinamiche relazionali con gli altri personaggi. Nonostante il filone investigativo richiami l'attenzione a tematiche attuali, la serie si rivela più affine a produzioni generaliste che a quella che dovrebbe essere l'audacia narrativa e registica di un titolo di una piattaforma come Netflix.
Perché ci piace
- Teresa Saponangelo. L'attrice è il vero punto di forza della serie
- Le dinamiche relazionali tra la protagonista e gli altri personaggi
Cosa non va
- Scrittura e regia rimandano troppo a una produzione generalista