Santo, la recensione della nuova serie poliziesca spagnola targata Netflix

La recensione di Santo: la nuova serie poliziesca/thriller, disponibile in streaming su Netflix, con Raúl Arévalo e Bruno Gagliasso nei panni di due poliziotti che tentano di catturare uno spietato narcotrafficante internazionale.

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Santo: una scena della serie

Come vedremo nella nostra recensione di Santo, questa nuova serie Netflix divisa in sei episodi è un thriller poliziesco spagnolo-brasiliano creato da Carlos López e diretto da Vicente Amorim. È la prima fiction spagnola girata tra Spagna e Brasile, prodotta da Nostromo Pictures. La serie thriller, che a tratti sconfina nell'horror grazie ad un pizzico di satanismo e ad una buona dose di occultismo, racconta la storia di Santo: lo spacciatore più ricercato al mondo il cui volto non è mai stato rivelato. I due agenti di polizia che lo inseguono, Cardona e Millán, sono inizialmente due vere e proprie nemesi l'uno dell'altro ma, anche se contro la loro volontà, si ritrovano costretti a dover imparare a collaborare al fine di risolvere il caso e, soprattutto, per rimanere in vita.

La storia del thriller poliziesco con un tocco satanico

Santo Poster
Locandina di Santo

La serie inizia con una scena cruenta: un bambino sta giocando con un giocattolo nell'auto di suo padre quando all'improvviso alcune motociclette si fermano accanto al veicolo, sparano in testa al papà, rapiscono il piccolo e danno fuoco all'auto. Questo attacco si verifica a Madrid ed è proprio lì che Miguel Millán (Raúl Arévalo), un detective della polizia federale, inizia ad indagare sull'omicidio e sulla scomparsa del bambino. Quello che lui e la sua partner Susi Jackson (Greta Fernández) scoprono è che questo è solo uno dei molti assassinii rituali che un signore della droga brasiliano di nome Santo utilizza per uccidere le persone.
A Salvador, in Brasile, il corpo smembrato di un bambino di 7 anni viene ritrovato nell'oceano: il suo cranio è stato aperto con forza e il suo cervello è stato rimosso. Ernesto Cardona (Bruno Gagliasso), della polizia federale brasiliana, descrive alla zia del ragazzo le condizioni del suo corpo. La mancanza del cervello sembra essere uno dei tratti distintivi utilizzati da Santo e questo spinge l'ufficiale federale a infiltrarsi nella banda del suddetto trafficante. Una missione molto complicata per via dell'anonimato e del grande potere che caratterizza questo criminale senza scrupoli.

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Santo: una scena della serie

Ma la missione segreta di Cardona va storta quando la sua copertura viene scoperta e alcuni mesi dopo lo ritroviamo in una fabbrica abbandonata in Spagna, che giace quasi senza vita, con dei tagli sulle palpebre e nessun ricordo di quello che gli è successo. L'ultima volta è stato visto con Barbara, l'amante del signore del crimine, e questo non fa altro che ingigantire il grande mistero relativo a che cosa potrebbe essere successo. Per quanto concerne lo show in termini generali, la capacità di tenere viva la suspense è sicuramente una delle costanti e dei punti di forza della serie Netflix. Inoltre, la componente rituale e satanica aggiunge un pizzico di orrore e paura alla storia che, altrimenti, sarebbe una tipica serie incentrata sulle indagini di polizia e sulla ricerca di un misterioso criminale.

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Santo: una scena della serie

Un bel po' di facce conosciute

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Santo: una scena della serie

Riguardo al cast, questa nuova produzione Netflix si è assicurata una serie di interpreti famosi e di talento: Raúl Arévalo (Marshland, The Warning) nei panni dell'agente di polizia spagnolo chiamato Millán mentre, per quanto concerne il Brasile, Bruno Gagliasso (principalmente noto per il suo ruolo in Loop del 2020) recita nei panni di Cardona. Tra gli altri personaggi chiave, che non approfondiremo estensivamente qui per evitare inutili spoiler, ci sono quelli interpretati da Maarten Dannenberg (Silencio), Victoria Guerra (Auga Seca) e Greta Fernández (30 Coins). Arévalo nei panni di Miguel Millán e Gagliasso in quelli di Ernesto Cardona, in quanto protagonisti dello show, non forniscono performance straordinarie e i loro personaggi si rivelano essere simili a quelli di ogni altro dramma poliziesco di questo genere. È la performance della Fernández nei panni di Susana "Susi" Jackson che invece si staglia su tutte le altre mentre il suo personaggio si scontra con quello di Arevalo. Infine è doveroso menzionare anche Victoria Guerra, che nei panni di Bárbara Azevedo dà valore a ogni fotogramma in cui compare, continuando a sorprendere lo spettatore fino alla fine.

Santo: punti di forza e di debolezza della serie Netflix

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Santo: una scena della serie

Nonostante la premessa intrigante e la componente misteriosa innescata dall'anonimato del villain e dal satanismo/occultismo, il primo episodio di Santo sembra più una serie di scene che una storia vera e propria: alcune cose accadono a Madrid e altre a Salvador, alcune vicende ci vengono mostrate solo per qualche istante e subito dopo lo scenario è già completamente cambiato. Questi errori e questa confusione nello storytelling purtroppo non scompaiono man mano che si va avanti e fino all'ultimo minuto lo spettatore è confuso dalla trama dello show creato da López.
Sebbene la serie sia ricca di azione, i flashback e i salti temporali rischiano di vanificare l'intero progetto; come se non bastasse, l'uso ricorrente della dissolvenza utilizzato da Amorim disconnette irrimediabilmente le sequenze l'una dell'altra. In conclusione, anche se è ovvio che Millán e Cardona sono i protagonisti della storia, il cast femminile, per quanto talentoso, sembra essere trattato quasi come un riempitivo e le attrici come oggetti di scena che servono soltanto ad aiutare i protagonisti ad andare avanti con il loro viaggio.

Conclusioni

Come abbiamo visto nella recensione di Santo, la premessa della serie è sicuramente intrigante ma alcune scelte registiche e alcune componenti della trama sono state elaborate frettolosamente e lasciano lo spettatore profondamente confuso. Le performance dei protagonisti sono ordinarie, mentre quelle di due attrici secondarie si rivelano piacevolmente magnetiche ed entusiasmanti.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • L'occulto e il satanismo rendono intrigante quello che altrimenti sarebbe un semplice thriller poliziesco.

Cosa non va

  • Lo storytelling è molto confuso.
  • Le interpretazioni e la caratterizzazione dei protagonisti sono piuttosto banali.
  • Alcune scelte registiche non si sposano bene con il montaggio, anch'esso molto discutibile.