Santa Evita, la recensione: sono una donna, non sono una santa

La recensione di Santa Evita, la nuova miniserie thriller latinoamericana dal 26 luglio su Star all'interno di Disney+, che si concentra sulla morte di Eva Perón e sulla leggenda del suo cadavere imbalsamato.

Non il solito biopic: è così che potremmo riassumere e definire Santa Evita, la nuova miniserie thriller latinoamericana dal 26 luglio su Star all'interno di Disney+. Dinamica, americana nell'assetto e nello sviluppo per quanto argentina nell'anima, ci ha sorpreso e intrigato come spiegheremo nella recensione di Santa Evita.

Sono una donna...

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Santa Evita: un momento della serie

Sette episodi, basati sull'omonimo best seller dell'autore argentino Tomás Eloy Martínez, per raccontare la vita di Eva Perón, chiamata affettuosamente Evita, a partire dalla morte per un tumore a soli 33 anni dopo essere stata di fatto una leader più che una first lady per il popolo argentino. Il suo corpo viene imbalsamato, quasi fossimo nell'antico Egitto e lei fosse una Faraona, lasciandolo per tre anni senza degna sepoltura cattolica con grande dolore della madre, in attesa della costruzione di un monumento a sua memoria mai completato. È proprio sul corpo della donna che si snoda e si concentra la serie, sul mito che per oltre due decenni vi si è costruito attorno, dopo che nel 1955 un colpo di stato militare in Argentina rovesciò l'allora presidente Juan Domingo Perón e il cadavere di Evita fu nascosto per ben 16 anni per evitare che diventasse un simbolo contro il regime. Un episodio singolare, unico, a tratti surreale, che ha contributo a creare intorno alla figura di Evita un'ulteriore aura leggendaria per una donna che è riuscita letteralmente ad andare oltre la propria morte, a memoria imperitura del popolo argentino e mondiale.

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...non sono una santa

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Santa Evita: una scena della serie

Era soprattutto l'anti-peronismo a non volere che Eva Perón venisse celebrata come una santa, ma tutto questo darsi da fare per l'occultamento del cadavere ottenne l'effetto opposto. In una narrazione non cronologica e non lineare, nello stile della serialità statunitense dell'ultimo ventennio, viene raccontata la vita di Evita (scusate il gioco di parole): da bambina rimasta orfana del padre, a 15enne pronta a lasciare tutto e trasferirsi a Buenos Aires per provare a sfondare nel mondo dello spettacolo. Prima attrice poi politica e filantropa, dopo l'incontro fortuito con l'allora colonnello Juan Domingo Perón. La narrazione si muove avanti e indietro, con pillole e momenti a ricostruire quel puzzle affascinante e complesso che è stata l'esistenza di Evita, come dimostra la sigla, puntuale e costruita tanto sul corpo della "puttana" (come la chiamavano i detrattori) quanto sui momenti della sua vita. Natalia Oreiro dipinge una donna complessa e sfaccettata, dura e determinata, ma allo stesso tempo amorevole e caritatevole (celebri le sue opere di filantropia), mentre Ernesto Alterio (il Colonnello Moori Koenig, prima assistente poi nemico giurato di Evita), Diego Velázquez (il giornalista investigativo Mariano che vuole scoprire la verità a tutti i costi), Francesc Orella (il Dottor Ara che si occupò dell'imbalsamazione) e Darío Grandinetti (Juan Domingo Perón) sono gli uomini che condizioneranno la vita e la morte della donna simbolo dell'Argentina.

Oltre la leggenda

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Santa Evita: un'immagine della serie

Prodotta da Salma Hayek Pinault e José Tamez, Santa Evita utilizza un ritmo dinamico, quasi frenetico, nello sviluppo del racconto, con una ricostruzione storica e una fotografia volte ad accentuare l'effetto mitologico pur mantenendo grande fedeltà e rigore. Grazie alla regia di Rodrigo García e di Alejandro Maci, e alla scrittura di Marcela Guerty e Pamela Rementería, gli interpreti non sono mai portati alla recitazione esasperata come spesso capita nelle produzioni in lingua spagnola e offrono alcune sequenze davvero suggestive, come una scena che richiama proprio la santità della donna agli occhi del popolo, dato che si è sempre battuta per i loro diritti essendo anche sindacalista. Misticismo e storia con la s maiuscola si mescolano in questo serial, girato in oltre 40 location in Argentina, con oltre 120 attori e 1300 figuranti, una grande produzione e un grande budget investiti per raccontare un importante capitolo della storia del Paese, che risuona ancora oggi.

Conclusioni

Dinamicità e fascinazione sono le parole che ci sovvengono alla fine della recensione di Santa Evita, una miniserie biografica anti-convenzionale che non rispetta le regole cronologiche ma si ispira piuttosto al modello americano, concentrandosi in particolare sull’aspetto quasi mistico e religioso del corpo di Evita Perón e sul suo destino leggendario che ha attraversato due decenni di storia argentina.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Natalia Oreiro e Ernesto Alterio sono perfetti come nemesi nei panni di Evita e Moori Koenig
  • L’aver scelto uno stile americano nello snocciolare la vita e la morte di Eva Perón
  • Il culto del corpo della donna quasi fosse una Faraona egizia
  • La ricostruzione storica e la messa in scena accurata e molto evocativa

Cosa non va

  • Potrebbe non piacere a chi preferisce biopic più tradizionali e cronologici