Sanctuary, la recensione della nuova serie Netflix: il Sumo come non lo avete mai visto

Arriva dal Giappone uno dei migliori, più originali e inaspettati prodotti streaming della stagione, un intenso show sportivo capace di muoversi tra tradizione e innovazione in un mondo brutale dove cercare fortuna e riscatto.

Sanctuary, la recensione della nuova serie Netflix: il Sumo come non lo avete mai visto

Lo shiko è uno degli elementi essenziali del cosiddetto sumo rituale. Parallelamente allo sport agonistico, infatti, la disciplina nazionale giapponese affonda le proprie radici nella tradizione e nel rispetto della stessa. Tra i diversi rituali a cui attenersi, lo shiko rappresenta le fondamenta del Sumo in senso ginnico e in senso culturale. Il gesto è noto: il lottatore di sumo detto rikishi (quando professionista) a gambe larghe e ginocchia piegate solleva in modo alternato gli arti inferiori per poi riportarli a terra con vigore, in modo che il piede colpisca il suolo scatenando un tonfo imponente. Un esercizio di stretching cardinale per la struttura muscolare delle gambe e il posizionamento del baricentro per un ottimo equilibrio, ma insieme anche movimento spirituale per scacciare i demoni e intimidatorio per l'avversario, un po' come l'haka maori.

Sanctuary Netflix 1
Sactuary: una scena della serie Netflix

Fare lo shiko significa rispettare il sumo e la tradizione che esprime, imprescindibile per uno sport sviluppatosi dalla radici shintoiste e foriero di una filosofia di lotta dove "il ring" è sacro e l'avversario meritevole d'ossequio. Ora immaginate cosa potrebbe succedere se un arrogante teppistello di vent'anni decidesse di entrare nel mondo del sumo professionistico senza rispettare né la ginnica degli esercizi né i rituali della disciplina. Non ci riuscite? Allora dovreste dare un'occhiata a Sanctuary, la nuova e sorprendente serie originale Netflix made in Japan ambientata proprio nel mondo del sumo, descritto e approfondito in modo finora inedito.

Nel Dohyo

Sanctuary 3 1280X720
Sactuary: un'immagine della serie

Protagonista della storia è Kyoshi (Wataru Ichinose), un ragazzo schietto e violento con una vita difficile. Dopo il fallimento del ristorante di famiglia per colpa della mala gestione del padre, uomo debole e senza polso, la madre si è data al libertinaggio in giro per il quartiere, lasciando figlio ed ex-marito soli e pieni di debiti. Kyoshi vuole bene al padre anche se non riesce a dimostrarlo come vorrebbe, nonostante detesti la sua rassegnazione pur riconoscendo i tanti sacrifici fatti per mantenerlo. Essendo stato una giovane promessa di judo, il ragazzo sfrutta la sua forza e la sua rabbia per racimolare qualche soldo in strada, finché l'oyakata Ensho (un bravissimo Pierre Taki) non gli propone di entrare nella propria scuderia di lottatori di sumo, promettendogli uno stipendio iniziale di circa 1 milione di yen al mese, più o meno 7 mila euro.

Sanctuary Trailer Netflix
Sactuary: una scena della serie

Sognando denaro, donne e successo, ma pensando anche dall'opportunità di ripagare i tanti debiti accumulati e regalare al padre una vita migliore, Kyoshi accetta l'offerta di Ensho, ritrovandosi improvvisamente catapultato in un mondo molto più spietato, rigoroso e brutale di quanto immaginasse, fatto di nonnismo e rivalità e fin troppo legato a un'arcaica concezione della società, feroce e patriarcale. Una volta nel Dohyo, l'iconica zona di combattimento del sumo, Kyoshi viene sbeffeggiato e annientato dai suoi stessi compagni, comunque incapace di reprimere i suoi istinti più animaleschi e per questo considerato un vero e proprio outsider dello sport ma deciso a scalare ogni categoria fino a diventare yokozuna, apice massimo del sumo. Si intersecano poi alla storyline di Enno finestre narrative incidenti come quella della giornalista Asuka Kunimisha (Shioli Kutsuna), costretta suo malgrado - almeno inizialmente - a occuparsi di sport anziché di politica, o di Shimizu (Shota Sometani), un vero fan del sumo che spronerà Kyoshi a perseguire il proprio obiettivo.

Le 89 Serie TV Netflix migliori da vedere ad Aprile 2023

Spingere

Sanctuary 1 1280X720
Sactuary: una foto di scena della serie Netflix

Tradotto letteralmente, sumo vuol dire strattonarsi ma anche spingere. Una metafora perfetta per la vita di Kyoshi, che nell'unica buona occasione concessagli è costretto a sottostare all'autorità vessatoria dei lottatori senpai senza però rinunciare alla sua identità, a quella furia che lo rende unico, che fa scandalizzare la lega ufficiale ma allo stesso tempo esalta e valorizza il suo stile di combattimento, il pubblico e il suo maestro. Enno - questo il suo shikona, nome da ring - spinge e strattona senza armonia, inizialmente, indelicato come gli schiaffi ricevuti dalla vita. Deve unire i punti e "fare lo shiko" (la frase vi entrerà in testa!) per scalare la classifica, ma ha davanti avversarsi potentissimi e ognuno con i propri traguardi da conquistare e una storia alle spalle. Sanctury è davvero un dramma sportivo completo che racconta a 360 gradi e senza risparmiarsi un universo agonistico distante e quasi segreto per l'occidente, per questo affascinante e di grande curiosità.

Senza Titolo
Sactuary: una foto promozionale della serie Netflix

In un settore fatto di scuderie, categorie, classifiche e gradi, la serie sviluppata da Eguchi Kan e Kanazawa Tomoki (Riding Uphill) guarda a una struttura seriale ispirata a Spartacus e Cobra Kai, dove gruppi eterogenei di atleti si allenano e combattono sia fuori che dentro "l'arena", affrontando al contempo i fantasmi della propria esistenza, stringendo legami particolari e creando rivalità e relazioni sui generis. Uniamoci anche il perfezionismo e la perenne ricerca della bellezza della cultura giapponese e la qualità della cinematografia orientale per immaginare un prodotto che un episodio dopo l'altro cresce insieme ad Enno, shiko dopo shiko, riuscendo ad entusiasmare ed emozionare con virtuosa cautela, senza fretta e costruendo un racconto fatto di momenti e situazioni ricercate in una commistione adeguata tra dramma e commedia.

Coverlg
Sactuary: una foto della serie

La velocità degli scontri è equiparata alla loro intensità, e quando si scende nel dohyo fatica e dolore si fanno sentire, specie nelle fasi più avanzate della serie. Ma insieme ad esse crescono anche forza e consapevolezza, mentre il mondo del sumo si delinea in tutta la sua inaspettata bellezza e la sua stupefacente complessità davanti ai nostri occhi. Il problema di fondo è che Sanctuary dà forse troppo per scontata la conoscenza della struttura, delle regole e della terminologia dello sport in questione, confondendo e spiazzando i neofiti che devono accettare di buon grado la comprensione della disciplina in itinere, imparandola con il prosieguo della serie. Stonano poi con l'impalcatura internazionale del progetto, alcune mal celate velleità narrative e cinematografiche prettamente giapponesi spesso in iperbole stilistica rispetto all'essenza della serie.

Sumo Wrestling Ritual Sanctuary Japanese Netflix Sports Drama Everything We Know So Far
Sactuary: un momento della serie

Al netto di questo, Sanctuary è una grande e piacevole sorpresa, un altro prodotto mainstream e degno di nota proveniente dal Sol Levante dopo Gannibal su Disney+, coinvolgente e centrato e dedicato a un contesto finora inesplorato sul grande o il piccolo schermo. C'è il rischio che possa diventare la vostra nuova ossessione primaverile.

Conclusioni

In conclusione, Sanctuary è un dramma sportivo inedito e originale che si rivela una delle sorprese più gradite della stagione. Forte di un universo agonistico finora mai esplorato, affascinante, brutale e complesso, e di una narrazione tipicizzata su modello parafrasato di Spartacus e Cobra Kai, la serie giapponese Netflix riesce a coinvolgere e avvincere lo spettatore, trascinandolo direttamente nel dohyo e pronto ad emozionarlo ed entusiasmarlo in modo inaspettato.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Ci si appassiona velocemente al mondo del sumo.
  • Kyoshi è un protagonista energico e fuori canone.
  • Regia e narrazione si aiutano senza fagocitarsi, l'una al servizio dell'altra.
  • Ha un'energia e uno sviluppo pazzeschi.

Cosa non va

  • Dà per scontate regole e nomenclature della disciplina.
  • Alcune sottigliezze cinematografiche che stonano col resto.