Sakamoto Days, la recensione dei nuovi episodi: il miglior sicario del mondo manca il bersaglio

Disponibile su Netflix la seconda parte di Sakamoto Days, il divertente Battle Shonen, tratto da uno dei manga di maggior successo di Shonen Jump, che finora non ha convinto del tutto. Ecco la nostra recensione.

Sakamoto Days

Ad ogni nuova stagione anime parte, immancabilmente, la caccia al titolo top, quello che ha più probabilità di uscire dal giro dei semplici appassionati di anime e diventare il nuovo fenomeno social, al pari di Demon Slayer o L'attacco dei giganti.
Ora, per una consuetudine storica e culturale ormai conclamata, e che ha radici profonde e complesse, è molto probabile che questo titolo possa essere tratto da un manga pubblicato su quella che è la rivista più famosa e venduta in Giappone, la celeberrima Shonen Jump dell'editore Shueisha che ha visto avvicendarsi, sulle sue pagine, miti come Dragon Ball, Naruto, One Piece, oltre che decine e decine di altri.

L'annuncio di una serie anime tratta da un manga di Shonen Jump, e che per di più verrà inserito nel catalogo di Netflix, ha quindi enormi possibilità di essere uno di quelli più attesi, e su cui si concentrerà maggiormente l'attenzione degli spettatori.
Ma cosa succede quando poi questo titolo non è all'altezza delle aspettative? Succede Sakamoto Days.

Il miglior killer del mondo è ingrassato

Sakamoto Days Taro Sakamoto Giovane
Sakamoto prima

Taro Sakamoto era il più micidiale e dotato killer dell'Associazione degli Assassini, un misterioso gruppo che raccoglie i migliori professionisti dell'omicidio del mondo.
Dotato di capacità fisiche straordinarie e una freddezza assoluta, Sakamoto era una vera e propria leggenda, il killer più temuto e rispettato dell'organizzazione. Questo fino a che non si innamora di una deliziosa fanciulla. Quindi molla tutto, si sposa, diventa papà, si sistema come tenutario di uno sgangherato mini-market e ingrassa, felice.

Sakamoto Days Taro Sakamoto
Sakamoto dopo

I suoi giorni idilliaci, però, vengono interrotti dalla decisione dell'Associazione degli Assassini di mettere una cospicua taglia sulla sua testa. Costretto a tornare a combattere per difendere la sua famiglia, ma mantenendo la promessa fatta alla moglie di non uccidere più, Sakamoto dovrà nuovamente fare affidamento sulle sue capacità di super assassino, per quanto... arruginite. Per fortuna al suo fianco ci saranno nuovi amici e alleati, a iniziare dal killer telepate Shin Sakamura e dalla giovane Lu Xiaotang, erede di una temibile setta della Triade cinese.

Quando la normalità non è abbastanza

Sakamoto Days
Il killer telepatico Shin

Il manga originale di Sakamoto Days, scritto e disegnato da Yuto Suzuki, è stato uno dei più apprezzati su Shonen Jump, e conta al momento più di ventidue volumi, ancora in corso (in Italia è pubblicato da Planet Manga).
La premessa intrigante, il mix tra umorismo slapstick e tutti gli stilemi del genere battle shonen, un tratto accattivante e una buona costruzione delle vicende erano tutti elementi a favore anche di una, pressoché inevitabile, trasposizione in anime.
Purtroppo, però, qualcosa non ha funzionato del tutto nel passaggio dalle vignette agli episodi.

Sakamoto Days Anime Scena
Samakoto Days: il pacioccone Taro Sakamoto

La serie è prodotta dalla storica TMS Enterteinment, e vede Masaki Watanabe alla regia generale con la direzione artistica di Yukiko Maruyama (Dragon Dogma, il recente film Mobile Suit Gundam Seed Freedom). La prima stagione è stata divisa in due cur, e la seconda parte è ora disponibile, come la prima, su Netflix.
Purtroppo tutti i dubbi e le perplessità che il primo blocco di episodi aveva lasciato negli spettatori sono stati confermati anche nella nuova stagione. Intendiamoci: non è che Sakamoto Days sia brutto. Molto più semplicemente, è una serie poco più che mediocre, e che non riesce a sfruttare il suo potenziale.

Sakamoto Days Anime Netflix
Sakamoto in combattimento

Considerato che negli ultimi anni le serie anime, anche quelle più "commerciali", si sono enormemente evolute in termini tecnici e artistici, basti citare le animazioni strepitose di Demon Slayer, o le sperimentazioni visive di Jujutsu Kaisen, tanto per fare un paio di esempi, Sakamoto Days si accontenta di una messa in scena piatta e senza mordente. Non c'è praticamente nulla che stupisca, che attiri l'attenzione, e anche le gag e il ritmo vivace, che erano uno dei tratti distintivi del fumetto originale, risultano qui scontate e prive di mordente. Restano i personaggi accattivanti e (fin troppo) caratterizzati, come da tradizione del genere, alcune trovate interessanti e un materiale di base che, comunque, aveva diversi punti a suo favore. Ma è tutto troppo anonimo e scontato per riuscire a emergere in un panorama che, ormai, ha standard molto più alti.
Ultima doverosa menzione al buon doppiaggio italiano, diretto da Simone Veltroni.

Conclusioni

Nella versione in lingua inglese Taro Sakamoto è doppiato da Matt Mercer, il celebre master e fondatore del gruppo Critical Role. E questa è probabilmente la cosa più interessante che si possa dire di Sakamoto Days, una serie che non riesce a stupire nonostante una premessa intrigante e alcune idee anche divertenti.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • L'idea di un killer ritiratosi a vita privata e fuori forma (...) che torna a menare le mani è interessante.
  • I personaggi, i relativi poteri e le dinamiche che si creano tra loro.

Cosa non va

  • Praticamente tutto il resto: animazioni al minimo sindacale, regia scialba e zero mordente.