Rosario Dawson: “Trump vuole deportare le persone? Se accadesse, gli Stati Uniti ne sarebbero devastati”

L'attrice di Ashoka è tra gli ospiti del Torino Film Festival che le ha conferito la Stella della Mole e dove ha accompagnato la proiezione di Kids, il film di Larry Clark che l'ha vista esordire nel 1995.

Rosario Dawson durante la nostra intervista al Festival di Torino

Essere una star di Hollywood con contratti da milioni di dollari può portare alcuni attori o registi a mantenere un profilo basso, a non volersi esporre politicamente per evitare di scontentare parte del pubblico, degli Studios o dei partner commerciali. Ma c'è anche chi la visibilità e la voce acquisita grazie alla popolarità la mette al servizio degli altri. È il caso di Rosario Dawson che parallelamente a film e serie tv ha dedicato la sua vita a cause umanitarie e sociali. L'attrice, recentemente inserita da Time nella lista delle 100 persone più influenti sul tema ambientale, è una delle protagoniste del Torino Film Festival dove, oltre a ricevere la Stella della Mole, ha accompagnato la proiezione di Kids, cult del 1995 di Larry Clark che l'ha vista esordire.

Un elettorato "robusto" per idee più progressiste

Rosario Dawson Foto Torino Credit Alessandra Tartarini
Rosario Dawson al Torino Film Festival. Foto di Alessandra Tartarini

L'avevamo incontrata lo scorso luglio al Filming Italy Sardegna Festival. All'epoca le elezioni presidenziali statunitensi erano all'orizzonte e l'attrice ci aveva parlato dell'importanza del voto. Oggi che gli Stati Uniti hanno un nuovo presidente, Donald Trump, come vive la scelta dei suoi concittadini? "Credo che votare sia incredibilmente importante. È una delle cose più semplici che possiamo fare per avere un impatto sulla nostra comunità e sulla nostra vita. Abbiamo visto, soprattutto quando sono usciti i risultati delle elezioni, che i voti non sono stati contati completamente. Quindi sembrava che anche il voto popolare andasse a favore di Trump. A quanto pare, ora le cose stanno cambiando", sottolinea l'attrice.

"E stiamo vedendo che il voto popolare è andato più verso Harris, il che penso sia qualcosa di profondo, perché è stato interessante osservare il messaggio che ne è scaturito inizialmente, come se la maggioranza delle persone volesse questo. E invece no. E non è nemmeno la maggioranza dell'intero popolo americano perché non tutti votano. Sono segmenti della popolazione che decidono per tutti gli altri. E ci accorgiamo che se più persone votano, quando c'è un elettorato più robusto ci sono più idee progressiste sulla scheda elettorale che vengono portate avanti. Meno persone votano, più la situazione può diventare austera, più il Paese si trova in difficoltà".

Il tempo di rimboccarsi le maniche

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Kids: una giovane Rosario Dawson insieme a Chloe Sevigny

Da sempre politicamente attiva e schierata, con un'attenzione particolare riservata alle minoranze e all'uguaglianza, Rosario Dawson ha fondato The Rio Dawn Foundation per per sostenere le organizzazioni che lottano per la giustizia ambientale, i diritti delle donne e promuovono l'equità.

"Ora più che mai dobbiamo continuare a tenere alta l'attenzione. E credo che questo sia incredibilmente importante quando c'è un'amministrazione che dice di voler deportare le persone. Quando si guardano le cifre, si scopre che questo ci porterebbe a un debito enorme. Stanno costruendo una piattaforma sulla paura, sull'ansia e sull'odio", afferma Dawson.

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Rosario Dawson è Ashoka

"Quello che stanno vendendo alle persone, se accadesse davvero, devasterebbe il nostro Paese. Non sono loro il vero problema. E così continuiamo a far fare da capro espiatorio alle persone sbagliate, compresi gli elettori. Penso sia il motivo per cui ho sempre capito che non sarà mai un solo voto, una sola amministrazione a cambiare tutto. Non è così che funziona il mondo. Per questo ho un'organizzazione di voto. Quest'anno abbiamo compiuto 20 anni. E quello che speriamo è che le persone siano elettori a lungo termine".

"Perché questa amministrazione ha detto che dopo queste elezioni non dovremo più votare. Un concetto pericoloso", riflette l'attrice. "E spero che le persone lo prendano sul serio. Ma finché siamo ancora vivi, c'è tempo. Sento che c'è speranza. Vedo la sfida di fronte a me e dico: 'Ok, come ha detto Harris, è ora di rimboccarsi le maniche'".