Tra gli eventi più attesi dell'edizione 2020, tutta online, del Festival di Annecy c'era la conversazione con Ron Clements e John Musker, duo registico che ci ha regalato alcuni tra i memorabili film d'animazione della Disney, da La sirenetta a Oceania, il lungometraggio che ha segnato il loro addio alla Casa del Topo dopo quattro decenni. Questo però non significa che i due, entrambi nati nel 1953 ("Sono più giovane di sei mesi", scherza Musker), si stiano godendo la pensione standosene con le mani in mano: Clements sta scrivendo un libro sulle proprie esperienze in seno alla Disney ("Non so ancora quando sarà pronto"), mentre Musker, oltre a occuparsi della famiglia ("Ho due nipotini, faccio il babysitter due volte a settimana"), sta realizzando un cortometraggio, fatto interamente da solo, un sogno che inseguiva da sempre.
Amore a primo cartoon
Entrambi i registi sono appassionati di animazione sin dall'infanzia. Il primo a parlarne è Ron Clements: "Vengo dall'Iowa, e sono sempre stato un fan della Disney. Il primo film che ho visto in sala è stato Cenerentola, ma la folgorazione è venuta con la riedizione di Pinocchio", dice, mostrando i disegni che realizzò all'epoca, da bambino. "Volevo lavorare nel settore. In biblioteca trovai questo libro fondamentale sull'argomento, The Art of Animation, e a quindici anni cominciai a lavorare in televisione. Il canale mi permise di realizzare un corto d'animazione, di un quarto d'ora, su Sherlock Holmes. Quel corto circolò un po' ovunque nell'Iowa, e lo vide un professionista venuto da Hollywood, che mi consigliò di venire a Los Angeles. Lì cominciai con la Hanna-Barbera, ma il sogno era sempre la Disney, e a vent'anni mi presero nel loro programma di formazione."
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John Musker ha avuto un percorso simile: "Ho sempre disegnato, sin da ragazzino, e ho visto al cinema La bella addormentata nel bosco, La carica dei 101 e La spada nella roccia. Cominciai a frequentare il Chicago Film Festival, che aveva rassegne sull'animazione, e all'università - studiai Lettere perché volevo leggere i classici - ebbi modo di ascoltare Chuck Jones [noto regista dei corti dei Looney Tunes, n.d.r.]. Lui disse che continuava ad imparare cose nuove lavorando nell'animazione, e questo mi spinse a contattare la Disney. Mandai dei disegni, e fui respinto, e lo stesso accadde con la Marvel Comics. Però fui ammesso alla CalArts, e nel mio anno c'erano John Lasseter e Brad Bird. Successivamente la Disney mi assunse, e iniziai a lavorare allo studio la settimana in cui uscì Guerre stellari." In quella prima fase ciascuno dei due ebbe un mentore: quello di Musker fu Eric Larson, mentre Clements lavorò con un altro dei cosiddetti Nine Old Men (gli animatori storici della Disney tra il 1937 e il 1977), Frank Thomas. "Una leggenda, lui creò la sequenza in cui i sette nani piangono la morte di Biancaneve, e quella degli spaghetti in Lilli e il vagabondo", ricorda il cineasta.
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Ispirazioni
Parlando del loro percorso, i due dicono di aver scelto l'animazione per le possibilità in più che offre rispetto al live-action, ed è il motivo per cui Musker è scettico per quanto riguarda il remake di uno dei loro film: "Non so come funzionerà la nuova versione de La sirenetta, soprattutto per il parlare e cantare e sott'acqua." Aggiunge Clements: "Se pensiamo ad Aladdin, la parte del Genio fu scritta appositamente per Robin Williams, perché il personaggio era un trasformista e Robin era uguale, con la voce. E gli facemmo fare cose che non sarebbe forse mai riuscito a fare in un ruolo in carne e ossa." Il già menzionato adattamento della fiaba di Hans Christian Andersen ha segnato l'inizio della loro vera collaborazione: "La scrittura di quel film fu il nostro primo vero sodalizio, su Basil l'investigatopo ognuno lavorava su sequenze specifiche." Musker commenta la cosa: "Jeffrey Katzenberg [responsabile della Walt Disney Animation all'epoca, n.d.r.] non amava l'idea di due registi, perché non ci era abituato, ma nell'animazione è normale. Di solito sono io a occuparmi delle sequenze comiche, e Ron di quelle drammatiche. I numeri musicali ce li dividiamo equamente."
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A proposito di musiche, immancabile la menzione del compianto Howard Ashman, che vinse due Oscar per le canzoni scritte per la Disney. Spiega Musker: "Lui fu il nostro mentore musicale, insieme ad Alan Menken. Gli proposero diversi progetti, e lui scelse il nostro perché era un fan di Andersen. Andammo a trovarlo a New York, e la prima cosa che ci chiese era se il film dovesse per forza essere ambientato in Danimarca, perché aveva delle idee su come musicarlo. Sebastian doveva essere un maggiordomo inglese, e fu Howard a renderlo giamaicano." Clements invece parla delle scelte musicali per altri due film realizzati dal duo: "Fu John a suggerire l'inclusione di elementi gospel in Hercules, e di contattare Randy Newman per La principessa e il ranocchio." Quanto a Oceania, c'è un aneddoto buffo sul primo incontro con Lin-Manuel Miranda: "Stava lavorando a Hamilton, e ci spiegò l'idea di base. Eravamo un po' scettici al riguardo, devo dire", ammette Clements.
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Tradizione e innovazione
I due hanno lavorato sia con l'animazione tradizionale che con la CGI, cosa preferiscono? "Amiamo il 2D, ma il digitale è uno strumento molto utile, a seconda dei casi", risponde Musker. "Per il nostro ultimo film è stato fondamentale per l'uso dell'acqua." Clements commenta la parte tecnica: "A livello produttivo, la prima parte della lavorazione è più o meno la stessa, con i disegni, la scrittura, la registrazione delle voci, eccetera. Le cose cambiano quando si passa all'animazione vera e propria." Come vedono il futuro dell'animazione? Risponde Musker: "Per me è molto promettente, anche grazie allo streaming. Ho amato molto Dov'è il mio corpo?, e ho letto che Peter Jackson sta per lanciare una divisione dedicata all'animazione, è molto interessante.". Entrambi dicono di aver apprezzato Klaus - I segreti del Natale, e Clements aggiunge la sua ammirazione per Spider-Man: Un Nuovo Universo.
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Che consigli hanno per chi vuole darsi all'animazione oggi? La risposta di Musker: "Saper disegnare è molto importante, anche per i film realizzati con la CGI. È fondamentale saper collaborare, e accettare critiche costruttive." Clements aggiunge: "Ci sono vari campi all'interno dell'animazione, è utile individuare quello giusto per la singola persona, se possibile." Infine, una domanda personale: come hanno fatto ad andare d'accordo per tutti questi anni, firmando insieme sette lungometraggi (quelli già menzionati, con l'aggiunta de Il pianeta del tesoro)? Musker commenta con una risata: "Siamo quasi sempre sulla stessa lunghezza d'onda, e ci completiamo a vicenda: Ron ama la struttura, io l'improvvisazione. Dico sempre che il nostro rapporto è come un matrimonio, ma è autoinflitto."