Caprica: commento alla premiere della nuova serie SiFy
I primi passi per una nuova serie che, pur indirizzando alcuni elementi di backstory di Battlestar Galactica e condividendone in parte lo spirito, vive decisamente di vita propria e affronta temi potenzialmente molto produttivi.
Il magnifico Battlestar Galactica si è concluso da poche settimane, ma Ronald D. Moore, David Eick e soci sono già pronti a riportarci nelle Colonie di quesi sessant'anni prima del devastante attacco che dava il via alla miniserie/pilot Battlestar Galactica per ampliare e completare la visione d'insieme dell'epica battaglia tra umani e Cylon. E lo fanno con il pilot della nuova serie Caprica, appena pubblicato in DVD negli Stati Uniti, con il resto dello show destinato ad essere trasmesso da Sci Fi Channel probabilmente a partire dal prossimo mese di gennaio.
58 anni prima della Caduta, ritroviamo quella Caprica City che in Battlestar Galactica, visitata soprattutto nei flashback, rappresentava un passato nostalgico e spesso conflittuale, per scoprire cosa ha innescato quella che la serie precedente ci ha insegnato a riconoscere come la "ripetizione del ciclo".
Daniel Graystone, milionario, magnate della cibernetica e inventore del rivoluzionario Holoband, strumento per l'esplorazione assolutamente realistica della virtual reality, sta lavorando alla nuova generazione di robot intelligenti con scarsi progressi. Nel frattempo, la figlia sedicenne Zoe è alle prese, con la collaborazione di due compagni di scuola, con un misterioso progetto personale. Come è abitudine diffusa tra i teenager da diversi anni, i tre ragazzi visitano regolarmente, grazie ai loro holoband e a una chiave d'accesso personale, un night club virtuale dove tutto, ma proprio tutto, è concesso - una specie di Second Life all'ennesima potenza. Ma non sono il sesso e il sangue che interessano Zoe, che utilizza questo spazio cibernetico per nascondere la sua straordinaria scoperta: è riuscita infatti a creare una copia del proprio avatar, un'altra Zoe Graystone con il suo identico bagaglio di ricordi, esperienze, emozioni, eppure perfettamente indipendente da lei. Per il suo doppelganger virtuale la giovane ha importanti progetti, ma prima c'è un'altro passo da compiere: i tre ragazzi sono infatti in procinto di fuggire da Caprica per unirsi al gruppo religioso monoteista a cui sono affiliati, i Soldiers of the One, sul pianeta Geminon. Purtoppo però uno dei componenti del trio ha in mente un gesto molto più drastico, e il treno della metropolitana su cui Zoe è salita lasciandosi dietro la titubante Lacy esplode portandosi via centinaia di vite umane tra cui quella di due donne che, grazie ad una conversazione telefonica, abbiamo riconosciuto come la madre e la sorella di William Adama.
Il lutto che colpisce le due famiglie fa sì che Graystone incontri Joseph Adama, il babbo dell'inossidabile ammiraglio di Battlestar Galactica, brillante avvocato arrivato bambino su Caprica dal più umile e periferico Tauron. A Joseph è rimasto il piccolo William, che ha 11 anni, a Daniel una moglie affranta ma innamorata, ma i due uomini faticano a superare il dolore, e sembrano volersi appoggiare l'uno all'altro. Nel frattempo grazie a Lacy, l'amica di Zoe, Daniel scopre il club virtuale e vi incontra Zoe-A, avatar della figlia perduta. La scoperta lo indurrà a tentare, con tutti i mezzi possibili e con l'aiuto di conoscenze "equivoche" di Adama, un esperimento potenzialmente rivoluzionario e funesto.
Fantascienza e family drama in eguali proporzioni, dunque, per questo pilot
scritto da Remi Aubuchon (a cui si deve principalmente l'idea dello show) e dallo stesso Ron Moore, che rappresenta un ottimo sforzo di realizzazione nel ritrarre la prospera Caprica City pre-bellica e un denso nucleo narrativo per la serie che verrà. I due main lead, Eric Stoltz ed Esai Morales, sono latori di una piacevole polarità estetica ed emotiva; ma mentre la storyline relativa al primo - Graystone, creatore dei Cylon, futuri distruttori dell'umanità - appare pregna di possibilità, quella del secondo, Adama, appare già compiuta nell'ampio pilot; ma staremo a vedere come gli sceneggiatori svilupperanno le vicende di quello che sarà presumibilmente l'eroe positivo di Caprica. Accanto a Stoltz e Morales, particolarmente interessante il ruolo della ventiduenne Alessandra Toreson, che incarna con sorprendente maturità la crux filosofica, morale ed emozionale dell'intelligenza artificiale.
Nel complesso, possiamo dire di essere di fronte a un serial che, pur indirizzando alcuni elementi di backstory di Battlestar Galactica, risulta perfettamente indipendente: siamo lontani sia dalla tensione quasi insostenibile che dall'eccellenza qualitativa della miniserie Battlestar Galactica, ma quella indicata da Aubuchon e Moore è comunque una strada che siamo pronti a seguire con grande piacere.