Riaprono le corsie del Joaquín Sorolla di Valencia, l'ospedale al centro di Respira la serie spagnola Netflix che si era presentata un anno fa come l'erede di Grey's Anatomy. Una volta arrivata, si era rivelata un incrocio tra il medical drama con Ellen Pompeo e The Resident, mescolando il romance alla denuncia sociale. La seconda stagione sembra spingere l'acceleratore sulla seconda caratteristica, ma forse in modo troppo aggressivo.
Respira 2: non sempre "più è meglio"
La serie riprende poco tempo dopo il clamoroso finale del ciclo inaugurale. Dopo la mossa politica, la Presidente Patricia Segura (Najwa Nimri) continua la sua lotta contro il cancro. Non riesce a lasciar andare Néstor (Borja Luna), nonostante sia in cura da una nuova oncologa, la francese Sophie (Rachel Lascar), che dicono sia la migliore d'Europa. Intanto Jésica (Blanca Suárez) è sopravvissuta per miracolo all'aggressione subita, ma la sua situazione clinica è molto critica: al suo capezzale ci sono sia Lluís (Alfonso Bassave) che Biel (Manu Ríos). Le vite delle due donne saranno quelle più a rischio nei nuovi episodi.
Pilar (Aitana Sánchez-Gijón) deve affrontare la ricaduta nelle dipendenze del figlio e una possibile diagnosi medica. Quique (Xóan Fórneas) viene attratto da Jon Balanzategui (Pablo Alborán), un chirurgo plastico che potrebbe far deragliare tanto il suo cuore quanto la sua carriera. May (Marwa Bakhat) deve affrontare il tira e molla con la compagna Rocio (Macarena de Rueda) prima di decidere se partire per la Germania. Le relazioni amorose, però, non sono propriamente il focus delle nuove puntate.
Una stagione più politica per la serie Netffix
La nuova oncologa fa parte dell'equipe del direttore sanitario, che vuole attuare una vera e propria rivoluzione in tutti i reparti. Il dottore vuole forse recuperare i rapporti col figlio, che lavora in ospedale.
Tutto parte dalla scelta di Segura di privatizzare l'ospedale mettendo a confronto una volta per tutte il sistema sanitario spagnolo pubblico e privato. Il primo medical drama spagnolo diventa quindi più politico, acuendo la denuncia sociale del racconto. Vorrebbe far emergere falle e problematiche, analizzando i problemi di entrambi i contesti, ma alla fine la questione politica rimane in superficie.
Questo vale anche per la carriera di Segura, che incontrerà nella sua lotta contro il cancro un giovane elettore della fazione opposta: un elemento che potrebbe portarla a guardare la questione con occhi decisamente diversi. Certo è che tutti i protagonisti saranno portati a scelte difficili basate su dilemmi etici: cosa è giusto fare in nome del paziente, se questi è qualcuno che ci tocca molto da vicino?
Una scrittura e una regia esasperate
La sceneggiatura di Carlos Montero (Elite, Il caos dopo di te) torna piena di idee, personaggi e contrasti da mettere in scena. Forse un po' troppi, rischiando paradossalmente di perdere per strada lo spettatore che diventa assuefatto al dramma e ai continui colpi di scena. Il montaggio sincopato e la regia che corre veloce come il vento non aiutano a mantenere vivo il ritmo, ma rischiano l'effetto contrario.
Nella prima stagione di Respira avevamo apprezzato che, fin dal titolo, la serie spagnola non ci volesse far prendere un attimo di fiato. In queste nuove puntate, però, sembra che molti colpi di scena siano inseriti solamente ad effetto e che altre sequenze vengano invece allungate senza motivo. Oltre ad un effetto surreale generale di alcune storyline proposte, per quanto si tratti di un medical drama decisamente sopra le righe fin dall'inizio. Il carisma di Manu Rios e degli altri protagonisti lo salva a metà.
Conclusioni
Respira 2 è il prosieguo naturale della prima stagione della serie Netflix. Allo stesso tempo però preme troppo sull'acceleratore mostrando storyline e colpi di scena inverosimili. La denuncia sociale e i dilemmi etici messi in campo salvano a metà la stagione, un po' troppo dispersiva e pregna. Non sappiamo quanto possa andare avanti tirando così tanto la corda.
Perché ci piace
- La denuncia sociale della privatizzazione sanitaria.
- I dilemmi etici a cui tutti i protagonisti sono messi di fronte.
- Il carisma degli interpreti.
Cosa non va
- La superficialità senza approfondimento di molti temi e situazioni.
- L'alto tasso adrenalinico rischia di creare l'effetto contrario, rendendo assuefatto il pubblico.