Recensione Titli (2014)

Il regista indiano Kanu Behl fa il suo esordio nel lungometraggio di finzione con un film presentato nella sezione Un Certain Regard del 67.esimo Festival di Cannes.

Nei sobborghi di Nuova Delhi tre fratelli si arrabattano con piccoli crimini, ma il più giovane di loro, il Titli del titolo, sogna un futuro diverso, sogna di potersi finalmente allontanare da una famiglia violenta e priva di ambizioni o morale e di poter avviare un'attività tutta sua. L'occasione arriva quando tramite una conoscenza gli viene proposto di comprarsi una concessione di un parcheggio di centro commerciale ancora in costruzione, un modo sicuro per assicurarsi un futuro certo e ricco. Il problema è che per avere la concessione servono tanti soldi, più di quanti ne abbia segretamente conservati in tutti questi anni; è così costretto a rivolgersi ai due fratelli per un prestito.

Prestito che gli viene concesso, anche se non con poca fatica, ma prima dovrà aiutarli con nuovo colpo, che però fallisce miseramente proprio a causa sua, ed è così che Titli vede non solo allontanarsi ogni speranza di fuggire ma si trova anche costretto dalla famiglia a sposare una ragazza che possa aiutarli, secondo il geniale piano dei fratelli, nella loro vita criminale. La bella Neelu però nel momento in cui scopre la verità che si cela dietro gli affari della nuova famiglia non vuole avere più niente a che fare nemmeno con Titli, ma anzi gli confessa che in realtà lei ha un amante, un uomo sposato di nome Prince che è pronto a lasciare la moglie e stare per sempre con lei.

Titli: Shashank Arora in una scena con Ranvir Shorey e Amit Sial
Titli: Shashank Arora in una scena con Ranvir Shorey e Amit Sial

Titli decide allora di usare questa informazione a suo vantaggio e stringere un patto con la bella Neelu: aiuterà sua moglie a fuggire con quest'uomo e in cambio si prenderà la dote di lei, una cifra sufficiente a realizzare il suo sogno. Quando quasi casualmente scopre che Prince ha anche una bambina nata da poco e che quindi non ha nessuna intenzione di lasciare la sua famiglia, Titli deve decidere se dire la verità e dire addio al suo sogno oppure continuare ad andare avanti con il suo piano, costi quel che costi.

No surprises

Per la sua opera prima di finzione dopo alcuni documentari, Kanu Behl conserva un tono realistico per raccontare una storia fatta di miseria, sogni infranti e speranza e mal riposte. Nel farlo si affida ad un altro esordiente, il giovane Shashank Arora, che lo ripaga con una interpretazione solida, ma che non riesce a brillare a causa di di una sceneggiatura piuttosto banale negli sviluppi e priva di un reale approfondimento dei personaggi e delle loro motivazioni.

Titli: Shashank Arora in una scena del film
Titli: Shashank Arora in una scena del film

E così come mancano gli slanci emotivi e un po' folli del cinema di Bollywood a cui siamo abituati (qui niente balletti e coreografie, nessuna fotografia coloratissima), anche l'India rimane solo sullo sfondo, senza che emerga nulla dei temi, dei costumi, delle difficoltà di un paese che non è certo assente sul grande schermo ma che avrebbe certamente ancora tanto da dire, soprattutto in una pellicola dall'impianto realistico e meno 'magico' di quanto siamo abituati a vedere.

Conclusione

Un film fatto di esordi, e forse proprio per questo acerbo e con poca personalità, che soffre della stessa scarsa ambizione dei suoi protagonisti e non riesce mai a sorprendere od emozionare.

Movieplayer.it

2.0/5