Recensione The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 1 (2011)

La scelta di dividere in due capitoli l'ultimo episodio delle vicende di Bella, Edward e compagni ha permesso alla sceneggiatruice Melissa Rosenberg , di restituire con puntualità gli snodi narrativi della trama, anche quelli incentrati su Jacob, dal cui punto di vista sono narrati alcuni degli avvenimenti più drammatici che coinvolgono gli inquilini soprannaturali di Forks.

Matrimoni, trasformazioni e nuovi arrivi

Migliaia di pagine sono state scritte e lette, milioni di dollari sono stati spesi e soprattutto guadagnati, prima di arrivare qui, al momento in cui Bella, dopo aver fatto i conti con la diffidenza dei vampiri, la disillusione dell'amato, l'attrazione per il licantropo Jacob e la minaccia dei clan rivali, ottiene finalmente ciò che vuole: una vita (eterna) insieme a Edward. Dopo il matrimonio, la ragazza subirà infatti la trasformazione in vampiro, così come era nei patti già da tempo: ma, nonostante la consapevolezza che tutto stia andando così come aveva sempre desiderato, per Bella il momento non è dei più facili. Già il matrimonio è un bel passo da fare a soli diciotto anni, e se per di più questo implica l'allontanamento definitivo dalla propria vita normale, dalla propria famiglia e dai propri amici, si capisce bene perché gli ultimi momenti da signorina di Bella siano funestati da incubi e inquietudini. Ma, come spesso succede, i problemi più grandi sono quelli a cui proprio non si era pensato: ad esempio il rimanere incinta dopo aver convinto Edward a fare sesso prima della trasformazione in vampira, nonostante le mille reticenze del compagno, che temeva di non poter controllare la propria forza sovrumana. I pochi, e niente affatto drammatici, lividi che l'impeto del premuroso sposo ha lasciato sul corpo dell'amata sono però niente in confronto agli effetti che questa gravidanza, ritenuta impossibile, sta avendo su Bella: il bambino, sulla cui natura nemmeno l'esperto Carlysle può esprimersi, non permette alla madre di nutrirsi, e le speranze di vita per entrambi sembrano molto limitate. Fino a quando non interviene Jacob, fedele nonostante tutto al proprio amore per Bella, e pronto a rivoltarsi contro il proprio stesso branco pur di difendere lei e il suo rifiuto di rinunciare alla misteriosa creatura che nessun altro, oltre a lei, sembra voler vedere come un miracolo.


Decidendo di dividere in due parti l'epilogo cinematografico della saga, la Meyer e il suo team si proponevano, con ogni probabilità, di rendere maggior giustizia al corposo materiale letterario di riferimento: questo capitolo iniziale ripercorre infatti solamente gli avvenimenti descritti nei primi due dei tre libri che costituiscono il romanzo conclusivo dell'epopea di Edward, Bella e compagni. Senz'altro tale scelta ha permesso a Melissa Rosenberg, riconfermata ancora una volta alla sceneggiatura, di restituire con puntualità gli snodi narrativi della trama, anche quelli incentrati su Jacob, vero protagonista della seconda parte del romanzo e dal cui punto di vista sono narrati alcuni degli avvenimenti più drammatici che coinvolgono gli inquilini soprannaturali di Forks. Ma, nonostante di cose da dire ce ne siano parecchie, e nonostante si tratti di argomenti non certo esenti da una forte potenzialità emozionale, il film di Condon non riesce a coinvolgere e a conquistare del tutto lo spettatore. Gli equilibri di coppia tra Edward e Bella, ereditati dalle precedenti esperienze cinematografiche, continuano a funzionare come hanno sempre fatto, poggiandosi sul romanticismo che solo il contrasto tra un vampiro gentiluomo, senza macchia nonostante la natura ferina, e la ragazza ingenua, disposta a tutto per l'amore ma in eterna lotta contro la sua componente maldestra, decisamente troppo umana, sa garantire. Così come continua a funzionare il triangolo tra Jacob, Bella e Edward, che si stringe ancora più indissolubilmente intorno alla ragazza. Eppure, la mancanza di coesione tra le sequenze, una sceneggiatura sfilacciata e troppo episodica, priva dell'ampiezza di respiro necessaria a mantenere sempre alta la tensione narrativa, rendono The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 1 un film piatto, in cui le aspettative vengono spesso disilluse. Questo anche grazie a cambi di registro troppo repentini, che incanalano lo spettatore in un'alternanza di momenti intimi, confronti carichi di minaccia e snodi drammatici nella quale nessuna emozione ha il tempo di svilupparsi pienamente, e in cui la colonna sonora si prende spesso tutta la responsabilità di veicolare, in maniera sin troppo invadente, l'atmosfera. L'ansia di ricalcare nella maniera più completa possibile la vicenda letteraria ha impedito di imprimere una visione d'insieme convincente alla versione cinematografica: il lavoro di Bill Condon appare infatti anonimo, privo della personalità e del coraggio necessari alla parte sicuramente più adulta, almeno sulla carta, della vicenda.

La saga di Twilight si è sempre distinta per la propria volontà di edulcorare i temi più forti, ma proprio per questo anche i più interessanti e meritevoli di attenzione, della letteratura, e quindi della cinematografia, adolescenziale: le prime esperienze con il sesso, la difficoltà di esprimersi pienamente e di accettare (e fare accettare) la propria natura, la necessità di crescere e di affrontare le proprie responsabilità. E se questo è tanto più un peccato perché proprio il confronto tra umani, vampiri e licantropi poteva essere un'ottima base di partenza per indagare in maniera non banale certe problematiche, la scelta di escludere dalla ribalta la parte meno fiabesca del crescere e del cambiare inficia a maggior ragione la buona riuscita della trasposizione cinematografica, che appare qui ancora una volta frenata non soltanto nei suoi intenti più crudi e spettacolari, ma anche in quelli più spiccatamente drammatici. Che le scene di lotta o, in generale, quelle in cui vampiri e licantropi fanno sfoggio delle rispettive abilità, siano liquidate con una certa superficialità non sorprende; piuttosto, il vero difetto della pellicola è l'aver trattato con troppa sufficienza quelli che dovevano essere gli snodi più importanti di questo nuovo capitolo: le difficoltà della vita di coppia, i sentimenti ambivalenti, di rifiuto e di speranza, nei confronti della nuova vita, la possibilità e la volontà di sacrificarsi.

Questa prima parte della conclusione della saga di Twilight appare più come un episodio preparatorio al grande epilogo che vedrà il ritorno dei nemici di sempre, i Volturi, incontrati brevemente dopo i titoli di coda, che un film in grado di avere vita propria. Eppure, con un atteggiamento meno prudente e garantendo la giusta dose di pathos alla narrazione, Breaking Dawn - Parte 1 aveva tutte le carte in regola per costituire una premessa ben più efficace a una conclusione che sta costruendo il proprio potenziale di aspettativa più sulla procrastinazione che su un percorso cinematografico convincente e emozionante.

Movieplayer.it

2.0/5